Il programma del ministero dell'Ambiente che promuove la sostenibilità della vitivinicoltura del nostro paese si avvale di un disciplinare che costituisce il riferimento tecnico per le aziende che vogliono misurare le proprie prestazioni sulla base di 4 indicatori (aria, acqua, vigneto e territorio) e intraprendere un percorso di miglioramento.
Durante la 52esima edizione del Vinitaly, il progetto ha visto dieci nuove adesioni tra cui le aziende dell'Istituto del vino italiano di Qualità grandi marchi.
Tra i nuovi accordi siglati dal ministro Gian Luca Galletti durante il salone veronese, spiccano i nomi di Argiolas, Rivera e Marchesi Antinori, che si uniscono alle fila delle aziende d'eccellenza che hanno deciso di applicare lo standard Viva per misurare e migliorare le proprie prestazioni di sostenibilità.
A fare d'apripista per l'Istituto grandi marchi nella sperimentazione del progetto, sono state le aziende Tasca d'Almerita e Mastroberardino, aderenti a sin dalla sua fase pilota avviata nel 2011.
Specifico contenuto degli accordi anche la promozione di iniziative regionali per la sostenibilità nel settore vitivinicolo, volte a coniugare le esperienze acquisite in Viva con buone pratiche elaborate a livello territoriale.
Il primo caso di successo di questo tipo è il progetto SOStain in Sicilia, che ha elaborato un protocollo di buone pratiche per la valorizzazione e tutela del territorio vitivinicolo siciliano utilizzando gli indicatori Viva come strumento di valutazione delle prestazioni ambientali.
Con le firme apposte a Vinitaly 2018, il numero delle aziende aderenti al progetto Viva arriva a 60, con richieste in continua crescita.
L'ambizione per il futuro è che lo standard nazionale di sostenibilità, al quale il ministero dell'Ambiente sta lavorando insieme al ministero dell'Agricoltura, diventi l'unico punto di riferimento per i produttori e i consumatori, sia sul mercato nazionale, che nella competizione internazionale.