Presidente Frascarelli, quali sono gli obiettivi principali che si pone per il suo mandato?
"Il mio mandato come presidente di Ismea è focalizzato a proseguire l'azione dell'istituto su funzionamento dei mercati e delle filiere, sviluppo delle imprese, implementazione della nuova Pac e gestione del rischio".
Pac 2023-2027. Quali sono le opportunità per l'Italia e come Ismea può fungere da intermediario per far cogliere le occasioni alle aziende agricole italiane?
"La Pac 2023-2027 va nella giusta direzione, come ha detto chiaramente il ministro Patuanelli, ma rischia di essere molto complessa. Su questo fronte, saranno importanti anche le scelte che verranno fatte a livello nazionale che potranno, entro certi limiti, semplificarne l'attuazione. Due sono le parole chiave: transizione ecologica e innovazione. L'agricoltura italiana non può sottrarsi al percorso di transizione ecologica e non deve avere timore di alzare l'asticella. Se ben gestito e compreso, si tratta di un processo che in prospettiva aiuterà a rafforzare la reputazione dei nostri prodotti sui mercati interni e mondiali. E poi l'innovazione è strumentale alla transizione ecologica, risultando una leva fondamentale per la creazione di valore e, in definitiva, per la competitività del sistema. Se l'agricoltura italiana saprà ben integrare sostenibilità e innovazione, potrà certamente vivere una stagione di grandi e positivi cambiamenti".
Capitolo Pnrr. Gli agricoltori italiani si aspettano molto da questo strumento. In che modo Ismea può aiutare le imprese agricole a veicolare questo importante pacchetto di risorse?
"Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è indubbiamente una grande occasione per il rilancio del paese, basti pensare ai fondi stanziati per l'agrisolare, lo sviluppo della logistica, la meccanizzazione 4.0, i contratti di filiera e le risorse idriche.
Ismea è, come sempre, a disposizione del Mipaaf e del settore per dare il suo contributo in termini di competenze e operatività".
Il tema della gestione del rischio diventa sempre più fondamentale per gli agricoltori italiani. Ismea, attraverso la nuova Pac, cosa può fare per rendere più efficiente per le aziende agricole italiane la gestione del rischio?
"La gestione del rischio è a rischio. Il tema è sempre più all'ordine del giorno; il nostro sistema di gestione del rischio, che a livello europeo rappresenta la punta avanzata, è messo a dura prova da tre anni molto difficili e pesanti in termini di danni alle produzioni agricole che hanno messo in crisi molte compagnie di assicurazione e riassicurazione, le stesse hanno più volte dichiarato l'impossibilità di garantire le coperture nei prossimi anni per tutte le colture. La politica è ben cosciente dell'impasse che si è creata e quindi della necessità di riformare ed innovare il sistema per creare le migliori condizioni per rilanciare lo strumento assicurativo a favore della stabilizzazione dei redditi degli agricoltori. Ecco, quindi, che il ministro Patuanelli è riuscito ad ottenere dalla Pac risorse aggiuntive a quelle già presenti, che saranno destinate ad implementare un nuovo strumento, il fondo mutualistico per le avversità catastrofali, che il ministero dovrà mettere in campo per i prossimi cinque anni. L'Ismea fornisce il necessario supporto tecnico affinché la politica di gestione del rischio, con i suoi strumenti, riesca a dare le idonee coperture alle imprese agrozootecniche".
Da mesi si verificano forti tensioni sui mercati con i prezzi delle materie prime, in particolare nei cereali. Quali sono le condizioni attuali e cosa ci si può aspettare per il futuro? Ismea può svolgere qualche funzione?
"Non è la prima volta che il mercato evidenzia situazioni di tensione a livello internazionale, già nel 2007/2008 si era vissuta una situazione analoga. Gli effetti dei cambiamenti climatici, la crescita della popolazione mondiale e l'evoluzione degli stili di consumo devono però far riflettere sulla necessità di uscire da rapporti di filiera basati sulla speculazione immediata in favore di un'ottica più ampia di sistema. In questo caso il ruolo dell'Ismea è quello tradizionale di monitoraggio e garanzia di trasparenza al fine di evitare speculazioni ma piuttosto, di agevolare scelte opportune sia da parte delle istituzioni che da parte delle imprese".
In Italia abbiamo oltre 300 colture agrarie che sono vere e proprie specialties che non possono in alcun modo competere nella guerra al ribasso dei prezzi delle commodities agricole mondiali. In che modo Ismea può sostenere gli agricoltori italiani nella valorizzazione di questi prodotti?
"Questa è la vera forza dell'Italia: la differenziazione delle nostre produzioni che ci consente di uscire dalla logica dei prezzi bassi e dalla concorrenza di prezzo. Da questo punto di vista Ismea intende favorire la conoscenza dei mercati delle specialties, non limitarsi solamente ai mercati delle commodities, ma intende svolgere questo ruolo di trasparenza e di comunicazione dei prodotti. Ismea svolge già questo lavoro da tanti anni ma sarà ulteriormente rafforzato, perché l'agroalimentare italiano ha un obiettivo chiaro: la differenziazione per poter creare più valore e più reddito per le imprese, in particolare di quelle agricole".
Al Macfrut 2021 è stato presentato lo strumento "Ismea Investe". Quali obiettivi si pone Ismea con questo nuovo progetto?
"'Ismea Investe' è finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese agroalimentari italiane, Ismea diventa partner di un progetto di sviluppo con un importo che può oscillare da due a venti milioni di euro. Lo strumento quindi affronta uno degli annosi problemi del nostro tessuto imprenditoriale che è il sottodimensionamento, ha una sua flessibilità ed è adatto soprattutto per le grandi imprese che investono, il bando è già disponibile sul sito per tutti gli operatori interessati. Allo stesso tempo ci sono altri strumenti per lo sviluppo delle imprese, 'Più Impresa' consente di erogare contributi a fondo perduto fino al 35% delle spese ammissibili e un mutuo a tasso zero per il restante 60% dell'investimento, è dedicato a micro, piccole e medie imprese agricole gestite da giovani, di età compresa tra i 18 e i 41 anni, e da donne. Per rilanciare lo sviluppo occupazionale femminile in agricoltura, c'è lo strumento 'Donne in campo', con la concessione di mutui fino a 300mila euro. L'obiettivo è accrescere le dimensioni dell'agroalimentare italiano, rimettere al centro il binomio giovani e agricoltura, rendere l'innovazione sempre più accessibile e rafforzare le imprese per renderle più competitive sul mercato interno e sul mercato mondiale".
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