Cosa si potrebbe concretamente ottenere se il nostro Paese si dotasse di una legge quadro sul suolo come quella attualmente in itinere? Se ne è parlato al convegno di presentazione del disegno di legge, che si è svolto oggi alla Camera.

Il suolo, insieme all’acqua e all’aria, rappresenta un elemento essenziale per la vita e per il paesaggio. E’ molto fragile e il suo degrado, a causa delle crescenti pressioni ambientali, comporta tra l’altro erosione, salinizzazione, frane, alluvioni e perdita di biodiversità. Il Ddl mira a contrastare questi fenomeni: riportando i suoli degradati, quando tecnicamente possibile, alla loro piena e naturale funzionalità, migliorando la gestione di quelli integri per preservarli e favorendo il miglior uso di quelli compromessi.

Il provvedimento è frutto dell’elaborazione approfondita e unitaria da parte dei ricercatori delle Società scientifiche agrarie (Aissa), con il fattivo sostegno dell’Unione nazionale delle accademie per le scienze applicate allo sviluppo dell’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale (Unasa) e del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra).

Abbiamo contribuito con le nostre strutture di ricerca specializzate ad approfondire la conoscenza del suolo per indirizzare il legislatore nella giusta direzione – ha affermato il presidente del Cra, Giuseppe Alonzo, intervenuto al convegno – L’attività dei ricercatori è stata a trecentosessanta gradi: dalla messa a punto di banche dati aggiornate dei vari tipi di suolo (Centro nazionale di cartografia pedologica) allo sviluppo e alla sperimentazione di metodi e tecniche agronomiche, zootecniche e selvicolturali finalizzate alla gestione sostenibile del territorio rurale e all’utilizzo dei suoli in termini conservativi e produttivi, secondo la loro specifica vocazione”.