Si tratta del primo dei nove seminari previsti dal progetto "Social farming. Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana 2.0", realizzato dal Distretto agrumi di Sicilia e Alta scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.
"Abbiamo ritenuto indispensabile, in tempi di cambiamenti climatici, siccità e crisi idrica, affrontare tematiche riguardanti la razionale gestione delle acque della filiera agrumicola, in particolare, nel nostro territorio di coltivazione dell'arancia di Ribera Dop" ha spiegato Giuseppe Pasciuta, vice presidente del Distretto agrumi di Sicilia e presidente del Consorzio di tutela dell'Arancia di Ribera Dop.
Secondo Pasciuta, "Le basse precipitazioni registrate negli ultimi tre anni, le dighe al 40% della loro capacità d'invaso e la fatiscente rete di distribuzione idrica preoccupano tutti i nostri operatori agrumicoli per i possibili danni irrimediabili che possono causare alla produzione e alle strutture produttive. In questo seminario - aggiunge - sono stati presentati gli strumenti innovativi che possono razionalizzare e migliorare l'uso della risorsa irrigua: le possibili soluzioni tecniche di breve, medio e lungo periodo e la necessità di sensibilizzare le istituzioni ad una programmazione e realizzazione degli investimenti necessari per affrontare al meglio questa emergenza".
Pasciuta, convinto che basterebbe "copiare bene da chi ha trovato soluzioni a problemi di siccità, come Israele", ha anche rimarcato l'importanza del Servizio informativo agrometeorologico siciliano dell'assessorato Agricoltura della Regione Siciliana per le informazioni utili alla gestione dell'irrigazione e delle altre operazioni colturali, sottolineando altresì le modalità per la corretta utilizzazione delle acque con diverse concentrazioni di sali.
Grande attenzione anche all'intervento del professore Antonino Marco Cancelliere, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia al Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, nell'Università di Catania: se in Sicilia sono coltivati 20mila km quadrati, solo 3mila sono irrigati occorre uscire da una gestione delle acque illogica.
In particolare il professore Cancelliere ha trattato l'attuale gestione dei sistemi di invaso e di distribuzione delle acque ad uso irriguo e le possibili soluzioni, alla luce dei dati previsti sui cambiamenti climatici: sarebbero necessari maggiori investimenti nella gestione delle dighe e nel completamento di quelle in sospeso e nel miglioramento delle condotte e nel recupero delle acque depurate.
Infine, Corrado Vigo, libero professionista e presidente Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia, ha presentato le diverse tecniche di irrigazione in agrumicoltura e l'importanza della progettazione che tenga conto dei sistemi innovativi per razionalizzare l'uso dell'acqua nelle diverse situazioni colturali.