E' iniziata ieri a Lima, Perù, e proseguirà fino al 12 dicembre la Cop20, ventesima Conferenza delle parti della convenzione quadro sui cambiamenti climatici dell’Onu. La Conferenza, in concomitanza con il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, dovrà compiere i progressi necessari al raggiungimento di un nuovo accordo globale per la riduzione delle emissioni di gas serra, atteso per dicembre 2015 alla Cop21 di Parigi. Numerosi sono i temi sul tavolo: Green Climate Fund e progetti di finanza a lungo termine, criteri e struttura dei contributi nazionali volontari (Indcs), criteri di eleggibilità più stringenti per il Carbon market, livelli di ambizione su mitigazione e finanza pre-2020, Loss&Damage e periodo di impegno del nuovo accordo globale.

Il team dell’Italian Climate Network informerà il pubblico italiano sull’andamento dei negoziati e sul ruolo dell’Italia attraverso tutti i suoi canali: sito web, Facebook, Twitter, blog su IlFattoQuotidiano, blog su LaStampa. La delegazione dell’Italian Climate Network a Lima è composta per la prima settimana di negoziati da Federico Brocchieri e Francesca Mingrone, che hanno partecipato anche alla Coy10, decima Conferenza giovanile sui cambiamenti climatici; a partire dal 6 dicembre saranno raggiunti anche da Veronica Caciagli e Federico Antognazza.

Cogliendo l’opportunità del Semestre di Presidenza, chiediamo all’Italia di assumere un ruolo di leadership all’interno dell’Ue, spingendo per un accordo ambizioso e vincolante, capace di arrestare le conseguenze più drammatiche del riscaldamento globale.’’, ha commentato Veronica Caciagli, presidente di Italian Climate Network, aggiungendo: “E’ ora di prendere coscienza che l’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici: basti pensare alle alluvioni, che purtroppo interessano ormai regolarmente il nostro Paese, con danni ingenti a persone e all’economia, e le crisi in agricoltura, come il recente attacco della mosca olearia che, grazie a un clima estivo mite e con abbondanti precipitazioni, ha prodotto un raccolto di olio d’oliva disastroso, ai minimi termini da oltre 50 anni. Questi sono solo due esempi, due campanelli di allarme dei maggiori e inaccettabili rischi futuri”.

L’Italia, come anche altri Paesi, sta finalmente intraprendendo l’adozione di una strategia nazionale di adattamento, che si inserisce nel contesto di quella europea. Oltre a queste misure preventive è tuttavia fondamentale la definizione di obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale. In questo senso si cominciano a vedere i primi timidi passi avanti: dall’approvazione del pacchetto europeo su Clima e Energia al 2030 allo storico accordo tra Cina e Stati Uniti. Questi impegni ancora non sono sufficienti per colmare l’emission gap e mantenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C entro la fine del secolo. Si attendono ulteriori impegni da parte di altre grandi economie industrializzate ed emergenti.