Il demanio ci ha fornito nuovi dati che parlando di decine di migliaia di ettari e che si avvicinano di più alle nostre previsioni”. Lo ha dichiarato il ministro Mario Catania facendo chiarezza su un punto rimasto in ombra fino ad oggi e rendendo noto che - forse - già entro la metà di agosto, verrà emanato il decreto con l'elenco dei terreni pubblici destinati alla dismissione.

E' oramai di un mese il ritardo accumulato dall'applicazione del provvedimento approvato nell'ambito della legge di stabilità a novembre 2011, e successivamente modificato da governo e parlamento. A farlo notare è Coldiretti che commenta quanto dichiarato dal direttore generale Finanza e privatizzazioni del Dipartimento del Tesoro, Francesco Parlato.

 

Conti in tasca 

Parlato, durante un'audizione in Commissione Bilancio della Camera, ha reso noti alcuni dati riguardanti proprio il patrimonio immobiliare dello Stato.

Sarebbero più di 1,3 milioni gli ettari censiti sulla base dei dati riferiti a marzo 2011 e forniti dalle amministrazioni locali, a cui farebbe riferimento il 98% di tale ammontare. I primi in cima alla lista sarebbero i Comuni, seguiti a grande distanza da Regioni e Province autonome.

Un patrimonio che si traduce in svariati miliardi di euro - 6 secondo uno studio di Coldiretti -, ma il cui valore resta ancora da definire con precisione.

"Mentre si fanno i conti – ha commentato Coldiretti - ci auguriamo che questa legge non si aggiunga alla lunga lista delle norme inapplicate. La cessione di questi terreni toglierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, rendendo disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto andando a calmierare il prezzo dei terreni la cui scarsa disponibilità rappresenta il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole”.

 

L'unione fa la forza

Coldiretti non è l'unica a fare pressione. Anche Aiab, Alpa, Ari, via Campesina Europa con il Centro internazionale crocevia e Legambiente, hanno richiesto al ministro che si privilegi la locazione alla vendita dei terreni demaniali. Un passo per le associazioni necessario, se non si vuole “fare un regalo alla criminalità organizzata, unico soggetto oggi in possesso di grande massa di liquidità”.

 

Disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole

Il ministro, lanciando un segnale di apertura e dialogo, ha ricevuto lo scorso giovedì le associazioni ambientaliste Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu Birdlife Italia, Touring Club Italia e WWF Italia con le quali ha condiviso il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo, annunciato martedì scorso in occasione della presentazione del rapporto 'costruire il futuro: difendere l'agricoltura dalla cementificazione'.

Un argomento comunque vicino a quello sul futuro dei terreni demaniali e che rappresenta, secondo le associazioni interpellate dal dicastero (Legambiente)  una riforma 'epocale'.

 

Cia si mobilita

"Fin dalle prossime settimane daremo vita a una serie di iniziative e manifestazioni in tutte le Regioni - ha annunciato la Cia, che si schiera a favore del territorio dagli anni Ottanta e che ora intende farne uno dei suoi cavalli di battaglia -, per sensibilizzare società civile, istituzioni, forze politiche, sociali ed economiche sul tema prioritario del suolo e della sua effettiva salvaguardia". 
In dieci anni, secondo i dati della Confederazione, la contrazione del suolo agricolo coltivabile sarebbe stata di circa 19mila chilometri quadrati. "Un territorio pari all'intero Veneto", ha rimarcato il presidente Giuseppe Politi. "Vogliamo dare vita ad atti concreti - si legge in un comunicato di solidarietà a Catania-, in grado di aprire una pagina nuova per un ambiente rurale realmente sostenibile".