"I dati diffusi dall'Istat ci rammentano ancora una volta lo straordinario valore delle eccellenze dell'agroalimentare italiano. Il mantenimento del primo posto in Europa con 244 prodotti di qualità registrati, tra Dop, Igp e Stg, ci rende pieni di orgoglio e offre l'occasione per riflettere sulle opportunità che il settore primario può offrire all'intero sistema produttivo italiano.

Essere il Paese con il maggior numero di riconoscimenti vuol dire riuscire a far emergere, in ogni località, i prodotti migliori, dimostrando il forte radicamento del produttore sul territorio.
Nel caso specifico parliamo di un settore con un giro di affari di circa 10 miliardi di euro e che conta su circa 85 mila operatori certificati, gran parte dei quali - circa il 90% del totale - svolge esclusivamente l'attività di produzione".


Così il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha commentato i dati Istat sulle denominazioni Dop, Igp e Stg che confermano la leadership italiana in Europa per numero di riconoscimenti di qualità. I dati sono stati diffusi nel corso del convegno su 'Agricltura di qualità: i numeri di un settore in evoluzione' e contenuti nel volume dal titolo 'Prodotti agroalimentari di qualità Dop Igp e Stg'.

L'Italia si conferma primo paese europeo per numero di riconoscimenti conseguiti: 239 i prodotti Dop, Igp e Stg riconosciuti al 31 dicembre 2011 (20 in piùà rispetto al 2010).

I settori con il maggior numero di riconoscimenti sono gli ortofrutticoli e cereali (94 prodotti), i formaggi (43), gli oli extravergine di oliva (42) e le preparazioni di carni (36). Le carni fresche e gli altri settori comprendono, rispettivamente, tre e 21 specialità.

Nel 2011 gli operatori certificati sono 84.148, in calo dello 0,5% rispetto al 2010. Di questi, il 91,9% svolge esclusivamente attività di produzione, il 5,9% solo trasformazione e il restante 2,2% entrambe le attività.
I produttori (-0,4% rispetto al 2010) sono più numerosi nei settori dei formaggi (31.116), degli oli extravergine di oliva (20.278) e degli ortofrutticoli e cereali (16.621).
I trasformatori (+4% rispetto al 2010) sono più numerosi nei settori degli oli extravergine (1.855), dei formaggi (1.663) e degli ortofrutticoli e cereali (1.092).
Nel sistema di certificazione, gli operatori fuoriusciti (9.080) superano i nuovi entrati (8.641).
Tra i titolari di queste aziende prevale la componente maschile: infatti, il 79,9% dei produttori e l'85,3% dei trasformatori sono uomini.
Il 28% dei produttori è localizzato in montagna a fronte del 17% di aziende agricole montane rilevate dal censimento dell'agricoltura nel 2010.
A livello territoriale continua il progressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali, sebbene gli operatori e le strutture produttive risultino storicamente radicati soprattutto nel Nord del Paese.

"Le differenze geografiche, che in Italia sono molto marcate - ha concluso Catania - vengono esaltate dalle eccellenze prodotte: Nord e Sud risultano così più vicini e le distanze sembrano accorciarsi.
Se al Nord va il ruolo storico di leader nelle denominazioni di qualità, si conferma però il progressivo rafforzamentodel Mezzogiorno. Segnali di crescita incoraggianti, che testimoniano come il tessuto agroalimentare possarivestire un ruolo centrale nel rilancio di alcune zone storicamente svantaggiate. Bisogna continuare su questa strada, tutelando le produzioni e il lavoro degli agricoltori e proseguendo con efficaci interventi di contrasto alle contraffazioni agroalimentari e tenendo alta la guardia sul fenomeno dell''italian sounding'".