Da Viva a Sostain, si amplifica l'interesse e cresce l'attenzione da parte dei produttori verso protocolli che prevedono approcci sostenibili alla produzione del vino.
E i numeri testimoniano come lo sviluppo del comparto bio: lo studio della Wine Monitor Nomisma indica come in Italia negli ultimi due anni la "consumer base" di vino biologico sia raddoppiata; in crescita anche l'export, con i 137 milioni di euro di vendite sui mercati internazionali nel 2015 (+38% rispetto al 2014). Un trend confermato anche dal Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica): a fine 2015 si contano 11.300 bio ettari in più rispetto al 2014; il totale del bio ammonta a 83.643 ettari pari al 13% dell’intera superficie vitata italiana.
In Italia nel 2016 le vendite di vino bio hanno raggiunto 9,6 milioni di euro nella sola GDO, registrando un +53% rispetto al 2015. pic.twitter.com/MpN4Vc3Mt3
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Guidati da queste tendenze, nell'ambito di Vinitaly 2017, due organismi di certificazione, Ccpb e Certiquality hanno presentato insieme una serie di servizi di certificazione che offrono alle aziende e al mercato metodologie garantite e affidabili di calcolo e di valutazione della sostenibilità.
In apertura dell'incontro Umberto Chiminazzo, direttore generale Certiquality, ha ricordato come molte ricerche dimostrino come i consumatori siano alla ricerca della sostenibilità, tanto da esser disposti a pagare un po' di più e a cambiare le proprie abitudini di spesa. La certificazione, ha aggiunto Fabrizio Piva, amministratore delegato Ccpb, "serve allora a garantire che queste scelte dei consumatori e le strategie delle aziende portino risultati, chiari e trasparenti".
Il convegno, moderato da Marco Menghini, agronomo e consulente scientifico Linea Verde - Rai1, si è aperto con l'intervento di Lucrezia Lamastra dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, "Fare sostenibilità: quali vantaggi per le aziende del settore". La sostenibilità costituisce un vantaggio, anche economico: "le aziende che scelgono di essere sostenibili riescono a indirizzare le proprie pratiche aziendali in modo da rispondere alle esigenze di un mondo e un mercato che cambiano".
Davide Pierleoni di Ccpb si è soffermato sugli "Aspetti tecnici e commerciali nella Certificazione Bio e Vegan del vino". Se il biologico cresce a ritmo sostenuto sia nei consumi che nelle superfici coltivate, il vegan si affaccia adesso al mercato. "Tra i punti i comune ci sono il benessere animale e la sostenibilità ambientale dei prodotti e dei processi, mentre tra le differenze spiccano la certificazione regolamentata per il bio, volontaria nel vegan, e soprattutto il divieto di utilizzo di ingredienti e additivi di origine animale per i prodotti vegani".
#vino #biologico e #vegan, gemelli diversi con punti di contatto e divergenze #Vinitaly2017 convegno sala Mozart pala expo pic.twitter.com/U14HLS2ru4
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Santina Modafferi di Certiquality, basandosi sui criteri che guidano la sostenibilità negli acquisti della Gdo e della pubblica amministrazione, ha evidenziato che "rispettare parametri etici, sociali e ambientali è sempre più richiesto dal mercato; il settore pubblico, anche con il nuovo codice appalti (Green Public Procurement), chiede criteri ambientali minimi e una certa percentuale di acquisti verdi legati alla sostenibilità". Diverse certificazioni come IFS, Emas, EPD, possono aiutare le aziende a raggiungere questi obiettivi.
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Sabrina Melandri di Certiquality ha presentato Viva, un "programma volontario promosso dal ministero dell'Ambiente, che attraverso l'utilizzo di 4 indicatori, mira a individuare, misurare e migliorare gli impatti ambientali, sociali ed economici nel settore vitivinicolo. I 4 indicatori (Aria, Vigneto, Acqua, Territorio), possono essere calcolati facendo riferimento ad uno o più prodotti, oppure all'organizzazione nel suo complesso". Insieme a Viva, SOStain è un programma volontario sviluppato in Sicilia che punta "miglioramenti graduali e continui nel tempo del livello di sostenibilità".
A proposito di Viva:
Giuseppe Maio ha infine ricordato come Ccpb proponga diversi schemi di certificazione per valutare la sostenibilità anche in viticoltura: Epd - Environmental Product Declaration -, carbon e water footprint. "Tutte si basano sull'analisi LCA Life Cycle Assessment (LCA), la metodologia, ormai consolidata a livello internazionale, per la quantificazione degli impatti ambientali dei prodotti durante tutta la loro vita. La certificazione aiuta l'azienda a conoscere, sviluppare e promuovere, in termini di marketing, la propria gestione ambientale".
#Vinitaly2017 LineaVerde RaiUno ha parlato di #vino #biologico: come si fa, che differenze con il convenzionale https://t.co/koc36WGxVp
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