Proteggere il suolo, ridurre i consumi energetici e l'immissione in atmosfera di gas ad effetto serra. Sono questi gli obiettivi del progetto AgriCare, finanziato dal programma europeo Life+, che l’Enea (Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sta portando avanti insieme all’azienda regionale Veneto Agricoltura, alla multinazionale della meccanica agricola Maschio Gaspardo e all’Universitá degli Studi di Padova.

Il nostro obiettivo è da una parte la riduzione dei consumi energetici e quindi delle emissioni associate”, spiega ad AgroNotizie Nicola Colonna, ricercatore dell'Enea. “Dall'altra dimostrare che certe tecniche, poiché provocano un minor disturbo del suolo, possono contribuire a mantenere lo stock di carbonio nel terreno e, se integrate ad esempio con la concimazione organica, possono provocarne anche un aumento”.

Ma quali sono le tecniche sperimentate? All'interno dell'azienda Vallevecchia un'area di 20 ettari è stata suddivisa in sedici zone. Sono state scelte quattro colture (mais, soia, colza e grano tenero) ognuna delle quali è stata coltivata in maniera tradizionale (con l'aratura profonda) o conservativa (minima lavorazione, semina su sodostrip tillage).

La fase di raccolta avviene poi con mietitrebbie dotate di sistemi di mappatura delle rese, in modo che ogni zona possa essere valutata e messa a confronto con le zone gestite in maniera tradizionale.
Prevediamo una diminuzione dei volumi prodotti, anche se i dati precisi non sono ancora disponibili”, spiega Colonna. “Ma un agricoltore non deve valutare solo questo aspetto, ma anche l'enorme risparmio di combustibile e tempo dovuto alle minori lavorazioni”.

A supporto dell'agricoltura conservativa sono state impiegate anche tecniche di precision farming. “Abbiamo prima di tutto studiato i campi, analizzando il terreno”, spiega Colonna. “Successivamente abbiamo elaborato delle mappe di prescrizione che poi, caricate su macchine a rateo variabile, ci hanno permesso di distribuire concime e semi in quantità diverse a seconda delle zone del campo in cui passava la macchina”.

L'obiettivo è che ciascuna zona omogenea individuata all’interno degli appezzamenti riceva un quantitativo di seme e fertilizzante stimato ottimale per massimizzare le rese e, nel contempo, minimizzare le emissioni in atmosfera.

Dati certi sui benefici economici e ambientali ancora non ce ne sono. Ma a partire dalla fine dell'anno e per tutto il 2017 i partner del progetto svolgeranno seminari formativi dedicati ad agricoltori e contoterzisti in modo da diffondere i risultati e supportare le aziende in una eventuale conversione.

Ma c'è di più. Il progetto AgriCare prevede anche lo sviluppo di un software di 'supporto alla decisione'. Si tratta di uno strumento che sulla base delle informazioni fornite dall'agricoltore permette di stimare i benefici che si avrebbero passando all'agricoltura conservativa e di precisione.

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