Massimo Vincenzini, presidente dell'Accademia dei Georgofili di Firenze, è un uomo tutto d'un pezzo. Nominato al vertice del più antico consesso al mondo di ricerca per l'agricoltura, ha atteso l'ufficialità del decreto del presidente della Repubblica per dialogare con AgroNotizie.
"Sì, è vero, sono stato eletto, ma per rispetto devo attendete il decreto presidenziale", rispose seccamente pochi giorni dopo aver preso in mano le redini dell'Accademia dei Georgofili, dopo la scomparsa del professore Giampiero Maracchi.

Così è stato. Abbiamo atteso. Ma abbiamo apprezzato la serietà e il rispetto per le istituzioni e la volontà di dialogare con tutti: dagli organi di stampa alle istituzioni, dal Parlamento alla scienza, fino all'uomo comune. Purché, naturalmente, si rispetti il ruolo della ricerca e non la si tratti come se fossero opinioni da bar sport.

L'agricoltura ha bisogno di guardare avanti, di fronteggiare le sfide di una popolazione che cresce, di confrontarsi con scienziati e studiosi a livello mondiale. Per onorare il motto dell'Accademia dei Georgofili.

Presidente Vincenzini, l'Accademia dei Georgofili si occupa di scienza e innovazione in agricoltura per la crescita della comunità. Quali saranno le linee guida del suo mandato?
"Le linee guida sono rimaste le stesse fin dalla fondazione dell'Accademia, 265 anni fa: i Georgofili si occupano di scienza ed innovazioni in agricoltura, discutendo ed approfondendo le novità provenienti dalla ricerca scientifica nel settore e proponendone poi le conclusioni alla società, in modo che ne possa trarre beneficio, avendo sempre come obiettivo la pubblica prosperità. Questo è il senso del motto che compare sul logo dell'Accademia. Tuttavia, se il metodo di lavoro è rimasto immutato, le sfide da affrontare si rinnovano continuamente".

Recentemente l'Accademia ha ospitato la senatrice a vita Elena Cattaneo. Quanto è complicato comunicare la scienza alla politica? 
"Il tema della comunicazione riveste un ruolo centrale nell'attuale società, non solo in campo scientifico. Nel caso specifico, il convegno cui ha partecipato la senatrice Cattaneo ha avviato una riflessione sui rapporti tra scienza, politica e società, prendendo spunto dalla recente sentenza della Corte di giustizia europea che ha, di fatto, messo sullo stesso piano Ogm e organismi ottenuti mediante nuove tecniche di mutagenesi, che non prevedono l'introduzione di materiale genetico estraneo (genome editing).

Nella sua chiarissima esposizione, la senatrice ha rimarcato che il nostro Parlamento, nel predisporre norme su aspetti dichiaratamente scientifici, non è tenuto ad avvalersi di un organo terzo scientificamente accreditato. Già questo fatto pone seri problemi di comunicazione tra scienza e politica. Personalmente, sono convinto che le nuove acquisizioni scientifiche debbano essere prioritariamente comunicate alla società nel suo complesso, affinché i cittadini possano maturare opinioni basate su dati scientificamente validati. La politica, se lo riterrà opportuno, andrà incontro alle nuove opinioni legiferando in merito. Purtroppo, ad ostacolare questo percorso che vedo semplice e lineare, intervengono fattori diversi, imprevedibili e non sempre disinteressati. È certo, però, che la velocità con cui le nuove acquisizioni scientifiche si accumulano è oggi tale da rendere difficile un altrettanto veloce adeguamento della pubblica opinione. In queste condizioni, è facile che il singolo cittadino rimanga disorientato e, quindi, preda di disinformazione creata ad arte"
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Ha intenzione di proseguire con gli incontri e avviare un dibattito per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della ricerca in agricoltura?
"I Georgofili continueranno a dibattere sulle nuove acquisizioni scientifiche e sulle idee emergenti per il settore dell'agricoltura, e lo continueranno a fare anche su temi spinosi ed anche in pubblici dibattiti, o ricorrendo a nuove forme di comunicazione. Ricordo, al riguardo, che da alcuni anni l'Accademia ha attivato un notiziario telematico, Georgofili Info, che viene inviato gratuitamente a tutti coloro che ne fanno richiesta".

Tra i propri corrispondenti l'Accademia dei Georgofili ha avuto tre presidenti degli Stati Uniti. Oggi guardate anche alla Cina. Perché avete nominato un accademico corrispondente dalla Cina e quali feedback o report avete ricevuto dall'ex Celeste Impero?
"Non conosco personalmente l'accademico cinese, come non conosco personalmente la maggior parte dei 90 accademici corrispondenti stranieri, in maggioranza europei ma alcuni da paesi più lontani, quali l'India, il Giappone e gli Stati Uniti: mi auguro di avere l'occasione di colmare questa lacuna. In ogni caso, il fatto che lo Statuto abbia previsto la nomina di accademici stranieri dimostra quanto i Georgofili siano consapevoli e convinti che i problemi dell'agricoltura vadano discussi e affrontati su scala mondiale. D'altra parte, questo ci si aspetta dall'Accademia di agricoltura più antica al mondo!

Sotto la spinta illuminata dell'attuale presidente onorario dell'Accademia, professore Franco Scaramuzzi, la vocazione internazionale dei Georgofili ha trovato tangibile conferma con la creazione, nel 2000, della Ueaa (Union of European Academies for sciences applied to Agriculture, food and nature), cui aderirono inizialmente le Accademie nazionali di quattordici paesi, ora giunti a ventotto. L'Accademia dei Georgofili, in occasione della prossima assemblea generale che si terrà tra pochi giorni a Firenze i prossimi 22 e 23 novembre, ne assumerà la presidenza con il nostro vicepresidente, professore Michele Stanca"
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Quali sono le sfide principali dell'agricoltura e quali soluzioni avanza oggi l'Accademia dei Georgofili?
"Se, come da più fonti previsto, la popolazione mondiale raggiungerà, nel breve volgere di tre decenni, un livello prossimo ai 10 miliardi di individui, le sfide che l'agricoltura dovrà affrontare riguarderanno il tema della produzione globale di alimenti nel rispetto dell'ambiente.

Su questo argomento, una breve nota a firma del professore Alpi è apparsa su Georgofili Info e mi trova pienamente d'accordo. In sintesi, un sistema globale di produzione di alimenti, che sia sostenibile sul piano ambientale e su quello della salute umana, deve rispettare alcuni fondamentali requisiti e cioè:
  • la produzione di alimenti per la popolazione di tutto il pianeta deve essere sufficiente, sia in termini quantitativi che qualitativi, e ottenuta con un impatto ambientale ridotto rispetto all'attuale;
  • la distribuzione degli alimenti deve essere efficiente al punto da consentire che ogni tipo di alimento - dotato di buon potere nutritivo - sia disponibile a chiunque, sempre nell'ambito del ridotto impatto ambientale;
  • conseguentemente le condizioni socio-economiche devono essere eque, così da consentire che tutti i consumatori possano accedere agli alimenti utili a formare la loro dieta salutare;
  • infine, i consumatori devono essere in grado di fare scelte informate e razionali".

Lei è stato professore ordinario di Microbiologia alimentare all'Università di Firenze e presidente dell'azienda agricola Villa Montepaldi Srl, l'azienda sperimentale dell'ateneo fiorentino. Come la microbiologia potrà aiutare l'agricoltura?
"I primi esseri viventi comparsi sul nostro pianeta sono stati alcuni tipi i batteri. Alla loro evoluzione sono riconducibili le piante e gli animali: sono i batteri ad aver inventato la fotosintesi e la respirazione. Dai microorganismi dipende la fertilità del suolo. Già queste pochissime osservazioni dovrebbero essere sufficienti a far capire come la vita stessa dell'uomo dipenda da questi esseri viventi invisibili all'occhio nudo.

Ma ce n'è di più: le ricerche degli ultimi anni in tema di microbiota intestinale, cibo e salute dell'individuo hanno ormai stabilito che ogni alterazione del microbiota intestinale può avere effetti a livello immunitario, neurale ed endocrino! Probabilmente, molte delle malattie diffuse nella nostra attuale società potranno essere curate e sconfitte modulando opportunamente il microbiota individuale. Straordinario!
Tornando alla sua domanda, anche se quanto appena detto dovrebbe suggerire di affrontare in modo unitario, seppure multidisciplinare, il tema della produzione-conservazione-utilizzazione di alimenti, è facile immaginare come la microbiologia potrà aiutare l'agricoltura: difesa delle colture da fitopatogeni mediante lotta biologica, conservazione degli alimenti in post-raccolta mediante colture microbiche protettive, aumento dell'impiego dei processi fermentativi per la creazione di nuovi prodotti alimentari e per la valorizzazione degli scarti dell'industria di trasformazione. Sono solo pochi esempi, ma avrebbero conseguenze enormi a livello economico, sociale e culturale"
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L'Accademia dei Georgofili è pronta a sostenere la nomina a senatore a vita del professore Franco Scaramuzzi?
"Dove devo firmare? Ho la penna pronta a sottoscrivere la domanda!"