I piccoli frutti rallentano nella crescita dopo una corsa che dura da anni, "il comparto sta entrando nella fase di consolidamento", ha spiegato Tomas Bosi del Cso Italy a Macfrut 2025.

 

All'ultima edizione della fiera dell'ortofrutta, che quest’anno ha visto 61mila presenze, con un +10% sul 2024, è stato infatti fatto il punto sulle superfici dei piccoli frutti in Italia e sulle prospettive di mercato. Alla tre giorni riminese si è svolta una full immersion che ha affrontato molteplici aspetti della coltivazione dei piccoli frutti, dai mirtilli ai lamponi alle fragole. Ad ospitarla è stata la nuova area della fiera che ha preso il nome di "Berry Area" e che è stata voluta, oltre che da Macfrut, da NCX Drahorad in collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche.

 

Proprio al Cso Italy è stato affidato il compito di inquadrare i numeri del comparto, aggiornandoli. Il Centro Servizi ha anche lanciato per la prima volta il progetto triennale "Berry Swing" che vuole promuovere proprio il consumo dei piccoli frutti in Italia e in Germania, in particolare fra i giovani. Guardando alle aree di produzione, la fotografia scattata dal Cso Italy mostra una superficie di 2.509 ettari in Italia (-1% sul 2023). Il Piemonte continua ad essere leader indiscusso con 780 ettari, ma gli areali si sono allargati anche al Sud (250 ettari fra Sicilia, Campania e Calabria). Si stimano 1.608 ettari a mirtillo nel 2024 (+1% sul 2023 e +32% sul 2019).

 

Le superfici dei mirtilli in Italia

Le superfici dei mirtilli in Italia

(Fonte foto: Relazione di Tomas Bosi del Cso Italy)

 

Secondo la relazione poi presentata da Thomas Grandperrin di Agronometrics, in Italia predomina la varietà Ventura, in Sicilia, a basso fabbisogno di freddo, mentre al Nord resta ancora diffusa Duke, ad alto fabbisogno di freddo. Se il mirtillo continua a crescere, anche se meno, il lampone vede le superfici ridursi con 440 ettari nel 2024, in calo sia sul 2023 sia rispetto al 2019 (-7%). La mora invece è protagonista di una continua crescita, anche se le superfici restano limitate. Si tratta di 264 ettari nel 2024, contro i 210 del 2019. Guardando all'Europa e ai piccoli frutti in generale, l'Italia vale ancora solo il 2-3% del totale, con Polonia, Spagna e Germania protagoniste della produzione.

 

Di fronte a superfici che sembrano stabilizzarsi intorno ai 2.500 ettari, non si fermano i consumi e infatti proprio Thomas Grandperrin, a proposito in particolare del mirtillo, ha avuto modo di sottolineare come, per soddisfare la domanda interna, l'Italia sia costretta a importare. Guardando più in generale ai consumi dei piccoli frutti, fragole comprese, secondo i dati presentati da Daria Lodi del Cso Italy, nel 2024 le famiglie italiane ne hanno acquistati 94.432 tonnellate. Le fragole rappresentano l'82% dei consumi mentre il restante 18% è suddiviso fra mirtilli, more, ribes, lamponi e altri. C'è poi una buona notizia che riguarda i primi due mesi del 2025, secondo i dati comunicati durante l'evento i fruttini hanno segnato un +52% nei consumi.

 

Fra i piccoli frutti strettamente intesi, il mirtillo rappresenta il 77% degli acquisti degli italiani. Ha infatti superato le 12mila tonnellate consumate nel 2024 (+21% sul 2023). I lamponi sono stabili, mentre le more hanno segnato un +30% sul 2023. Gli acquisti dei berries (fragole escluse) si concentrano al Nord Ovest, area che vale intorno al 50% del consumo ed area nella quale si concentra anche la produzione. Sud e Sicilia valgono solo l'8% dei consumi che però hanno segnato un +11% sul 2023. Secondo i dati, il consumatore perfetto di piccoli frutti in Italia risiede nel Nord Ovest del Paese, è giovane e fa parte di un nucleo familiare ristretto, spesso è single.

 

Berries: i dati del Cso a Macfrut 2025

 

Mirtillo superstar

Un panel, condotto da Agronometrics, piattaforma americana che raccoglie ed elabora dati di mercato per l'industria del fresco, è stato dedicato specificamente alla situazione del mirtillo nel mondo e in Italia. È proprio il mirtillo, infatti, fra i berries, la superstar. Secondo l'ultimo rapporto dell'International Blueberry Organization (Ibo), nel 2023 erano 262.417 gli ettari coltivati a mirtillo nel mondo, circa il 14% non in produzione. La produzione è stata di 1.795.000 tonnellate, fortemente condizionata quell'anno da El Niño, in Sud America. I primi dieci Paesi al mondo per produzione di mirtilli freschi concentrano l'84%, in ordine, nel 2023 c’erano Cina, Perù e Usa. Nei primi dieci stanno salendo rapidamente Polonia (59mila tonnellate) e Marocco (52mila tonnellate).

 

Fra le tendenze individuate a livello mondiale c'è il balzo fra gli importatori di mirtilli dell'Irlanda, con un +398% fra il 2023 e il 2024, con 9.466 tonnellate importate. L'Irlanda non è però l'unico Paese che sta iniziando a chiedere con insistenza mirtilli, si segnalano anche Turchia, India, Taiwan, Vietnam e in generale i Paesi del Golfo. La Francia si sta mettendo in evidenza invece come esportatore. I Paesi Bassi fanno da hub in Ue e proprio i miglioramenti in fatto di logistica stanno portando l'Europa a una maggiore competitività. Il cambiamento climatico comunque è in grado di influenzare le stagioni e il commercio mentre i buyer cercano qualità superiore, affidabilità di forniture e stanno cercando quindi di diversificare le fonti di approvvigionamento.

 

Considerando specificamente l'Italia, Agronometrics ha confermato i dati già illustrati dal Cso Italy, sottolineando come la domanda interna di mirtilli sia importante e per questo l'Italia, che ha una stagione concentrata fra aprile e agosto, con un picco di produzione a giugno, importa mirtilli. Le importazioni arrivano soprattutto da Spagna (5.703 tonnellate nel 2024), Olanda (3.714 tonnellate nel 2024) e Francia (1.880 tonnellate nel 2024). Il totale dell'import nel 2024 si è attestato sulle 14.800 tonnellate. Nonostante la domanda interna, l'Italia esporta comunque quasi 3mila tonnellate (dato 2024), prevalentemente in Uk, per un valore di circa 20 milioni di euro. Il prezzo dei mirtilli esportati nel 2024 si è attestato in media sui 7,23 euro/chilogrammo, decisamente di più della maggior parte dell'altra frutta fresca.

 

L'Italia può avvantaggiarsi del fatto che sul territorio sono presenti diversi microclimi e che la maggior parte degli impianti è coperta, ma sono molte le problematiche da affrontare, Grandperrin le ha evidenziate. Purtroppo spesso le varietà sono datate, la finestra di produzione è breve e i costi di produzione sono molto alti in Italia. C'è incombente e non risolto il problema di Drosophila suzukii e naturalmente il cambiamento climatico è un rischio onnipresente. D'altra parte il consumo domestico continua ad aumentare e nuovi consumatori si affacciano. Thomas Grandperrin ha poi sottolineato come il consumatore cerchi sempre più qualità premium che non riesce a trovare.

 

Un momento dell'incontro nella Berry Area a Macfrut 2025

Un momento dell'incontro nella Berry Area a Macfrut 2025

(Fonte foto: Barbara Righini - AgroNotizie®)

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