L'emergenza primaria attualmente è la mancanza d'acqua, come ha spiegato David Granieri, presidente della Coldiretti Lazio, che sottolinea come la crisi idrica e le turnazioni per irrigare i campi hanno compromesso la qualità delle produzioni sottopagate sul mercato, tanto che i prezzi corrisposti non bastano nemmeno a coprire le spese.
Una carenza idrica che non risparmia nessuna provincia. A Latina dalle turnazioni si è passati alla chiusura degli impianti irrigui e migliaia di ettari coltivati a ortaggi, meloni, angurie sono stati seriamente danneggiati o persi
Negli allevamenti bovini di Rieti, Frosinone e della provincia di Roma la produzione di latte, per il caldo e lo stress degli animali, è crollata del 40%.
Nella Tuscia e in Sabina dove possibile si sta ricorrendo all'irrigazione di soccorso anche per salvare uliveti e vigneti, pur nella consapevolezza che la metà del raccolto è compromessa. A rischio i noccioleti di Caprarola e dei comuni vicini sprovvisti di sistemi di irrigazione.
Chi ha acqua per irrigare è costretto a spese aggiuntive per approvvigionarsi di carburante o di energia elettrica per alimentare gli impianti irrigui. Chi irriga un giorno a settimana è rassegnato alla inevitabile perdita del raccolto.
E le perdite sono ingenti. Una prima stima parla di almeno 110 milioni di euro, ma l'ammontare dei danni è destinato a salire.
"La vertenza interassessorile che è stata sollecitata con le tre lettere - ha detto Aldo Mattia, direttore della Coldiretti Lazio - deve segnare un punto di svolta nelle politiche su ambiente e agricoltura e favorire la concreta attivazione delle misure più volte annunciate dai tre assessori, ma mai entrate in vigore".
"La regione, tramite i Consorzi di bonifica, deve fronteggiare la drammaticità del momento con risposte adeguate alla gravità delle emergenze - ha aggiunto Mattia - e programmare le attività necessarie per mettere il sistema agricolo al riparo dagli effetti di nuove, probabili siccità".
Una richiesta che è già stata accolta dai vertici politici regionali che dal 17 luglio hanno aperto il tavolo interassessorile sui danni causati dalla siccità, sulla operatività dei Consorzi di bonifica, sui finanziamenti Ue per il primo insediamento dei giovani imprenditori agricoli e sul risanamento della Valle del Sacco.
Inoltre la regione ha richiesto al Governo il riconoscimento dello stato di calamità, un riconoscimento che garantirà alle aziende il ristoro dei danni subiti o almeno agevolazioni fiscali, creditizie e l'abbattimento degli oneri contributivi.