L'agricoltura europea sta attraversando una crisi profonda, che vede ogni giorno nuove aziende trascinate in una condizione di fragilità e vulnerabilità, strette tra crisi di mercato, aumenti dei costi di produzione, avversità climatiche, malattie degli animali e delle piante.

 

Il tutto avviene incessantemente e nonostante le modifiche approvate alla Politica Agricola Comune nel corso di questo 2024 tumultuoso, che ha visto i trattori sfilare in segno di protesta fin sotto le sedi principali delle istituzioni comunitarie a Bruxelles. Ma le modifiche alla Pac approvate a invarianza di budget hanno un impatto limitato, viste le sfide da affrontare: dai cambiamenti climatici alle turbolenze dei mercati.

 

Eppure qualcosa a Bruxelles sta cambiando e sembra che l'Ue possa avviare - finalmente - riforme strutturali dell'architettura della Pac. E tutto questo avrebbe già un luogo ed una data di inizio: a Bruxelles il 4 settembre 2024. Un solo giorno e una sola città che potrebbero segnare il punto di svolta, poche ore che potrebbero aver già innescato un processo in grado di cambiare i destini dell'agricoltura continentale.

 

Per ora si tratta solo di una solida ipotesi, ma gli ingredienti per un deciso cambio di prospettiva politica - aumentare il budget per rendere le misure più efficaci - sembrano esserci tutti, anche se ammantati dal velo di necessaria coerenza con gli obiettivi della politica comunitaria sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale e del quadro competitivo nel quale le imprese agricole dovranno continuare vivere.

 

Gli eventi del 4 settembre

Ieri l'altro a Bruxelles la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato che la nuova visione della roadmap sul futuro dell'agricoltura europea sarà pronta entro i primi cento giorni del prossimo mandato della Commissione, allo scopo di "garantire un reddito equo e sufficiente ai nostri agricoltori", ma anche per sostenere gli obiettivi di sostenibilità per un'agricoltura che "lavora per la natura e con la natura" e per consentire una "riduzione degli oneri amministrativi per le aziende per rendere il settore competitivo". In pratica: più soldi per sostenere i redditi, ma anche per aiutare le aziende nella fase della transizione ecologica e meno burocrazia.

 

Queste parole sono state pronunciate dalla von der Leyen all'atto della presentazione di un importante documento, la cui elaborazione era stata richiesta proprio dalla Commissione: la relazione finale del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'Ue, consegnatale dal presidente del gruppo, il professor Peter Strohschneider.

 

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Il professor Peter Strohschneider e Ursula von der Leyen dialogano a Bruxelles sul futuro dell'agricoltura europea

(Fonte: © European Union, 2024, CC BY 4.0 - Ec - Audiovisual Service)

 

La relazione, dal titolo "Una Prospettiva Condivisa per l'Agricoltura e l'Alimentazione in Europa", forte di 110 pagine, si articola in 14 raccomandazioni suddivise in 5 pilastri e che - secondo una nota della Commissione Ue - sono "idee che guideranno il lavoro della Commissione Europea nella definizione di una visione per l'agricoltura e l'alimentazione".

 

Ma non accade solo questo il 4 settembre 2024 a Bruxelles, perché nella stessa giornata la Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, adotta il Parere, a firma del relatore Daniel Buda e completo di emendamenti, sul bilancio 2025 dell'Unione Europea con 37 voti a favore, 6 contrari e 3 astenuti, sparando bordate ad alzo zero sui magri stanziamenti riservati per il 2025 all'agricoltura dell'Unione.

 

Una per tutte: si prende atto che per il 2025 sono disponibili 53,75 miliardi di euro in impegni e 51,12 miliardi in pagamenti per l'agricoltura, si esprime rammarico per la diminuzione rispetto al 2024 e si chiede "un aumento del bilancio" per il 2025. E c'è di più: il parere al bilancio contiene anche un invito ad incrementare il budget per l'agricoltura dal prossimo quadro finanziario pluriennale, quello della programmazione che inizierà nel 2028.

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La relazione finale del dialogo strategico

Ecco quali sono i contenuti essenziali della relazione redatta dal gruppo di 29 tra i principali portatori di interessi del settore agroalimentare europeo, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico con l'obiettivo di definire una comprensione e una visione comuni per il futuro dei sistemi agricoli e alimentari dell'Ue e che hanno colpito favorevolmente la presidente della Commissione Ue von der Leyen.

 

La relazione indica che la produzione alimentare e agricola costituisce un elemento essenziale della società europea e della sua sicurezza e che la diversità della produzione alimentare e agricola europea rappresenta una risorsa significativa. I membri del dialogo strategico concordano sul fatto che gli aspetti della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel settore agroalimentare possono rafforzarsi a vicenda, in particolare se sostenuti da misure politiche coerenti. Hanno inoltre sottolineato il ruolo dei mercati, delle abitudini alimentari e dell'innovazione nel promuovere la sostenibilità.

 

Nel capitolo sulla Pac del futuro, in cui si raccomanda di assegnare sostegno diretto agli agricoltori che ne hanno più bisogno, invece di continuare a legare i sussidi solo alla quantità di terra di loro proprietà e agli standard ambientali obbligatori. Sostenere gli agricoltori più bisognosi di aiuto dovrebbe prevenire l'abbandono delle aziende agricole e contribuire a garantire agli agricoltori un reddito dignitoso, rivolgendosi a quelli più in difficoltà, in particolare le aziende agricole piccole e miste, i giovani agricoltori, i nuovi operatori e le aree soggette a vincoli naturali. Va da sé che un tale cambio di paradigma - data la situazione di crisi diffusa in vaste aree d'Europa - difficilmente sarebbe applicabile a parità di budget e salterebbero i criteri di convergenza.

 

Ma c'è un altro elemento ancora più oggettivo che lascia pensare chiaramente ad un incremento anche notevole del budget: per accompagnare le sfide della transizione, la relazione finale suggerisce di affiancare alle risorse della Pac un "fondo temporaneo per la transizione giusta".

 

Più in generale, le 14 raccomandazioni contenute nella relazione si articolano su 5 pilastri, eccoli.

  • Lavorare insieme per un futuro sostenibile, resiliente e competitivo: questa sezione affronta la necessità di adeguare la Pac nel contesto dell'attuale transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e competitivi, l'importanza di rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena del valore alimentare, l'accesso ai finanziamenti e il ruolo del commercio e delle norme internazionali.
  • Progredire verso sistemi agroalimentari sostenibili: le raccomandazioni formulate nell'ambito di questa sezione sottolineano l'importanza del sostegno e della promozione di pratiche agricole sostenibili, anche per quanto riguarda l'allevamento, e invitano a promuovere una maggiore consapevolezza per quanto riguarda il benessere degli animali e la responsabilizzazione dei consumatori, affinché optino per regimi alimentari sostenibili ed equilibrati.
  • Promuovere la resilienza trasformativa: alla luce dei crescenti rischi climatici ed economici, la relazione sottolinea la necessità di rafforzare gli strumenti di gestione dei rischi e la gestione delle crisi, nonché di preservare e gestire meglio i terreni agricoli, promuovere un'agricoltura resiliente alla carenza di risorse idriche e sviluppare approcci innovativi in materia di selezione vegetale.
  • Costruire un settore attraente e diversificato: l'importanza del ricambio generazionale e della parità di genere, nonché di zone rurali e sistemi agroalimentari dinamici è illustrata in dettaglio in questa sezione, compresa la necessità di tutelare i lavoratori.
  • Migliorare l'accesso alle conoscenze e all'innovazione e servirsene in modo più efficace: la conclusione delle raccomandazioni sottolinea il fatto che è necessario facilitare l'accesso alle conoscenze e alle competenze e che la digitalizzazione rappresenta un'opportunità.

 

La relazione elaborata dal dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'UE è indirizzata alla Commissione europea, al Parlamento europeo, agli Stati membri e ai portatori di interessi.

 

Il primo passo a questo punto tocca alla Commissione, che dovrà formulare la "visione" sulla base della quale tutti gli organi dell'Unione potranno avviare il processo di riforma degli strumenti della Pac.

 

Parlamento Ue, il Parere sul bilancio agricolo

Spulciando tra i punti del Parere sul bilancio Ue 2025 adottato il 4 settembre scorso dalla Commissione Agricoltura il dato che emerge è la singolare coincidenza tra le indicazioni emerse dalla relazione del dialogo strategico e il tenore complessivo del Parere espresso della Comagri dell'Eurocamera. Ecco alcuni esempi.

 

Il primo pilastro delle raccomandazioni contenute nel report fa leva sulla necessità di lavorare per un futuro sostenibile dell'agricoltura, a partire dal piano economico, rafforzando la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare. L'emendamento al parere dello stesso relatore Buda, con il quale si chiede un incremento del budget agricolo 2025, si motiva la richiesta con la necessità per gli agricoltori di affrontare "l'impatto delle importazioni da Paesi terzi in assenza di clausole speculari, i prezzi crescenti dei fattori di produzione, i fenomeni meteorologici avversi estremi e i frequenti danni provocati da malattie animali".

 

A dirla tutta, il Parere, contiene anche un altro sonoro invito. Intanto la Comagri "deplora i tagli del bilancio della Pac nell'ambito della revisione del Quadro finanziario pluriennale" corrente, il 2022-2027 e poi chiede "un aumento del bilancio della Pac nel prossimo Quadro finanziario pluriennale per garantire la sicurezza alimentare e un reddito equo per gli agricoltori". E reddito equo, guarda caso, è la stessa locuzione utilizzata proprio dalla von der Leyen all'atto della presentazione della relazione sul dialogo strategico.

 

E se il quinto pilastro delle raccomandazioni contenute nella relazione finale del dialogo strategico punta molto sulla necessità di sostenere l'innovazione in agricoltura, ci sono più emendamenti al parere sul bilancio espresso dalla Commissione Agricoltura che spingono per un rafforzamento del budget agricolo del programma di ricerca Horizon Europe.

 

Ancora: tra gli emendamenti al parere sul bilancio c'è quello che riguarda la siccità e la tutela dell'agricoltura dai cambiamenti climatici dove si punta a rafforzare "la resilienza idrica e la capacità di adattamento e sostenendo le misure volte ad attenuare la minaccia del cambiamento climatico per i sistemi agricoli". Un testo che sembra echeggiare il terzo pilastro della relazione finale del dialogo strategico, che parla proprio della necessità di incrementare la resilienza dell'agricoltura europea rispetto ai rischi connessi al cambiamento del clima.

 

 E se il testo del parere al bilancio 2025 contiene un forte richiamo al "rafforzamento di tutte le misure volte all'inserimento dei giovani in agricoltura", il quarto pilastro delle raccomandazioni del dialogo strategico punta soprattutto sul ricambio generazionale del settore per renderlo più forte e competitivo.

 

E sempre la relazione del dialogo strategico raccomanda con forza - al secondo pilastro - il rafforzamento degli strumenti per la gestione del rischio, viste le numerose avversità che aggrediscono il settore: ma sembra quasi di rileggere il parere su bilancio della Comagri che "sottolinea la necessità di affrontare meglio l'impatto delle inondazioni, della siccità e degli incendi boschivi sulla produzione primaria, la sicurezza alimentare e il reddito degli agricoltori".

 

Un percorso ancora lungo

Va detto che il Parere della Comagri al bilancio dell'Unione per il 2025 completo di emendamenti non solo dovrà affrontare l'aula di Strasburgo, ma è soggetto ad essere sacrificato in tutto o in parte sull'altare dell'accordo necessario tra il Consiglio Ue e l'Eurocamera. Va considerato pure che le promesse della von der Leyen dovranno essere mantenute nella "visione per la roadmap dell'agricoltura europea del futuro" per essere qualcosa in più di una mera dichiarazione di principio.

 

Ma il fatto che Commissione e Parlamento Ue non solo iniziano a capire che occorre andare in direzione dell'aumento del budget agricolo, ma sembrano anche aver adottato un linguaggio simile individuando le stesse priorità è già di per sé una buona notizia, che potrebbe aprire spiragli e prospettive fino ad ora insperati.