Buone notizie, una volta tanto. Partiamo cavallerescamente con l'invito della senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata, che al convegno di presentazione del volume "Agricoltura 2030" all'Accademia dei Georgofili (moderato dal giornalista di AgroNotizie® Tommaso Cinquemani) invita accademici, professori, ma anche agricoltori a scrivere direttamente ai parlamentari, proponendo visioni, sottoponendo documenti, confutando prese di posizione antiscientifiche. "E vi assicuro che quelle mail saranno lette e ogni suggerimento ponderato", ci tiene a precisare la senatrice Elena Cattaneo.
Astenersi, ça va sans dire, "cialtroni e perditempo", due categorie nelle quali non rientrano scienziati, agricoltori e Georgofili. E complimenti all'Accademia fiorentina che in quanto a riflessioni, studi, elaborazioni e approfondimenti sull'agricoltura si conferma intellettualmente vivace e all'avanguardia da oltre due secoli e mezzo.
Grano e cambiamenti climatici
Non ancora conclusa, la campagna di raccolta del frumento sembra regalare soddisfazioni agli agricoltori, almeno dal punto di vista produttivo, fra rese per ettaro mediamente elevate - ci sono sempre le dovute eccezioni - e di qualità di gran lunga superiore alla deludente annata 2024.
Merito di un andamento meteoclimatico che in Italia non è stato ingeneroso e sul quale alcuni scienziati e addetti ai lavori invitano a riflettere per evitare che la comunicazione e il sentiment deraglino su refrain costantemente allarmistici. Le temperature stagionali registrano degli aumenti, questo è innegabile, ma di qui alla rivoluzione climatica ce ne corre. È opportuno, come raccomandato da Papa Leone XIV, disarmare le parole. Anche in contesti legati a temperatura, pioggia o siccità.
Resta il nodo dei prezzi, che non decollano, mentre i costi di produzione dei cereali autunno vernini dopo il covid-19 sono lievitati, senza tornare a beneficiare di quel boom dei listini partito a maggio 2021 ed esasperato con l'invasione russa dell'Ucraina a fine febbraio dell'anno successivo.
Africa e agricoltura
È considerato il continente del futuro, ricchissimo di materie prime, terre rare e risorse naturali, con una popolazione in costante crescita, tanto che si prevede che nel 2050 raggiungerà i 2,5 miliardi di persone (dagli attuali 1,4 miliardi). L'Africa sconta debolezze e fragilità dovute a diversi fattori. Sempre più, fortunatamente, si legge di percorsi, progetti, iniziative e sostegni per rilanciare l'agricoltura.
La Nigeria punta a raddoppiare la produzione di latte nei prossimi cinque anni, il Nord Africa è in fermento per sostenere la zootecnia, l'olivicoltura e l'orticoltura, l'Africa subsahariana punta su zootecnia ed energie rinnovabili. Il Ruanda ha lanciato nei giorni scorsi un piano di investimenti per la Climate-Smart Agriculture (CSA Investment Plan) in collaborazione con il Rwanda Green Fund e la Società Finanziaria Internazionale (Ifc). Sul piatto, opportunità di investimento privato per un importo di 449,7 miliardi di franchi ruandesi (335,4 milioni di dollari) in progetti volti a migliorare e aumentare la produzione alimentare nazionale, favorendo la creazione di posti di lavoro.
Per il direttore de Il Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, "l'Africa è un passaggio fondamentale per l'Europa e l'Italia. Vale un terzo delle risorse minerarie globali, è un continente giovane e crescerà ancora. L'Africa è protagonista, serve una strategia dell'attenzione. C'è chi lo ha già capito, dalla Russia alla Cina".
Investire in agricoltura in Africa significa offrire opportunità alla popolazione locale, innescando opportunità anche in termini di sanità e istruzione, driver fondamentali per una crescita stabile e attenta agli abitanti.
Decreto Flussi, novità positive
Contro l'allarme manodopera in agricoltura il Governo ha approvato un nuovo "Decreto Flussi", il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) con cui vengono definite le quote di ingressi di migranti regolari. Il nuovo Dpcm dovrebbe consentire 500mila arrivi per il triennio 2026-2028, 164.800 ingressi l'anno tra lavoratori stagionali e non, colf e badanti. A beneficiarne, appunto, anche l'agricoltura, il settore che - secondo Il Sole 24 Ore - chiede il maggior numero di lavoratori extraeuropei: 100mila stagionali e 10mila non stagionali, ogni anno, per la pesca e la filiera agroalimentare. In pratica, 330mila lavoratori stranieri nel triennio. È una domanda superiore rispetto agli ingressi consentiti dall'ultimo Decreto Flussi 2023-2025, che nasce dalla difficoltà di sostituire i lavoratori che vanno in pensione.
Senza la manodopera l'agricoltura non va avanti. Lo ha scoperto anche il presidente americano Donald Trump, che dopo aver adottato la linea dura contro clandestini e migranti, ha dovuto prendere coscienza del fatto che senza lavoratori i prodotti coltivati restano nei campi.
Ora si superino gli scogli dei click day ed entrambe le parti - imprenditori e lavoratori - si impegnino, da un lato per garantire condizioni di lavoro serie, trasparenti, rispettose dei diritti, dall'altro, però, i lavoratori mettano a frutto l'impegno necessario, perché le imprese agricole non sono dei parcheggi per scansafatiche.
Agricoltura di precisione anche per i giardini
La notizia l'ha rilanciata il Financial Times, che come tutti gli inglesi quando parla di giardini lo fa con serietà e passione: agricoltura di precisione, digital farming e intelligenza artificiale potrebbero contribuire a progettare e curare i giardini del futuro.
Dall'agricoltura al gardening, per individuare le specie più resilienti, favorire la biodiversità, contrastare i cambiamenti climatici, migliorare il paesaggio. Con una precisazione: l'uomo dovrà restare al centro dell'attività, governare e non farsi governare dall'intelligenza artificiale. Le buone pratiche si diffondono. Bene così. Lo sapeva bene anche Cicerone: "Se hai un giardino vicino alla biblioteca, non ti mancherà nulla".
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