Il progetto “Biocompost”, finanziato dalla Regione Campania mediante la Misura 124 del Psr, ha avuto proprio lo scopo di dimostrare, attraverso la realizzazione di un impianto di compostaggio “on farm”, che è possibile produrre un compost di qualità a basso costo utilizzabile come fattore di produzione nell’ azienda stessa risolvendo, allo tempo stesso, il problema dello smaltimento dei residui agricoli di coltivazione. Il perno del sistema è la piattaforma di compostaggio a insufflazione attiva di aria, realizzabile mediante tubazioni di gomma forate nelle quali l’aria è immessa, periodicamente, mediante una ventola o un compressore, al fine di assicurare un’adeguata areazione della biomassa senza operare il rivoltamento della stessa. Assicurando anche un’adeguata bagnatura dei cumuli, nel giro di 4-5 settimane si ottiene un compost che completerà la sua maturazione anche spostandolo a lato della piattaforma di insufflazione, permettendo così di liberare quest’ultima per un successivo ciclo di compostaggio.
Cumuli di piante di angurie estirpate a fine ciclo, in attesa di essere trasferite fuori da una serra nella Piana del Sele (Sa)
Il sistema di compostaggio proposto è economico e di facile gestione. Il compost maturo (ottenuto dopo circa tre mesi) può essere utilizzato come fertilizzante nel suolo oppure per la produzione, sempre in azienda, di un biostimolante e fungicida denominato “tè di compost”. Questo è prodotto ponendo del compost in acqua e insufflando periodicamente nel liquido aria per alcuni giorni, al fine di permettere lo sviluppo di microrganismi utili e l’estrazione di sostanze nutritive dal compost. Il liquido prodotto, opportunamente diluito, può essere somministrato alle piante per via radicale o fogliare. Quest’ultimo tipo di trattamenti ha permesso di incrementare la produzione di peperone e di cavolo-rapa coltivati sotto serra rispettivamente del 23% e del 35%.
Il progetto Biocompost è stato coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura - Centro di ricerca per l’orticoltura di Pontecagnano (Sa) e ha visto partecipare le Università degli Studi di Napoli e della Basilicata e l’Azienda agricola Mellone di Eboli (Sa). Molte aziende agricole campane hanno aderito al progetto e hanno applicato la tecnica innovativa, i cui risultati positivi hanno interessato anche aziende fuori regione.
Massimo Zaccardelli
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: CRA - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura