In breve
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Scende in campo Ismea per un'iniezione di liquidità con mutui quinquennali a tasso zero.
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Chiesto a Bruxelles di sbloccare i fondi della "riserva crisi" della Pac. Quasi 500 milioni, che ora servirebbero davvero.
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Riforma Pac, se ne parlerà fra due anni. Nel frattempo i Consorzi di tutela chiedono mano libera sui mercati. Ma non tutti sono d'accordo.
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Il Covid-19 ha chiuso le fabbriche. E ora mancano i pezzi di ricambio, mentre sono a zero le immatricolazioni di trattori.
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Fosche previsioni per il futuro del vino. Ma c'è chi afferma che superata la crisi andrà meglio di prima.
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Continua l'affannosa ricerca di braccianti. E si fa strada la via della regolarizzazione dei migranti.
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Qualche incursione di nuvole e un po' di pioggia e temporali non hanno mitigato la stretta della siccità.
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L'agricoltura è sempre più coniugata in chiave digitale, dove si attende un aumento degli investimenti.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Aiuti in vista
Si continua a discutere sulla difficoltà nel reperire stagionali per il lavoro sui campi, mentre il mondo del vino lancia allarmi sugli scenari che si presenteranno nel dopo Covid-19.Intanto sui campi si fanno i conti per i danni di una siccità fuori stagione, aspettando l'arrivo non solo della pioggia, ma anche degli aiuti per superare la crisi da emergenza sanitaria.
E a dispetto di ogni difficoltà il mondo agricolo è sempre più digitale e "sostenibile".
Ma andiamo con ordine, iniziando dalle provvidenze già attive o progettate per sostenere le aziende in difficoltà.
“Il Sole 24 Ore” del 24 aprile si sofferma su alcuni contenuti del "decreto Liquidità", specificando che Ismea mette 30 milioni di euro del suo patrimonio a disposizione delle imprese agricole in crisi di liquidità.
I fondi serviranno a finanziare mutui quinquennali a tasso zero fino a 30mila euro.
L'intervento di Ismea, stando a quanto scrive il "Corriere della Sera" del 30 aprile, sarebbe una conseguenza della "dimenticanza" del decreto Liquidità, che non avrebbe contemplato le aziende agricole e in particolare gli agriturismi. I finanziamenti andrebbero così garantiti da Ismea.
Ma si tratta di un ente con funzioni amministrative e per svolgere un ruolo di questo tipo, precisa il quotidiano, andrebbe ricapitalizzato. Insomma, un pasticcio.
Dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 25 aprile interviene Paolo De Castro per chiedere al commissario europeo all'Agricoltura di sbloccare i 478 milioni di euro della riserva di crisi della Pac.
In Lombardia, come si apprende sulle pagine di “Libero” del 29 aprile, sono disponibili 6 milioni di euro destinati a sostenere in particolare i produttori di vini e formaggi.
Per i dipendenti agricoli a tempo determinato “Il Sole 24 Ore” del 26 aprile conferma che potranno anch'essi accedere al bonus di 800 euro.
Pur di fronte a tanti problemi e incertezze, ci sono ancora imprenditori che intendono investire.
Ne parla il “Gazzettino” del 27 aprile, ricordando le molte domande in regione Veneto per convertire le strutture di ospitalità agrituristica nell'area dei Colli Euganei.
Tra Pac e Dop
Mentre si studiano soluzioni per fronteggiare l'emergenza del coronavirus e le sue ripercussioni sulle attività agricole, a Bruxelles si sta discutendo sulla riforma della Politica agricola comunitaria (Pac).Stando alle anticipazioni di “Italia Oggi” pubblicate il 29 aprile, questa riforma subirà uno slittamento di circa due anni.
Un ritardo che il quotidiano cremonese “La Provincia” del 30 aprile accoglie con favore.
Almeno per due anni sarebbero così scongiurati i tagli che si andavano proponendo per i sostegni all'agricoltura.
Al centro delle discussioni sui temi della Politica agricola comunitaria anche il ruolo dei consorzi di tutela dei prodotti a denominazione di origine.
Di questo argomento si occupa “Il Sole 24 Ore” del 28 aprile e ancora nello stesso giorno e sempre su “Il Sole 24 Ore” un altro articolo illustra le differenti posizioni sul tema del controllo della produzione da parte dei singoli consorzi di tutela, che vede l’Europa divisa fra favorevoli e contrari.
Trattori in panne
Quanto siano pesanti le ripercussioni dell'emergenza sanitaria sul comparto agricolo, lo segnala l’articolo pubblicato da “Nuova Ferrara” del 26 aprile, dove si commenta la difficile situazione delle industrie che producono macchine agricole e in particolare trattori, per i quali si registra un crollo delle immatricolazioni.Un'ulteriore conferma arriva il 27 aprile da “La Provincia”, che denuncia la difficoltà nel reperire parti di ricambio per le macchine agricole a causa della chiusura delle fabbriche.
Le difficoltà negli scambi commerciali invitano a riflettere sulla forte dipendenza dell'Italia per le materie prime, argomento affrontato il 27 aprile da “Repubblica”.
Il ruolo strategico dell'agricoltura è al centro dell'intervista raccolta dal “Corriere della Sera” del 27 aprile con Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche ferraresi, che invita a mantenere la proprietà dei nostri brand.
Il vino che verrà
Il mondo del vino sembra rientrare fra i settori dell'agroalimentare che maggiormente risente degli effetti dell'emergenza sanitaria.Per il Prosecco, uno dei vini che ha chiuso il 2019 con il vento in poppa, il 2020 si presenta con forti criticità.
Per evitare che i prezzi entrino in eccessiva sofferenza, scrive il “Gazzettino” del 24 aprile, il consorzio di tutela di questo vino ha deciso un taglio alla produzione del 40%.
Restiamo in Veneto con "Il Mattino di Padova", che il 30 aprile raccoglie il grido di allarme dei produttori di vino dei Colli Euganei.
Nel solo comune di Vo', uno degli epicentri della malattia da coronavirus, si stimano perdite per 1,3 milioni di euro.
Tagli alla produzione e destinazione di parte del vino alla distillazione, sono poi le previsioni che fa “Il Sole 24 Ore”del 25 aprile.
Catastrofiche le stime dell'Organizzazione mondiale della vite e del vino, che dalle pagine di “Italia Oggi” del 29 aprile parla di una contrazione dei mercati del 50%, cosa che porterà alla chiusura di molte attività.
Ma non tutti sembrano essere d'accordo con queste previsioni negative.
“Il Gazzettino” del 25 aprile si dice convinto che i consumi potranno riprendere le posizioni perdute dopo la rimozione dei blocchi dovuti al coronavirus.
Nel frattempo, come si legge su “MF” del 24 aprile, la vendita dei vini nelle grandi superfici di vendita è in deciso aumento.
Sebbene insufficienti a coprire le perdite sui normali canali di distribuzione, si assiste poi a un forte aumento delle vendite a domicilio, come si apprende il 25 aprile dal “Corriere della Sera”.
Convinti che le traversie del vino siano destinate ad essere superate lo sono anche i ricercatori dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma, che dalle pagine di “Italia Oggi” del 29 aprile prevedono per la stagione post Covid-19 nuovi record.
Il lavoro c'è, i braccianti no
Nel frattempo occorre fare i conti con le difficoltà nel trovare manodopera stagionale.Un problema quest'ultimo che si ripropone da molte settimane e del quale torna a parlare il “Giornale di Vicenza” del 24 aprile, per ricordare che ora si può fare ricorso a portali web che consentono di assumere manodopera.
Le opportunità di ricorrere al web per rintracciare manodopera sono riassunte da “Avvenire” del 30 aprile, che propone ai lettori una sintesi delle piattaforme di reclutamento realizzate dalle principali organizzazioni agricole.
Il problema resta tuttora insoluto per le campagne pugliesi e il “Quotidiano del Sud” del 26 aprile ricorda che mancano almeno 10mila braccianti per la raccolta degli asparagi e per il trapianto dei pomodori.
Della carenza di manodopera per il lavoro sui campi si occupa anche il giornale francese “Le Figaro” del 28 aprile, che riflette sulla possibile carenza di prodotti ortofrutticoli sui mercati a causa delle difficoltà nella raccolta.
Critica la posizione espressa su questo argomento il 29 aprile da “Il Fatto”, secondo il quale la mancanza di braccianti è un falso problema, legato non alla carenza di manodopera, ma al lavoro nero e alla esiguità dei compensi.
Infine il "Corriere del Mezzogiorno" del 30 aprile con l'intervista alla ministra per l'Agricoltura, Teresa Bellanova, che su questo argomento propone la sua ricetta. I principali "ingredienti" sono permessi di soggiorno stagionali ed eventualmente voucher per disoccupati e studenti.
C'è poca acqua
Nelle scorse settimane dalle campagne era partito un allarme per la scarsità di pioggia e la conseguente siccità.I temporali di questi ultimi giorni, scrive il quotidiano piacentino “La Libertà” del 24 aprile, hanno dato un po' di sollievo, ma la pioggia caduta non è sufficiente ad arginare il problema.
Dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 26 aprile si apprende che le ultime piogge cadute in Puglia hanno comunque aumentato le disponibilità di acqua e il consorzio di irrigazione ha consentito l'anticipazione delle erogazioni.
Situazione più difficile in Veneto, dove il 27 aprile la “Voce di Rovigo” lancia un allarme siccità per le colture di mais e bietole.
Le conseguenze dell'andamento climatico si fanno sentire in Romagna e dalle pagine de “Il Resto del Carlino” del 28 aprile si lancia l'allarme per la caduta produttiva di pesche e albicocche, il cui raccolto rischia di essere perso.
Innovazione agricola
Pur dovendo fronteggiare tutti questi problemi, l'agricoltura italiana continua ad investire nelle innovazioni, in particolare nel campo delle tecnologie digitali.Di questa evoluzione ne parla “Italia Oggi” del 29 aprile, raccontando come ci siano investimenti in questo settore per circa 450 milioni di euro.
Un progresso, questo del mondo agricolo, sempre più attento alla sostenibilità ambientale.
Lo sottolinea il “Corriere Romagna” del 28 aprile, ricordando che l'agricoltura italiana è tra le più sostenibili, e soltanto il 7% delle emissioni di gas serra sono imputabili al settore primario.
Troppo spesso su questi argomenti si leggono e ascoltano notizie non aderenti alla realtà, vere proprie fandonie.
Accade anche nel caso dell'avicoltura e il quotidiano cremonese “La Provincia” del 26 aprile, spiega come stanno realmente le cose, respingendo ogni accusa agli allevamenti intensivi.