Nel corso della riunione degli assessori all'Agricoltura delle regioni e province autonome in seno alla Commissione Politiche Agricole, che si è tenuta a Roma il 3 giugno 2022, è stata discussa la nuova proposta del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, sui criteri di riparto tra le regioni del Feasr, Fondo Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, a valere sul secondo pilastro della Politica Agricola Comune 2023-2027: i Programmi di Sviluppo Rurale regionali.

 

Riparto Feasr con criteri oggettivi

Con il superamento del criterio storico, legato alla programmazione 2014-2020 e protrattasi fino al 2022, tornano in buona sostanza i cosiddetti "criteri oggettivi" di riparto del Feasr, tanto cari alla dirigenza del Mipaaf: i maggiori finanziamenti saranno riservati alle regioni con più ettari coltivati, maggiori dimensioni medie aziendali e maggiore redditività aziendale, criteri che in buona sostanza avvantaggiano le regioni del Nord e che intendono spingere l'agricoltura italiana ad essere nel complesso più competitiva in Europa. Ma il ministro ha previsto forti correttivi sul fronte del cofinanziamento nazionale, a partire dalla quota che dovranno mettere le regioni che vedranno i budget tagliati in conto Feasr.

 

I maggiori esborsi a carico degli enti territoriali del Sud sono talmente importanti da spingere il titolare del Mipaaf a prevedere un Fondo perequativo sulla nuova Legge di Bilancio per il 2023 per 100 milioni di euro all'anno a partire dall'anno prossimo, per aiutare le regioni del Sud, che vedrebbero altrimenti ricadere sui propri magri bilanci l'effetto della emigrazione finanziaria del Feasr verso Nord.

 

La Campania verso un sì condizionato

L'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, ha affidato il suo commento ad un post pubblicato su Facebook, dove ha spiegato le ragioni di un suo sì condizionato a questa soluzione trovata dal ministro ed espresso durante l'adunanza della Commissione Politiche Agricole.

È lo stesso assessore Caputo che ancora qualche tempo fa minacciava ricorsi giurisdizionali ove non fossero stati rispettati "i criteri a fondamento della politica comunitaria di perequazione delle risorse tra le regioni".


"Nel mio intervento - ha scritto l'assessore Caputo - ho ribadito tutte le mie perplessità sulla proposta, chiedendo innanzitutto al ministro di non chiamare quei criteri oggettivi, perché non lo sono, ma semplicemente nuovi". L'assessore, pur sottolineando che si tratta di "criteri non oggettivi, non congrui e nemmeno coerenti con le finalità del Feasr, che dovrebbero essere quelle di consentire alle regioni in ritardo di recuperare il gap", ha espresso apprezzamento per lo sforzo compiuto dal ministro, "che ha cercato di far quadrare i conti, tenendo nella debita considerazione le esigenze di tutte le regioni nella nuova proposta".


"Siamo riusciti ad ottenere - ha affermato Caputo nel post - due cose molto importanti: l'impiego di un tesoretto di circa 60 milioni di euro per coprire le perdite nette in termini di quota Feasr (la Campania recupererebbe circa 22 milioni) e l'impegno del ministro a prevedere nella prossima Legge di Bilancio 500 milioni di euro, vale a dire 100 milioni all'anno per 5 anni, per andare incontro alle regioni che, per effetto dell'aumentata quota di cofinanziamento nazionale, dovrebbero impegnare maggiori risorse finanziarie per aumentare la spesa pubblica".In questo caso la Campania dovrebbe recuperare tra 6 e 7 milioni per anno.


"Insomma la proposta, pur di superare i criteri storici - ha evidenziato l'assessore Caputo -, comporta l'applicazione di un algoritmo e alcuni aggiusti che ricondurrebbe il riparto ad una condizione per cui nessuna Regione dovrebbe perdere rispetto al riparto che avrebbe conseguito rispetto all'applicazione dei criteri cosiddetti storici".


"Questi criteri - ha aggiunto l'assessore - non potranno assolutamente essere considerati, in futuro, alla base di nuovi riparti e nell'eventuale intesa la nostra posizione sarà condizionata dalla necessità di evidenziare la particolarità della situazione attuale, che consente, per effetto dell'impiego di risorse nazionali, di bilanciare le perdite determinate dall'utilizzo dei nuovi criteri e, quindi, i criteri dei nuovi futuri riparti andranno scelti con oggettività".


In merito al Primo pilastro della Pac, l'assessore Caputo ha infine affermato che "la posizione dell'Italia circa le 244 osservazioni pervenute da Bruxelles dovrà essere condivisa dalle regioni" e che si dovrà tenere conto di alcuni aspetti già più volte evidenziati come "ecoschemi, non attenzione alle peculiarità delle agricolture delle diverse regioni, biologico e aree interne".