Lombardia
La Regione anticipa il 90% dei fondi Pac

 

Con una nuova erogazione di 200 milioni di euro, che avverrà a partire dal 3 dicembre, Regione Lombardia arriva ad anticipare alle aziende agricole il 90% dei fondi Pac 2012.
Lo hanno annunciato il 21 novembre, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Regione Roberto Formigoni e l'assessore all'Agricoltura Giuseppe Elias.

 

"Si tratta - ha spiegato Formigoni - di un ulteriore 40% di anticipo, che va ad aggiungersi al 50% già erogato nel luglio scorso. Una forte iniezione di liquidità - in tutto 450 milioni di euro - su cui potranno contare le 31.000 aziende agricole lombarde".

 

Da notare che era già stato disposto, nella prima metà di agosto, il pagamento del 90% della Pac alle aziende localizzate nei Comuni mantovani colpiti dal sisma, attraverso una misura che ha concretamente e in tempi brevissimi aiutato molte aziende agricole colpite dal sisma.

 

L'erogazione del 90% dei fondi viene effettuata in anticipo, nonostante sia ancora in corso l'aggiornamento della consistenza dei terreni aziendali, necessario per garantire la massima equità e trasparenza nella concessione dei contributi europei.

 

L'Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, per conto della Commissione europea, sta infatti verificando, mediante foto satellitari, le reali estensioni dei terreni agricoli e la loro corrispondenza con le superfici dichiarate, ai fini dell'accesso ai contributi della Pac. Una rilevazione che avviene ogni tre anni ma che, a causa dei ritardi nella consegna delle fotointerpretazioni (la procedura interessa oltre 1 milione di particelle catastali), rischiava di rallentare o bloccare il pagamento del saldo del contributo.

 

"Solo il restante 10% - ha aggiunto l'assessore Elias - sarà trattenuto, fino all'aggiornamento dei dati e all'approfondimento dei singoli casi di incongruenza tra superfici dichiarate e superfici eleggibili che si dovessero evidenziare, per le eventuali compensazioni sul contributo. Comunque, entro il mese di gennaio, tutte le aziende che non avranno situazioni di anomalia riceveranno anche l'ultima tranche del pagamento".



Marche
Coldiretti: "Crollano i raccolti nelle campagne marchigiane"

 

L'andamento climatico avverso, caratterizzato da eventi estremi durante l'anno, ha tagliato drasticamente le coltivazioni nelle campagne marchigiane.

Il mais perde il 13% della produzione a causa della siccità, e lo stesso vale per il girasole, dove il caldo ha bruciato il 12% del raccolto. Segno complessivamente negativo anche per la frutta, con albicocche in leggero aumento ma pesche e susine in calo, così come diminuisce il raccolto del pomodoro che perde il 26% e degli altri tipi di ortaggi che fanno segnare perdite tra il 10 e il 15%.

 

Malissimo le castagne che tra siccità e attacchi del Cinipide, il parassita cinese che aggredisce gli alberi, segnano un calo superiore al 30% rispetto alla media.

 

Pure la vendemmia non offre numeri confortanti, seppure si preveda per il vino una qualità ottima. Condizionata anch'essa in parte dai problemi di siccità, la produzione 2012 dovrebbe attestarsi sotto gli 800mila quintali.

 

Le prime buone notizie vengono dal grano. Quest'anno i campi marchigiani hanno prodotto quasi 6 milioni di quintali di frumento duro, con un aumento del 25% rispetto al 2011 e 673mila di tenero (+23%), entrambi peraltro di qualità ottima. Un risultato favorito dalle condizioni climatiche che fino a giugno (neve a parte) sono state ideali.

 

Netto incremento anche per la quantità di olive raccolte, con le previsioni che danno in aumento la produzione di olio del 10% anche se per avere un quadro definitivo bisognerà attendere i dati sulle rese, che vengono date in calo rispetto allo scorso anno.

 


 

Lombardia
In arrivo l'albo dei florovivaisti

 

"Mi sono impegnato a istituire l'albo dei florovivaisti, perciò abbiamo intenzione di convocare tutte le parti per presentare una serie di proposte per la sua costituzione. E' importante perché sia utile a certificare le aziende che in questo settore operano secondo le regole".

 

Lo ha detto Giuseppe Elias, assessore lombardo all'Agricoltura, intervenendo il 17 novembre a Vertemate con Minoprio (Co) all'inaugurazione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Scuola di Minoprio.

 

"Incontreremo i sindacati e tutti gli interlocutori interessati per concretizzarlo prima possibile - ha precisato Elias - secondo due ipotesi: abbiamo una soluzione attuabile entro l'anno, una soluzione che potrei definire 'ponte' ma già efficace, e una seconda che ha bisogno di un passaggio normativo che, in questa fase di amministrazione ordinaria, non possiamo perfezionare".

 

 

Toscana
70 nuovi impianti a biomassa entro il 2015

 

Settanta piccoli impianti alimentati a biomassa nasceranno in Toscana entro il 31 dicembre 2015, per un totale di 70 megawatt elettrici (oltre a 200 megawatt termici) complessivi, per un incremento di occupazione di circa 800 addetti.

 

E' stato annunciato durante il convegno organizzato da Cia Toscana e Aiel il 16 novembre a Firenze. Un incontro interamente dedicato al settore dell'energia da biomasse agroforestali, come opportunità per le imprese ed i cittadini toscani, al quale ha partecipato l'assessore regionale all'agricoltura Gianni Salvadori.

 

Nuovi impianti a biomasse (ciascuno minore di 1 megawatt) grazie al protocollo che verrà siglato entro il mese di dicembre 2012 oltre che dalla Regione Toscana e dalla Cia regionale, anche da Uncem Toscana, Upi e Anci, e dalle sigle sindacali del mondo agricolo e del lavoro (Cgil, Cisl, Uil); e dal mondo cooperativo (Confcooperative e Legacoop).

 

Fra i principi del protocollo c'è la filiera corta, nell'ottica di assicurare la tutela dell'ambiente e la valorizzazione del patrimonio forestale toscano, quindi la biomassa dovrà arrivare all'impianto solo dal territorio (massimo 70km dall'impianto). Gli impianti saranno finanziati per una parte con fondi regionali e nazionali, il restante per investimenti privati.

Fonte: Cia Toscana


 

Sardegna
Inizio amaro per la stagione del carciofo sardo


Non inizia bene la stagione del carciofo sardo. I produttori lamentano infatti la presenza di un prodotto commerciale che viene deprezzato dal mercato in quanto le conseguenze del clima stanno influendo sulle caratteristiche merceologiche del carciofo: pianta molto ramificata, capolini piccoli, irregolarità sullo sviluppo.

 

La domanda di prodotto nelle principali piazze ha subito nelle ultime settimane forti rallentamenti; si presume anche possa conformarsi una diminuzione di prezzi sino ad arrivare a remunerazioni lorde che potrebbero non remunerare i costi di produzione. 

 

Tale situazione potrebbe diventare drammatica se si pensa che i costi di trasporto, di confezionamento, di mediazione e facchinaggio dei carciofi incidono per il 50%, per cui i ricavi dei produttori si riducono a pochi centesimi per capolino. A tale situazione si aggiungono i maggiori costi di produzione. I costi sono infatti saliti di circa il 30%, in particolare per il prezzo del petrolio e dei suoi derivati.

 

I produttori minacciano di estirpare le produzioni in corso in quanto i ricavi, che si fanno sempre più risicati, non coprirebbero i costi di produzione.

 

In Sardegna il carciofo rappresenta la principale produzione orticola con fatturati che arrivano sino a 120 milioni di euro e produzioni di 480 milioni di capolini. I produttori interessati sono oltre 3.000.

 

I produttori chiedono un intervento della Regione Sardegna, nell'ambito della continuità territoriale, per abbattere i costi del packaging e dei trasporti, in modo da colmare il deficit sui costi e di tempo sul trasporto del fresco rispetto alla concorrenza nazionale.

 

Si chiede inoltre un incontro con l'assessorato dell'Agricoltura per stabilire una strategia comune sul mercato. Coldiretti Sardegna nota che "sarebbe opportuno coinvolgere la grande distribuzione organizzata dell'isola a sostenere il prodotto in modo concreto, acquistando e commercializzando i carciofi sardi".

 

 

Veneto
Vino, il successo delle Denominazioni

 

"Il Veneto è la prima Regione produttrice di vino e di vini a denominazione di origine controllata e Doc garantita ed è, in rapporto alla sua superficie, il primo distretto produttivo mondiale del settore".

 

Così l''assessore regionale all'Agricoltura Franco Manzato commenta la vendemmia 2012, snocciolando alcuni dati: "Oltre 7 milioni e 547 mila ettolitri di vino, dei quali quasi la metà, 3 milioni 723 mila ettolitri, a Denominazione, e 2 milioni 818 mila a Indicazione geografica tipica, categoria dove il Veneto è primo, seguito da Sicilia ed Emilia-Romagna. 

 

A questi si aggiungono oltre 23.467 ettolitri di vino varietale e oltre 982 mila ettolitri di vino per così dire da tavola. 

 

La sola provincia di Treviso produce più vino a Denominazione (un milione 710 mila ettolitri) dell'Emilia-Romagna e della Toscana, terza e quarta regione nella graduatoria italiana, mentre la Provincia di Verona segue a ruota con 1 milione 469 mila ettolitri".

 

La rosa dei successi veneti è costituita da denominazioni di fama mondiale, come il Prosecco, il Valpolicella, l'Amarone, il Soave, il Bardolino. "E' un sistema di eccellenza - nota Manzato - fatto di terreni vocati e principalmente di vitigni autoctoni, di passione e tradizione, di ricerca e innovazione, che si traduce anche nel primato assoluto di esportazioni di vini e mosti per quantità e valore sia in Italia (oltre il 30%) sia a livello europeo(circa il 15% del totale)".


 

Sicilia
Ortofrutta, nasce il Consorzio agroindustriale Faicos Aop

 

Nasce il Consorzio agroindustriale Faicos Aop (filiera agroindustriale consortile siciliana), promosso da Unaproa "con l'obiettivo di commercializzare derivati di agrumi di qualità ad alto valore innovativo per rispondere sia alle esigenze di consumatori che a quelli dei produttori già a partire dalla prossima campagna agrumicola". 
Il presidente sarà Luciano Privitera, già presidente della Op Copas di Acireale (Ct); vice presidente sarà Salvatore Imbesi, titolare dell'Agrumigel di Barcellona Pozzo di Gotto (Me).

 


Fonte: Agrapress

 

Veneto
Operai agricoli, siglati quasi tutti i contratti integrativi provinciali


Si sono ormai chiusi, fra le rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori, quasi tutti i contratti integrativi provinciali di lavoro degli operai agricoli. 

Gli accordi sono stati trattati e sottoscritti con i sindacati dalle sedi provinciali di Confagricoltura, che ha espresso soddisfazione: "Nonostante un contesto particolarmente pesante per il settore, le imprese agricole hanno dimostrato, procedendo con puntualità al rinnovo dei Cipl, di poter fornire risposte concrete e soddisfacenti alle esigenze dei loro dipendenti".

 


Fonte: Confagricoltura Veneto