L'agricoltura europea si trova in mezzo al guado. Sui tavoli di Bruxelles ci sono tre dossier importanti per il futuro del settore primario: la nuova Pac (Politica agricola comune) che dovrà entrare in vigore dal 2023. La strategia From farm to fork, che ha l'ambizione di ridisegnare il comparto agroalimentare europeo in un'ottica green. E il New generation EU che, per rilanciare l'economia del vecchio continente post Covid-19, stanzia nuovi fondi anche per il settore primario.
 
A livello europeo si somma quello nazionale, visto che il 2021 sarà l'anno in cui dovrebbe vedere la luce il nuovo Pan (Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari).

Insomma, per gli agricoltori si sta aprendo un periodo di cambiamento che come tale porta con sé incertezze e anche qualche preoccupazione. Il quadro però sembra essere ben delineato: all'agricoltura viene chiesto di essere maggiormente sostenibile e buona parte dei fondi oggi disponibili saranno legati a questo mantra.

Meglio dunque attrezzarsi per arrivare preparati all'appuntamento. Per coniugare redditività e sostenibilità delle produzioni la strada obbligata è quella dell'innovazione, del fare squadra a livello di territorio e di filiera, dell'essere lungimiranti ed intraprendenti.


L'agricoltura sarà sostenibile o non lo sarà?

Ma andiamo con ordine. Attualmente gli agricoltori sono orfani della nuova Pac che sarebbe dovuta entrare in vigore il primo gennaio 2021. Storicamente Bruxelles non è mai arrivata puntuale con questo appuntamento, ma l'emergenza Covid-19 ha imposto uno slittamento di ben due anni, un ritardo che non si era mai visto prima. Niente paura però, perché nel 2021 e nel 2022 rimarrà in vigore l'attuale impianto della Politica agricola comune.
 
La buona notizia è che nell'ambito del New generation EU, il piano da 1.800 miliardi di euro varato dalla Commissione per far fronte alla crisi causata dalla pandemia di coronavirus, ben 925 milioni di euro saranno stanziati per il settore primario italiano. Nuove risorse che tuttavia sono vincolate visto che il 37% dovrà essere destinato alle misure ambientali, mentre il 55% finirà a sostenere startup, giovani e aziende agricole resilienti e digitali.

Sostenibilità ambientale e innovazione sono le parole chiave anche della nuova Pac. La bozza sul tavolo è stata presentata più di due anni fa dall'allora commissario Phil Hogan e prevedeva una piccola rivoluzione nell'impianto generale, ad esempio mettendo gli Stati nazionali al centro della Politica agricola comune. Ma un secondo grande cambiamento è avvenuto lo scorso maggio, quando la Commissione von der Leyen ha presentato la strategia From farm to fork.

Bruxelles vuole infatti traghettare il vecchio continente verso la carbon neutrality e la strategia Fftf intende rivoluzionare il settore primario a questo scopo. E così si legge che entro il 2030 si dovrà tagliare del 50% l'uso di agrofarmaci e del 20% quello di fertilizzanti. Si dovrà altresì aumentare le superfici a biologico fino al 25% della Sau Ue, ridurre l'uso di antibiotici negli allevamenti e tanto altro ancora.

Lo scontro sulla nuova Pac è ancora nel vivo. Ma quale che sia il testo definitivo che uscirà dal confronto tra Commissione, Parlamento e governi nazionali una cosa è certa: una parte ingente delle risorse per gli agricoltori saranno vincolate al raggiungimento di obiettivi ambiziosi di sostenibilità.


L'innovazione come strumento di cambiamento

L'auspicio è che a Bruxelles si lavori per valorizzare i punti di forza e le peculiarità del sistema produttivo italiano. Nel contempo gli agricoltori si devono attrezzare. Ma per non morire di sostenibilità ambientale e garantire quindi un giusto reddito alle aziende agricole la strada obbligata sembra essere quella dell'innovazione. E oggi gli agricoltori hanno a disposizione molti strumenti, digitali e non, per fare reddito tutelando l'ambiente.

Da questo punto di vista una svolta potrebbe arrivare sempre da Bruxelles. Entro il 31 aprile 2021 dovrebbe infatti essere presentato uno studio della Commissione europea sulle Tea - Tecnologie di evoluzione assistita (o New breeding techniques), quelle tecniche di miglioramento genetico che permettono di ottenere in modo veloce, preciso e naturale sementi più resistenti ai patogeni, agli insetti e ai cambiamenti climatici e in grado di offrire produzioni di maggiore qualità e quantità.

Il punto è se occorre distinguere le Tea dalle vecchie tecnologie transgeniche. A questo riguardo il clima a Bruxelles sembra essere favorevole alle Tea e se è pur vero che il processo legislativo è ancora lungo e la ricerca scientifica è solo agli inizi, resta il fatto che le Tea hanno le carte in regola per aiutare gli agricoltori a vincere la sfida della sostenibilità.


Pan in dirittura d'arrivo

Ma il 2021 sarà anche l'anno in cui dovrebbe vedere la luce il nuovo Pan, che dovrebbe essere firmato dai ministri competenti prima dell'ispezione dei tecnici della Commissione europea in primavera. E al centro del Piano d'azione nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari non può che esserci la sostenibilità, con importanti novità per l'impiego in campo degli agrofarmaci.

I dettagli li abbiamo già spiegati in un precedente articolo, ma citiamo ad esempio le nuove norme sulle fasce di rispetto, che in alcune colture possono arrivare anche a 50 metri. Niente paura tuttavia, perché anche in questo caso chi si sarà attrezzato con i giusti strumenti tecnici potrà continuare a produrre in maniera proficua.
 


Sostenibilità, sfruttiamo l'onda

Quando agli agricoltori si parla di sostenibilità spesso si avverte un certo scetticismo. Molti la intendono come un male necessario per accedere agli aiuti europei. Eppure in un contesto di mercato sempre più difficile, con la scure dei cambiamenti climatici pronta a calare, abbracciare l'innovazione per coniugare sostenibilità economica ed ambientale sembra essere la strada da percorrere.

Certo è una strada non semplice, ma almeno possibile. Accanto ad obblighi stringenti l'Unione europea ha aperto il portafogli e le risorse che ha messo in campo sembrano essere abbondanti. Anche la tecnologia sembra essere arrivata ormai ad un ragionevole livello di sviluppo e dunque il cambiamento è possibile. Anche perché di alternative, per ora, non se ne vedono.