Il bio arretra ancora nel 2006. Lo rileva l’Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che stima per l’annata trascorsa un calo delle vendite di prodotti biologici in Italia del 2,6% rispetto al 2005, che si era chiuso a -5,8%. La rilevazione, che esclude gli acquisti nei negozi specializzati e include le vendite della Gdo (super e ipermercati), ha fatto emergere una flessione del 4,5% per i lattiero-caseari e del 6% per gli ortofrutticoli freschi e trasformati. In calo gli acquisti domestici di uova (-4%), pasta e riso (-11%), crescono di quasi 3% dolciumi, biscotti e snack biologici.
L’Italia, nonostante il calo dell’ultimo triennio, figura nella lista dei primi 5 Paesi consumatori di prodotti bio, dietro Stati Uniti (in testa), Germania, Regno Unito e Francia. E’ seconda, alle spalle del Messico, per numero di aziende agricole bio e quinta per ettari coltivati. L’Italia detiene il primato mondiale per la produzione di cereali, olive e uva biologici. E’ il terzo maggior produttore di riso coltivato senza l’utilizzo di prodotti di sintesi, preceduto solo da Tailandia e Filippine.