E' partito a settembre 2011 il progetto InterVeg, pensato per incrementare gli effetti positivi e la multifunzionalità delle colture di copertura nei sistemi orticoli condotti secondo il metodo dell'agricoltura biologica.
La riunione iniziale si è svolta a Monsampolo del Tronto (Ap), presso la sede dell'Unità di ricerca per l’orticoltura Cra-Ora ed ha visto la partecipazione dei partner provenienti da Slovenia, Germania e Danimarca, oltre a quelli italiani. La definizione degli obiettivi e l'approccio del progetto InterVeg sono basati sul principio di intensificazione eco-funzionale, indicato dall'agenda di ricerca strategica per l'agricoltura sviluppata dalla piattaforma tecnologica europea 'TPOrganics'.
Le colture di copertura rappresentano uno strumento importante negli agro ecosistemi condotti in biologico, che permette di gestire contemporaneamente la fertilità del suolo, le malattie, i parassiti e le malerbe. Le colture di copertura non sono molto diffuse nei sistemi orticoli specializzati, ma possono essere introdotte come pacciamatura naturale (living mulch, secondo il termine anglosassone), consociate con le ortive da reddito. In questo caso nasce una domanda di ricerca specifica, che riguarda la definizione di tecniche necessarie a ridurre la competizione tra le colture e ad ottimizzare i benefici a livello di sistema aziendale.
InterVeg, finanziato dal secondo bando Era Net Core Organic II, è dunque un'opportunità importante per creare sinergie tra le attività dei partner di quattro diversi paesi europei che, a livello nazionale, hanno esperienze di sperimentazione sui sistemi orticoli biologici. L'obiettivo principale del progetto è quello di valutare l'effetto dell'introduzione della pacciamatura vegetale nei sistemi di produzione orticola biologici, considerando le strategie di gestione che permettono di massimizzarne i benefici.
Il progetto è dunque basato su un confronto dei benefici ambientali ed economici del 'living mulch' rispetto ai sistemi di produzione orticola specializzati in una singola coltura. I due sistemi orticoli, quello con la consociazione e quello con la coltura singola, saranno confrontati in termini di rese, di uso di input esterni all'azienda, di efficienza nella gestione dei nutrienti e di consumo di energia in diverse condizioni ambientali europee, caratterizzate dalla produzione di ortaggi biologici in pieno campo.
I siti sperimentali saranno istituiti dai partner del progetto nei quattro paesi di provenienza, Danimarca, Germania, Slovenia e Italia. Per ogni area di studio saranno identificate due colture da consociare in base alla rilevanza economica della coltura nel territorio, il ciclo colturale e la possibilità della coltura di essere rappresentativa di un gruppo più ampio di colture con caratteristiche simili. I fattori sperimentali che saranno presi in considerazione per ottimizzare la performance dei sistemi in cui vengono introdotte le colture di copertura consociate comprendono il periodo di semina, la densità delle colture di copertura e la potatura delle radici per influenzare spazio occupato e resa delle colture.
Il coinvolgimento diretto di alcune aziende agricole biologiche nelle attività sperimentali del progetto permetterà da una parte di valutare gli effetti del 'living mulch' anche a scala più ampia, quali ad esempio gli effetti sugli insetti benefici e sui patogeni, favorendo allo stesso tempo la partecipazione degli agricoltori all'attività del progetto e la disseminazione dei risultati del progetto.
Il progetto produrrà un report finale dedicato ai benefici pubblici, ambientali ed economici prodotti dalle tecniche sperimentate. Tale report sarà diretto alle istituzioni locali, regionali ed europee.
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Fonte: Aiab