Inutile affannarsi nel ricordare che non c'è nessun rischio per la salute. Lo scandalo della carne di cavallo nelle preparazioni alimentari continua ad essere “gridato” sui media quasi fossimo di fronte ad un'emergenza sanitaria catastrofica. Così l'intervista che “La Stampa” del 24 febbraio raccoglie dal ministro dell'agricoltura francese Stephan Le Foll, che si sbraccia nel riaffermare che non si tratta di una crisi sanitaria, non allenta la pressione mediatica. Ci prova anche il presidente della Cia, Giuseppe Politi, dalle pagine di “Italia Oggi” del 27 febbraio, che parla di psicosi alimentare, come tale generatrice di mostri e danni. Gli dà man forte “Il Resto del Carlino” del 26 febbraio che ricorda come si tratti di una frode colossale, ma senza danni per la salute. Parole al vento. Perché altre tracce di carni equine in un'azienda del bolognese riaccende il 24 febbraio i riflettori di “Repubblica” e di altri giornali che strillano allo scandalo. Come se non bastasse ecco che Ikea ritira le proprie polpette di carne, notizia alla quale i giornali danno molta enfasi, come nel caso di “Libero” o de “L'Unità” del 26 febbraio. Poi si saprà il giorno seguente che in queste polpette non c'è traccia di carne di cavallo, ma a parte alcuni giornali come “Avvenire”, altri sembrano essere distratti. Meglio sarebbe se si facesse più pressione mediatica su Bruxelles affinché si possa superare la resistenza degli eurocrati alle etichette trasparenti. Invece dalle pagine di “Italia Oggi” del 27 febbraio si apprende che di etichette la Ue preferisce non parlarne. Vedremo se il ritrovamento di polpette equine anche in Russia, delle quali riferisce “Il Sole 24 Ore” del 28 febbraio, farà cambiare idea a Bruxelles.

 

Agricoltura, assente

Tanta carne di cavallo, ma nulla o quasi sul destino dell'agricoltura all'indomani delle elezioni. Un timido appello, ad urne ancora chiuse, arriva dal “Messaggero” del 22 febbraio che mette all'attenzione della politica le emergenze del settore agricolo. Fra le tante emergenze c'è quella della produzione dei kiwi, stretta fra mercato e cali produttivi dovuti alla batteriosi, della quale si parla su “Latina Oggi” del 27 febbraio. Il “Corriere dell'Irpinia” del 22 febbraio ricorda il crollo della produzione di castagne dopo gli attacchi del cinipede. Ai problemi specifici se ne aggiungono altri di carattere più generale come l'eccesso di burocrazia (che la Puglia ha in parte risolto) del quale scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 23 febbraio. Un esempio? I troppi oneri che le imprese agricole devono sostenere per ottenere il patentino agricolo, problema sollevato sulle pagine della “Gazzetta di Parma” del 24 febbraio. Intanto da “La Stampa” del 28 febbraio arriva un apprezzamento del presidente di Coldiretti, Sergio Marini, per alcune delle tesi sostenute dal movimento guidato da Beppe Grillo, in particolare sui temi della trasparenza delle produzioni.

 

Tra bio e Ogm

Difficile che si possa poi intervenire a breve su problemi di più ampia portata come la mai conclusa “querelle” sui prodotti Ogm. Nel mondo, scrive “Il Sole 24 Ore” del 23 febbraio, la superficie destinata alle colture geneticamente modificate è salita a 170 milioni di ettari. Da Cuba al Brasile, aggiunge “Il Giornale”, si assiste ad un boom delle colture Ogm, snobbate in Italia e in Europa. Aumentano anche le colture destinate all'agricoltura biologica, nelle quali l'Italia primeggia nella Ue, seconda solo alla Spagna come si può leggere sulla “Gazzetta dell'Economia” del 23 febbraio. Restiamo in Spagna con la segnalazione che giunge dalle pagine di “Italia Oggi” a proposito dell'impennata delle vendite di olio di oliva, alla quale si contrappone però la scarsità di prodotto.