Non solo fusariosi e malattie di frumento e sorgo. L'appuntamento di Bayer con gli operatori del comparto cerealicolo, svoltosi in provincia di Bologna il 3 febbraio, è stato un momento di confronto sulla valorizzazione delle filiere e sull'importanza della comunicazione in agricoltura.

'Oggi non comunichiamo solamente ai 400 presenti al convegno' ha evidenziato Renzo Angelini di Bayer CropScience. 'Attraverso le dirette televisive ed internet, è possibile rimanere in contatto con un pubblico globale'. 'Rileviamo in questo periodo' ha continuato Angelini 'una distanza incredibile tra realtà e percezione. Basti pensare alla salubrità delle produzioni italiane ed europee ed ai progressi della ricerca scientifica in materiale di difesa delle colture: ciononostante, il processo di revisione delle normativa europea sugli agrofarmaci potrà portare ad una riduzione dalle iniziali 1.300 alle sole 200 sostanze attive a disposizione degli operatori'.

Il convegno, dal titolo 'Protezione, qualità e valore: l'innovazione produce reddito' si è aperto con gli nterventi dei numerosi relatori invitati sul tema "Il mercato dei cereali: attualità e prospettive future. Come può essere competitiva la filiera cerealicola italiana?". Gli interventi sono stati coordinati da Roberto Bartolini, inviato de Il Sole 24 Ore Business Media.

Dario Casati, Università di Milano, ha tracciato una panoramica sul mercato dei cereali. Dopo un 2007 molto interessante, nel 2008 si sono registrate contrazioni sia nei ricavi sia nei costi di produzione, tanto da poter considerare positivamente l'annata. Si ipotizza che le richieste dei paesi emergenti si fermeranno, provocando l'arresto (e la riduzione) dei prezzi di commercializzazione. Secondo Casati 'dobbiamo avere la consapevolezza che si opera in un settore con prezzi in costante riduzione. E' pertanto necessario individuare mezzi tecnici che garantiscano la migliore efficienza e che, a costi unitari anche maggiori, garantiscono performance migliori.'

Il ruolo della Regione Emilia Romagna è stato delineato dai numeri portati da Daniele Govi: è la prima regione sementiera italiana per diverse colture (come frumento tenero e orzo); la filiera è ben strutturata, con due OP e ben 361 centri di stoccaggio (dei quali però solo 36 di elevate dimensioni). Fiore all'occhiello: il progetto 'Grano duro di alta qualità', accordo quadro di filiera con uno specifico disciplinare di produzione.

'Ricerca varietale e impegno dei costitutori consentono di creare varietà in grado di creare produrre valore per tutti gli attori della filiera.' Così Ercole Borasio, Società Produttori Sementi, che ha aggiunto come il trasferimento dell'innovazione alla filiera avvenga tramite il seme, con varietà commerciali che sono una vera e propria fotografia dell'evoluzione del settore. E' fondamentale trasformare il frumento da commodities a materia prima strategica attraverso particolari caratterizzazioni che ne incrementino il valore. 'Qualità agronomiche, molitorie, tecnologiche e di sostenibilità della produzione: l'innovazione permette di affrontare le sfide che ci aspettano.'

Uno sguardo al Piano Cerealicolo Nazionale è stato lanciato da Valerio Marchioni, Assincer e Unione Seminativi. 'L'interprofessione è l'elemento essenziale per le filiere del nostro paese. Il piano cerealicolo sta evolvendo come strumento fondamentale di orientamento e di utilizzo, per far fronte alla bolla speculativa degli ultimi anni. E il comitato stato/regioni è l''ingranaggio' fondamentale per l'approvazione.'

'Siamo l'unico paese importatore in un continente esportatore:' ha sottolineato Marchioni 'è quindi necessario organizzare l'offerta con sinergie tra azienda agricola, logistica e stoccaggio (con la definizione di un apposito albo), e organizzare l'offerta, riportando l'azienda agricola al centro della filiera per produrre adeguati quantitativi di qualità.'

Sono disponibili 10 milioni di euro di azioni immateriali per organizzare queste attività: dall'orientamento dell'offerta alla valorizzazione del prodotto, dal potenziamento delle relazioni di mercato, alla trasparenza dei meccanismi che lo regolano.

Proseguendo a valla lungo la filiera, Ivano Vacondio, ItalMopa, sottolinea come la crisi sia non contingente ma strutturale. 'L'annata 2007 è un'annata unica che rimarrà tale. Prezzi elevati e condizioni agronomiche e climatiche ideali non si riverifcheranno per molti anni. Siamo di fronte ad un mercato globale in cui servono maggiori risorse e sempre maggiori quantità di frumento.' Il punto critico secondo Vacondio sono i centri di stoccaggio, dove le partite di qualità non vengono opportunamente stoccate e valorizzate ma mescolate alla massa. Il monitoraggio di nuove micotossine sarà inoltre una problematica aggiuntiva dal prossimo anno.

 

Secondo Michele Pisante dell'Università di Teramo, Scienze degli alimenti, 'Il problema più grande è il trasferimento della tecnica all'agricoltore, in particolare favorendo la gestione integrata del suolo e dell'acqua per stabilizzare e migliorare le produzioni.' La tecnica deve chiarire come un corretto utilizzo di soluzioni adeguate per la difesa della vegetazione (in particolare dalle ruggini e dai funghi) permettono di incrementare sia la produzione totale in tonnellate/ettaro (fino a 0,6-0,8), sia il contenuto in proteine (anche di 3-4 punti percentuali). Focus sul know-how anche da parte di Pierluigi Meriggi di Horta, secondo il quale 'servono strumenti “nuovi e moderni” per garantire la tempestività di intervento: dai modelli previsionali alle previsioni meteo attraverso strumenti informatici semplici e fruibili dagli agricoltori'.

Silvano Padovan dell'Istituto di genetica e sperimentazione agraria Strampelli di Lonigo ha sottolineato come divulgare le tecniche colturali e varietali è anche compito degli istituti che operano sul territorio - in quanto gli agricoltori sono pronti a recepire ed attuare - lamentando però la mancanza di divulgatori.

 

La parola ai sementieri

Secondo Claudio Mattioli, SIS, non essendoci più contributi o incentivi economici per gli agricoltori che impiegano seme certificato è in agguato la possibilità di aumento di uso del seme non certificato.

Bruna Saviotti di ApsovSementi ha indicato come tante varietà siano un vero e proprio patrimonio per gli agricoltori, anche in virtù del fatto che lo stoccaggio non deve necessariamente essere fatto per varietà ma per qualità.

 

Il ruolo del selezionatore per l'orientamento dei produttori relativamente a  quali sono le varietà più adatte, quali le tecniche colturali migliori per ottenere buone produzioni, quali i prodotti da utilizzare per fertilizzazione, concia, difesa e diserbo è stato oggetto dell'intervento di Cesare Manganelli, seguito dal dr. Ricci Bitti, della neonata OP Cereali Emilia Romagna. 'Obiettivo fondamentale dell'aggregazione di filiera: far sì che ci sia un razionale impiego delle attrezzature di stoccaggio in modo da ottimizzane l'uso e favorire la diversificazione. In un mondo fatto di meno attori ma sempre più forti anche i produttori devono opportunamente unirsi per affrontare meglio il mercato.'

Gli ultimi interventi della mattinata hanno messo in luce l'importanza della tempestività nel controllo della competizione delle infestanti per evitare stress alle colture, oltre ad un controllo dello stato sanitario per intervenire non appena necessario. Accento su corretta difesa chimica, tracciabilità, tecnica, varietà e capacità produttive italiane anche nell'intervento di Carlo Cannella dell'Inran.

 

Nel pomeriggio si è svolta la seconda sessione del convegno dal titolo:

"Fusariosi e altre malattie del frumento. Quale contributo dall'innovazione per ottenere produzioni sane, qualitativamente migliori e più elevate?".

Gli interventi sono stati coordinati da Giovanni Rizzotti, direttore de L'Informatore Agrario.

Davide Pancaldi, DiProVAl, Università di Bologna, ha presentato un'analisi epidemiologica dei patogeni che provocano danni al piede e/o alla spiga. I problemi sono rilevati a partire dal seme (che può non germinare), sulla piantina (che può non emergere ed essere attaccata al culmo oppure raggiungere la spiga che può essere sterile o con cariossidi avvizzite). Le ripercussioni sono sia quantitative (riduzione di granella dal 20 al 60% ) sia qualitative (con accumulo di micotossine che compromettono la commerciabilità del frumento). Relativamente recenti (diffuse dal 1990 circa), le infezioni sono favorite sia dalla sensibilità varietale, sia da avverse condizioni climatiche, sbagliate concimazioni, rotazioni non accurate. 

La difesa deve essere basata sia sull'adozione di pratiche che riducano il potenziale di inoculo, sia con appropriati interventi fitosanitari in fase di concia del seme (trattamento imprescindibile), e da effettuarsi dalla spigatura in avanti in caso di condizioni climatiche che possano favorire l'infezione o con varietà più suscettibili.

 

Secondo Alberto Santori del Cra-Pav di Roma 'mal del piede e fusariosi sono patogeni in grado di attaccare il frumento a 360°. Questi i rimedi per ridurre i danni: ottimizzare il piano di rotazione; limitare i fattori di stress; ridurre il potenziale di inoculo; utilizzare semente sana, certificata ed opportunamente conciata.' In questa ottica sia Scenic che Redigo (Protioconazolo) dimostrano efficacia elevata, superiore a Tebuconazolo e Guazatina.

Le caratteristiche della nuova sostanza attiva Protioconazolo e dei quattro nuovi formulati (Scenic e Redigo per la concia e Proline e Prosaro per trattamenti alla coltura) sono state presentate da Carlo Risi e Roberto Balestrazzi di Bayer Cropscience.

 

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