Momento di forti turbolenze sui mercati mondiali delle materie prime. Questo lo scenario descritto su alcuni quotidiani come “Il Sole 24 Ore” del 14 settembre, che parla di un minimo per il prezzo del mais sul mercato di Chicago, dove le quotazioni sono scese di oltre il 6%. Tutta colpa dell'incertezza sulle produzioni statunitensi, che prevedono raccolti abbondanti per il mais, come si apprende da “Italia Oggi” del 18 settembre, mentre il calo delle produzioni di soia ne fa impennare i prezzi. Nella Ue si assiste intanto ad un forte aumento delle esportazioni di grano grazie alle nuove licenze assegnate da Bruxelles per complessivi 5,2 milioni di tonnellate. I dettagli si possono leggere su “Il Sole 24 Ore” del 13 settembre. Sui mercati italiani “Arena” del 16 settembre segnala gli aumenti delle quotazioni per le mele del veronese, con le Gala che arrivano a 60-65 centesimi mentre le Golden si fermano tra i 40 e i 50 centesimi. Cattive notizie per i pomodori dell'alessandrino. Lo scrive “Il Secolo XIX” del 16 settembre, anticipando gli esiti di una raccolta che si annuncia scarsa per quantità e qualità a causa dell'andamento climatico della primavera. Fra le note negative va annoverato anche il calo del 13% nell'export della frutta del quale si parla nello stesso giorno sulle pagine de “Il Sole 24 Ore”.
Ulivi, il “male oscuro”
In Campania le difficoltà del settore frutticolo si misurano con il progressivo abbandono delle colture di pesche e di mele, una denuncia che parte dalle pagine de “Il Mattino” del 16 settembre. C'è chi abbandona i frutteti e chi al contrario vuole mettersi nel parco di casa un ulivo secolare e così da uliveti storici spariscono giganti che impreziosivano il paesaggio. E'un nuovo business che sembra insensibile ai danni ambientali che arreca, come si legge su “Repubblica” del 13 settembre. Gli uliveti se la devono vedere anche con una nuova patologia, ancora non del tutto chiara, che in Puglia sta creando non pochi problemi. Lo si apprende dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 19 settembre. Per un male nuovo degli ulivi, uno “vecchio” dei castagni che pare risolto grazie all'andamento stagionale e all'aumento delle piogge. Il Cinipede del castagno, come scrive “Il Resto del Carlino” del 14 settembre, ha infatti abbandonato i castagneti anche grazie ad una serrata lotta biologica contro questo parassita originario della Cina. Per i limoni della Sicilia il problema è invece quello dei furti, in preoccupante aumento stando a quanto scrive “La Sicilia” del 18 settembre, furti che si sommano a quelli di attrezzature e mezzi di produzione, fenomeno anche questo in aumento. In Liguria, e in particolare nei boschi dell'entroterra della provincia di Savona, sono invece i cinghiali che stanno procurando danni all'agricoltura, come si apprende il 15 settembre dalle pagine del “Giornale”.
Meno Champagne, più vino
Danni a causa dei cinghiali anche sui colli euganei e in questo caso ad averne le maggiori sofferenze sono i vigneti. Lo afferma “Repubblica” del 16 settembre. Restiamo nel mondo del vino con “Il Gazzettino” che fa i conti dei danni delle ultime grandinate che a Conegliano avrebbero arrecato danni per circa 400 milioni di euro. Per i vini del Collio, scrive il “Messaggero Veneto” del 14 settembre, si prospetta una vendemmia con un calo del 30%, ma le uve sono di ottima qualità. Si confermano intanto le previsioni di un'ottima annata per i vini italiani, invece i dati sull'import di Champagne dicono che c'è stato un crollo del 65%. Queste le informazioni che si possono leggere su “Il Piccolo” del 16 settembre.
Latte e carne
Gli allevatori sono ancora alle prese con il prezzo del latte, che continua a crescere sul mercato libero (il prezzo del latte spot ha sfondato quota 51 centesimi al litro), mentre i contratti con le industrie sono fermi a poco più di 40 centesimi. Una situazione difficile, tanto che dalle pagine di “Avvenire” del 18 settembre si paragona la “corsa” del latte con quella della benzina. “La Voce di Mantova” del 19 settembre fa i conti in tasca alle industrie che sottopagando il latte realizzano vantaggi per 100 milioni di euro. Le tensioni sul prezzo del latte rilanciano la mai sopita questione delle quote latte. A questo proposito “Italia Oggi” ricorda che la Ue è sempre più intenzionata ad eliminare i vincoli produttivi dal 2015, come da tempo programmato. Dal latte alla carne, con l'approvazione da parte del Mipaaf del disciplinare che regolamenta il Sistema qualità nazionale per la filiera del vitellone ai cereali. Se ne parla su “Arena” del 19 settembre. Dai bovini ai polli, con la curiosa notizia riportata da “Italia Oggi” del 17 settembre, sulle preferenze del consumatore per i prodotti avicoli ottenuti senza far ricorso agli antibiotici. La prova è stata fatta in Francia con i clienti della catena Carrefour. Risultato, i consumatori sono disposti a spendere anche il 5% in più. E le vendite sono state di quattro volte superiori alle attese. Meditate gente, meditate. Si concludeva così una simpatica pubblicità di molti anni fa...