Alternanza produttiva sommata ai problemi climatici e agli immancabili e conseguenti attacchi dei patogeni, sono alla base dell'importante calo produttivo che ha investito la Calabria nella campagna di raccolta delle olive da olio 2016, la quale ha comportato un crollo della produzione olearia del 53% rispetto al 2015.
Ma le cultivar tipiche calabresi continuano a garantire qualità e apprezzamento sui mercati agli oli extravergini della Regione, che vantano tre Dop, una Igp regionale in corso di riconoscimento ed una crescente vocazione al biologico.
 
I dati sono stati diramati oggi, 16 dicembre 2016, da Unaprol - Consorzio olivicolo italiano - durante il corso di formazione per giornalisti su "Sicurezza alimentare, quadro legislativo e corretta informazione" tenutosi nell'auditorium "Nicola Calipari" di Reggio Calabria.
 
Il corso, proposto da Unaprol e validato dal Comitato tecnico scientifico del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti, si è svolto con la collaborazione di Coldiretti Calabria ed il sostegno dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, dell'Unione nazionale associazioni giornalisti agricoltura, alimentazione, ambiente e dell'Associazione regionale giornalisti agricoltura e ambiente della Calabria; queste ultime entrambe organi di specializzazione della Federazione nazionale stampa italiana per agricoltura, alimentazione e ambiente.
 
Cronaca di una campagna olivicola
Durante il corso si è dato conto dell'andamento della campagna olivicola calabrese targata 2016. Già l'allegagione, il passaggio da fiore a frutto, era stata scarsa nelle aree interne e collinari regionali.

Nel Reggino la stagione era iniziata con aspettative migliori. Dopo una buona allegagione, però, l'elevata umidità, i forti venti di scirocco e gli attacchi parassitari, hanno determinato una intensa cascola. Inoltre, un pessimo andamento climatico e attacchi parassitari nel mese di settembre hanno ulteriormente compromesso la produzione che in alcune aree sembra essere appena il 20%-30% di quella dello scorso anno.

Risultato: si passa dalle oltre 66mila tonnellate di olive prodotte nella campagna 2015 a poco più di 31mila tonnellate dell'annata in corso. Il calo stimato per la Calabria in termini di produzione di olio è del 53% nella campagna 2016 rispetto al 2015.
 
La qualità dell'olivicoltura calabrese
L'olivicoltura calabrese non perde però il suo carattere distintivo e recupera in volata con la qualità delle sue produzioni grazie a cultivar come: Carolea, Cassanese, Ottobratica, Tonda di Strongoli, Grossa di Gerace, Ciciarello, Roggianella, Sinopolese, Dolce di Rossano, Borgese, Pennulara, Roggianella, Rossanese, Zinzifarica.
Sono queste le principali varietà di olive calabresi dalle quali si ottengono oli dalle qualità organolettiche uniche ed irripetibili.  

Olivo principale fonte di reddito per le aziende 
Dall'analisi dell'olivicoltura calabrese effettuata dall'Osservatorio economico di Unaprol, emerge che questa rappresenta la principale fonte di reddito per le aziende agricole, nonostante i costi di produzione siano di gran lunga superiori per le difficili condizioni orografiche dei terreni.

Il 41% dell'oliveto bio meridionale è in Calabria
L'olivicoltura è diffusa su tutto il territorio regionale, con un livello di maggiore concentrazione nella zone intorno Sibari, nel Lametino e nella piana di Gioia Tauro. In particolare, l'area del Lametino è l'unica dove si realizza la coincidenza tra il maggior numero di aziende e la più alta percentuale di superfici di oliveti.

La superficie investita ad olivo, è di 182mila ettari. Il 12% di tale superficie è coltivata con metodi di produzione biologica e rappresenta un quarto dell'investimento totale ad olivicoltura biologica in Italia e il 41% delle superfici presenti nel Mezzogiorno.
Rispetto alla dimensione provinciale, si registra una netta differenziazione territoriale, con le province di Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro più coinvolte nella coltura con rispettivamente il 27%, il 29% ed il 21%, seguite dalle altre due province di Crotone e Vibo Valentia con il 9%.

Olio extravergine di oliva Calabria Igp in arrivo
Nella Regione sono riconosciute tre Dop agli oli extravergini di oliva nelle province di Crotone (Alto Crotonese), Cosenza (Bruzio) e Catanzaro (Lametia).
Mentre è in corso la protezione nazionale transitoria nelle more del riconoscimento dell'Igp per l'olio extravergine di olive di Calabria da parte di Bruxelles, per il quale il 20 agosto 2016 è stata pubblicata dalla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (C 305/08) la definitiva domanda di registrazione.
 
Nella Regione risultano attivi in circa 800 frantoi con un quantitativo medio di olive lavorate per frantoio di 10mila quintali.
La tendenza in atto negli ultimi anni vede il progressivo calo del numero dei frantoi per il processo di ristrutturazione della fase di trasformazione. Limitata la presenza di impianti per la lavorazione delle olive da mensa nonostante la presenza di varietà a duplice attitudine.