È di qualche giorno fa la notizia del ritrovamento nel porto di Genova di una colonia di Apis florea, nel carico di una nave proveniente dall'India.
Notizia che è stata rilanciata dalle testate giornalistiche regionali, dopo che i tecnici dell'associazione apistica Alpa miele, contattati per recuperare le api, si sono accorti che non si trattava della nostra specie di api da miele, Apis mellifera.
Da qui l'identificazione degli insetti come Apis florea, fatta da Marco Porporato dell'Università di Torino e da Claudio Porrini dell'Università di Bologna, e la conseguente decisione di sopprimerle, in quanto specie aliena.
Ma chi è quest'ape? Nota anche come ape nana asiatica, Apis florea Fabricius è una specie originaria del Sud Est asiatico, più piccola della nostra Apis mellifera, ma molto simile ad una altra specie, Apis andreniformis, con cui spesso viene confusa, anche perché originaria delle stesse zone.
Apis florea forma alveari di poche centinaia di insetti, su un unico favo, di solito appeso ad un ramo di una pianta sempreverde e praticamente non punge. Anche se ha il pungiglione infatti ha una aggressività minima che la rende di fatto innocua per le persone.
Anzi, questa sua docilità fa sì che possa essere usata in apicoltura, ma non tanto per il miele, perché le quantità prodotte sono molto modeste, ma più che altro per l'impollinazione guidata.
Attualmente Apis florea è diffusa in tutto il Sud Est asiatico continentale, in Sry Lanka, Pakistan, India - da dove provenivano quelle arrivate a Genova - e in alcune zone del Medio Oriente come Iran, Oman, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Sudan, in una fascia compresa tra i 6° a 34° di latitudine Nord.
Un caso di introduzione accidentale di questa specie si ebbe una quindicina di anni fa nel golfo di Aqaba sul Mar Rosso, dove Apis florea, probabilmente arrivata anche in questo caso su un mercantile, ha colonizzato - per non dire invaso - le 2 città che si affacciano fianco a fianco sul golfo: Aqaba in Giordania e Eilat in Israele (circa 29° di latitudine Nord).
Una "invasione" che ha dato come principale problema, un fastidio per i turisti dei resort della zona, dal momento che in questa regione particolarmente arida, le operaie di quest'ape danno letteralmente l'assalto a qualsiasi cosa contenga acqua dolce, dalle piscine alle bibite, meglio se dolci. Pur non pungendo nessuno.
E a Genova che poteva succedere? Non è facile dirlo con sicurezza, anche se con tutta probabilità siamo decisamente troppo a Nord perché questa specie possa stabilirsi e superare l'inverno.
Ma in ogni caso la soppressione della colonia è stato un intervento opportuno e necessario.
Un'attenzione fondamentale per salvaguardare la biodiversità, soprattutto quella delle api.
Un'attenzione che dovrebbe essere sempre alta, sia per gli organismi che arrivano (e continueranno ad arrivare) accidentalmente, sia per quelli che vengono acquistati per uso apistico o agricolo, api da miele comprese.