La stragrande maggioranza dei consumatori (l'89% degli americani, secondo l'Innovate Animale Ag) pensa che all'interno degli allevamenti di galline ovaiole gli esemplari femmine siano destinati alla produzione di uova, mentre i maschi a quella di carne. La realtà è differente. Poiché le razze di galline ovaiole non sono adatte alla produzione di carne, quando le uova si schiudono gli addetti alla selezione dividono i pulcini in due gruppi. Le femmine sono allevate per produrre uova, mentre i maschi vengono eliminati attraverso il soffocamento o la tritatura.

 

Le associazioni animaliste e una parte dell'opinione pubblica ritengono che questa pratica sia crudele e non rispetti il benessere degli animali. Un tema estremamente caldo, capace di indignare l'opinione pubblica, soprattutto quando vengono diffusi i video in cui si vedono i pulcini maschi eliminati in maniera cruenta.

 

Dietro la pressione dell'opinione pubblica e delle associazioni animaliste, nonché della politica (molti Stati Ue hanno vietato questa pratica, l'Italia dal 2026 ma con diverse deroghe) diverse startup stanno lavorando a metodi che siano in grado di identificare in maniera precoce il sesso dei pulcini in modo da evitare la schiusa di quelle uova che daranno origine ad esemplari maschi.

 

Il sessaggio In Ovo

La tecnologia più diffusa è quella di In Ovo, una startup olandese che ha messo a punto un macchinario in grado di estrarre, attraverso un piccolo ago, una goccia di liquido dall'allantoide all'interno dell'uovo. Tale goccia, raccolta il nono giorno, viene poi analizzata per identificare specifici marcatori, proteine presenti solo nelle uova che daranno origine ad un maschio. Tali uova vengono poi tolte dall'incubatrice e destinate ad altri usi.


Attualmente In Ovo ha diversi macchinari operativi presso allevamenti in Francia, Germania e Olanda e secondo alcune stime il 15% delle uova europee è stato sessato prima della schiusa. La startup ha chiuso un round da 32 milioni di euro e ottenuto un finanziamento da parte della Banca Europea per gli Investimenti del valore di 42 milioni di euro. Gli allevamenti con cui lavora da un lato cercano di dare una risposta alle richieste dei consumatori e dall'altro si preparano alle crescenti restrizioni normative.

 

Quella di In Ovo è la tecnologia più diffusa


Anche altre startup, come ad esempio PLANTegg e Seleggt, stanno lavorando allo stesso concetto. Tuttavia, il grosso limite di questo approccio alla selezione è il costo elevato, anche se si traduce in pochi centesimi di euro ad uovo per il consumatore. L'operazione di perforare il guscio, estrarre il liquido e analizzarlo ha infatti un certo costo e richiede dei tempi che non sempre sono compatibili con i ritmi dei moderni allevamenti.

 

Non solo prelievi di liquido allantoide

Un'alternativa molto interessante riguarda invece la possibilità di determinare il sesso del futuro pulcino attraverso l'imaging non invasiva. Agri Advanced Technologies è una startup tedesca che utilizza sensori iperspettrali per determinare il colore delle piume dell'embrione, che differisce tra maschi e femmine. Il test deve essere effettuato tra l'undicesimo e il tredicesimo giorno, ha un basso costo e non è invasivo.

 

Un'altra startup tedesca, Orbem, combina l'intelligenza artificiale con la risonanza magnetica per esaminare lo sviluppo degli organi degli embrioni, rivelando le differenze fisiche tra maschi e femmine. Anche in questo caso non c'è alcuna rottura del guscio.

 

Si tratta dunque di tecnologie veloci, ma per avere un'accuratezza elevata occorre aspettare fino al dodicesimo-tredicesimo giorno. Si tratta di un timing al limite, visto che gli scienziati affermano che i pulcini iniziano a provare dolore proprio dal tredicesimo giorno.

 

Le frontiere delle biotecnologie

Un terzo approccio, molto promettente dal punto di vista tecnico ma scarsamente applicabile causa restrizioni normative, riguarda la modifica genetica dei polli. I ricercatori possono conferire agli embrioni maschili un marcatore genetico che consente loro di essere facilmente identificati (eggXYt) o di smettere di crescere del tutto (Huminn). Solo i maschi portano il tratto genetico, quindi le femmine e le uova che entrano nella filiera alimentare non sono geneticamente modificate.

 

Grazie alla ricerca è possibile conferire agli embrioni maschili un marcatore genetico che consente loro di essere facilmente identificati (eggXYt)

 

Questo approccio consente una rapida rilevazione del sesso, non invasiva prima che le uova entrino nel processo di incubazione, mentre la maggior parte degli altri approcci è solo praticabile dopo diversi giorni dall'inizio dell'incubazione.

 

Un quarto approccio riguarda l'analisi dei Voc, Composti Organici Volatili, specifici del sesso, che si diffondono attraverso il guscio dell'uovo. La startup californiana SensIT sta lavorando con questo approccio e afferma di poter differenziare i sessi a partire dall'ottavo giorno.

 

Si sta anche cercando di ottenere immagini degli embrioni tramite piccoli fori nel guscio (e siamo al quinto metodo). Questo approccio è più complesso e costoso rispetto all'imaging non invasivo, ma può essere efficace in una fase precedente dell'incubazione.

 

Infine, c'è la futuristica inversione del sesso. La società israeliana Soos Technology sta cercando di far virare il sesso dei pulcini gestendo l'umidità e la temperatura, ma anche usando vibrazioni sonore. La possibilità di cambiare il sesso degli embrioni da maschio a femmina è estremamente interessante, ma lontana dall'essere provata.