Il team dell’Italian Climate Network informerà il pubblico italiano sull’andamento dei negoziati e sul ruolo dell’Italia attraverso tutti i suoi canali: sito web, Facebook, Twitter, blog su IlFattoQuotidiano, blog su LaStampa. La delegazione dell’Italian Climate Network a Lima è composta per la prima settimana di negoziati da Federico Brocchieri e Francesca Mingrone, che hanno partecipato anche alla Coy10, decima Conferenza giovanile sui cambiamenti climatici; a partire dal 6 dicembre saranno raggiunti anche da Veronica Caciagli e Federico Antognazza.
“Cogliendo l’opportunità del Semestre di Presidenza, chiediamo all’Italia di assumere un ruolo di leadership all’interno dell’Ue, spingendo per un accordo ambizioso e vincolante, capace di arrestare le conseguenze più drammatiche del riscaldamento globale.’’, ha commentato Veronica Caciagli, presidente di Italian Climate Network, aggiungendo: “E’ ora di prendere coscienza che l’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici: basti pensare alle alluvioni, che purtroppo interessano ormai regolarmente il nostro Paese, con danni ingenti a persone e all’economia, e le crisi in agricoltura, come il recente attacco della mosca olearia che, grazie a un clima estivo mite e con abbondanti precipitazioni, ha prodotto un raccolto di olio d’oliva disastroso, ai minimi termini da oltre 50 anni. Questi sono solo due esempi, due campanelli di allarme dei maggiori e inaccettabili rischi futuri”.
L’Italia, come anche altri Paesi, sta finalmente intraprendendo l’adozione di una strategia nazionale di adattamento, che si inserisce nel contesto di quella europea. Oltre a queste misure preventive è tuttavia fondamentale la definizione di obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale. In questo senso si cominciano a vedere i primi timidi passi avanti: dall’approvazione del pacchetto europeo su Clima e Energia al 2030 allo storico accordo tra Cina e Stati Uniti. Questi impegni ancora non sono sufficienti per colmare l’emission gap e mantenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C entro la fine del secolo. Si attendono ulteriori impegni da parte di altre grandi economie industrializzate ed emergenti.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Italian Climate Network