L'indice Istat diminuisce dell'1,3% rispetto a un anno fa, mentre rispetto a luglio il calo è dello 0,5%. La variazione annua è data da un aumento dello 0,8% per le vendite di prodotti alimentari e da una flessione del 2,9% relativa alle vendite dei prodotti non alimentari. Su base mensile, la diminuzione è dovuta a un calo sia dei prodotti alimentari (-0,3%) che di quelli non alimentari (-0,7%). Su base annua, per le imprese della grande distribuzione si registra un aumento dello 0,8%, a fronte di un calo delle imprese operanti su piccole superfici del 3,0%. Per i prodotti alimentari la dinamica annua è risultata più favorevole nella grande distribuzione rispetto alle imprese operanti su piccole superfici: +1,4% rispetto a -1,7%. Nei primi otto mesi dell'anno, il valore totale delle vendite è diminuito dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2007 (+1,2% alimentari). Per le imprese della grande distribuzione le vendite sono cresciute dell'1,6%, per le imprese operanti su piccole superfici sono scese dell'1,6%. Le vendite di prodotti alimentari sono aumentate dell'1,2%.
 
Cambiano le modalità di acquisto: i consumatori preferiscono sempre più i supermercati e meno i mercati rionali e le botteghe. Lo sottolinea Confagricoltura. Dai dati Istat emerge che la dinamica è risultata più favorevole nella grande distribuzione rispetto alle imprese operanti su piccole superfici. Nel periodo gennaio-agosto 2008 (rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) gli acquisti di prodotti alimentari (freschi e trasformati) presso la grande distribuzione sono cresciuti dell’1,8%, mentre presso le imprese di più piccole superfici sono diminuite dell’1,4%. Confagricoltura sottolinea come si vada affermando un modello agroalimentare di qualità diffusa che fa del rapporto qualità/prezzo il punto di forza. Lo sviluppo di alleanze tra tutte le componenti della filiera per il sistema dell’agroalimentare italiano diventa una necessità.
 
Uno degli elementi centrali del recupero di efficienza della filiera consiste nel miglioramento delle relazioni tra le sue diverse componenti. La riduzione dei protezionismi e la liberalizzazione dei mercati, l’accresciuta concorrenza e le tensioni sui mercati rendono manifesta la necessità di una maggiore capacità di collegamento tra agricoltura, industria, commercio e servizi. E quanto sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori. In Italia le esperienze praticate nel campo dell’interprofessione non hanno permesso di rendere più stretti i rapporti di filiera. La molteplicità dei soggetti, la tradizionale intermediazione commerciale, la crescente posizione dominante della distribuzione moderna creano un differenziale tra valore alla produzione e valore finale che incide sull’inasprimento dei prezzi al consumo.