Qualità, tipicità e innovazione. Sono queste le parole chiave per il settore del nocciolo, la direzione che il comparto deve seguire per continuare ad essere competitivo.
Se n'è parlato al Pala Expo Cherasco (Cn), lo scorso 18 maggio, in occasione del convegno "Il nocciolo, come laboratorio tecnico dell'innovazione" organizzato da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte e Piemonte Asprocor in collaborazione con Nocciolo Service e con il patrocinio di numerosi partner istituzionali e privati, e che ha visto tra i media partner anche Nocciolare.it. L'evento, moderato dal giornalista Lorenzo Tosi, ha richiamato più di settecento persone, a dimostrazione dell'interesse degli agricoltori piemontesi per questa coltivazione e per le opportunità che si possono aprire in futuro.

In apertura del convegno l'intervento del presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, che ha sottolineato: 
"Il settore sta vivendo uno sviluppo dovuto principalmente alla crescita della domanda generale del prodotto e alla crisi di alcune colture tipiche di carattere estensivo per via della non congrua remunerazione, quali cereali e frutta. Questo sviluppo costante va tuttavia limitato alle regioni vocate per evitare che le nocciole si trasformino in una commodity, con conseguente riduzione dei prezzi e crollo delle produzioni. Sarà fondamentale continuare ad agire in un’ottica di filiera, coinvolgendo a 360 gradi tutti gli attori coinvolti nel processo produttivo, per ottenere un prodotto di qualità garantita, che risponda ai criteri di sostenibilità ambientale e di trasparenza. E l'innovazione ricopre in questo un ruolo cruciale".
 

La gestione della chioma

Il tema della "Gestione della chioma nel corileto: forme di allevamento a confronto e interventi di potatura meccanica" è stato poi affrontato da Valerio Cristofori del Dafne, Università degli Studi della Tuscia. Il nocciolo produce sui rami di un anno il cui sviluppo dipende da buone condizioni di illuminazione, di conseguenza il sesto d'impianto e il sistema di allevamento devono assicurare un'adeguata illuminazione della chioma, oltre a permettere la meccanizzazione delle operazioni colturali. La pianta deve essere quindi regolarmente potata: la potatura meccanica, sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti, dalle prime esperienze condotte in Piemonte ha fatto emergere risultati interessanti sia in termini di efficacia che di sostenibilità economica.
 

Erbicidi e spollonanti autorizzati sul nocciolo

Gianluca Iovine di Agros srl, Consulenza integrata in agricoltura, ha parlato del "Cambiamento nello scenario degli erbicidi e spollonanti autorizzati sul nocciolo". Il panorama degli erbicidi e degli spollonanti si presenta in questo momento particolarmente dinamico a causa della revoca di diversi principi attivi di ampio impiego in corilicoltura. Il quadro si complica a causa dell'aumento dei fenomeni di resistenza delle infestanti a diverse molecole erbicide. Al convegno è stato analizzato l'approccio più di tipo integrato, che prevede il ricorso a lavorazioni e all'inerbimento controllato dell'interfila, oltre all'uso di diserbanti e spollonanti chimici. Al convegno si è parlatao dei diserbanti PPO come il Pyraflufen-etile, che svolge un'azione dicotiledonicida oltre che spollonante.
 

Innovazione e distribuzione degli agrofarmaci

A seguire "L'innovazione nella corretta distribuzione degli agrofarmaci nel noccioleto" è stata trattata da Gianluca Oggero, del laboratorio Crop protection technology del Disafa dell'Università di Torino, che ha illustrato ai presenti le esperienze condotte e da cui emerge come nella difesa del corileto sia necessario fare uso di irroratrici progettate appositamente per la frutticoltura e possibilmente equipaggiate con ventilatore ottimizzato, perché sono le uniche a consentire una distribuzione regolare su tutta la chioma. Al convegno è stato poi specificato che occorre invece evitare macchine come quelle per la viticoltura anche se modificate, che sono sovente impiegate nelle aree dove la coltivazione del nocciolo si accompagna alla quella della vite. I volumi ottimali variano dai 900 ai 1.000 litri ad ettaro.
 

Opportunità nella filiera corilicola

Vincenzo Lenucci, responsabile Area economica e Centro studi di Confagricoltura, ha illustrato infine le molteplici opportunità per le imprese nella filiera corilicola. I consumi sono infatti in crescita sia in Italia che nel mondo, ma occorre saper sfruttare le potenzialità offerte dall'innovazione non solo nei processi produttivi ma anche nella comunicazione ai consumatori. L'Italia deve progredire nell'introduzione dell'innovazione essendo solo al nono posto a livello europeo. Occorre accrescere l'accesso ad internet nelle aree rurali, aumentare la spesa pubblica per ricerca, sviluppo e trasferimento alle aziende agricole. Anche la politica deve fare la sua parte incentivando di più con la Pac, riducendo i vincoli e la burocrazia e offrendo più attenzione alle reali esigenze delle imprese.

Al termine del convegno i partecipanti si sono trasferiti nella vicina sede della ditta Chianchia per il tradizionale "Porte aperte".

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