In Cina la carne di maiale è una cosa seria. Pechino è il primo consumatore al mondo di suini e importa animali da tutto il mondo. Per il Governo assicurare alla popolazione carne a buon mercato è un fattore di stabilità politica e sociale. Si tratta quasi di una questione di sicurezza nazionale, messa in crisi recentemente dai focolai di peste suina, che hanno costretto il Governo ad abbattere milioni di capi e a chiudere piccoli allevamenti.
Non stupisce dunque che il Paese stia cercando una nuova strada all'allevamento dei suini. Oggi il tessuto produttivo è fatto da grandi strutture, pari al 2% di quelle totali, che producono i due terzi della carne. E poi ci sono migliaia di micro allevamenti, talvolta familiari e di pochi capi, difficilmente controllabili e poco innovativi.
Le pig factory possono contare su economie di scala e una gestione moderna dell'allevamento, mentre le strutture a conduzione familiare hanno una gestione tradizionale del bestiame, sono deboli sul fronte della sicurezza e anche in tema di sostenibilità non eccellono. Ecco dunque che il Governo ha intrapreso una politica di concentrazione della produzione, chiudendo gli allevamenti più piccoli, e ha invece favorito la nascita di mega impianti.
Un esempio ci arriva da Ezhou, provincia dell'Hubei, dove sta per essere completato il più grande allevamento al mondo, una struttura con due "grattacieli" da ventisei piani ciascuno, in grado di produrre 1,2 milioni di maiali all'anno. Proprietaria è la Società Hubei Zhongxin Kaiwei Modern Animal Husbandry, alle cui spalle c'è un Gruppo industriale del cemento, che ha i propri impianti nelle vicinanze della pig factory.
Sostenibilità, anche le dimensioni contano
Quello di Ezhou è un esempio di allevamento moderno e, potremmo dire, anche sostenibile. Gli animali sono chiusi all'interno della struttura e non hanno contatti con il mondo esterno. Questo evita il diffondersi di malattie, come la peste suina. L'acqua e le razioni sono controllate all'ingresso e calibrate da sistemi informatici, che distribuiscono il cibo sulla base delle necessità degli animali.
Il vicino cementificio sfrutta il calore prodotto per riscaldare la struttura, mentre i reflui zootecnici vengono convogliati all'interno di due digestori per la produzione di biogas, il quale viene a sua volta sfruttato per produrre energia per l'allevamento e il cementificio.
Appare paradossale, ma dal punto di vista ecologico un super allevamento come quello di Ezhou potrebbe essere addirittura più sostenibile rispetto a piccole strutture a gestione familiare, dove il concetto di economia circolare è sconosciuto e il livello di preparazione tecnica degli agricoltori è bassissimo.
Algoritmi, sensori e benessere animale
Certo, resta il nodo del benessere animale, ma anche su questo fronte la tecnologia può dare una mano. I giganti del software, come Alibaba o NetEase, stanno infatti sviluppando algoritmi per la gestione degli allevamenti.
All'interno delle moderne strutture sono infatti presenti delle telecamere che sorvegliano ventiquattro ore su ventiquattro gli animali. I sistemi informatici riconoscono ogni capo grazie a software di riconoscimento facciale, oppure attraverso QR Code stampigliati sul dorso. Sono presenti anche microfoni che raccolgono i suoni emessi dai capi e termocamere che rilevano la temperatura corporea.
Tutti questi dati vengono analizzati e hanno lo scopo di mettere in atto pratiche di "precision livestock farming", o allevamento di precisione. I capi che mostrano i sintomi iniziali di una malattia vengono identificati precocemente e isolati. Questo porta ad un minore uso di antibiotici. Comportamenti anomali vengono riconosciuti dal sistema, che è in grado dunque di lanciare alert, riducendo quindi i fattori di stress e i casi di aggressività.
Un grattacielo tecnologico per i maiali
All'interno della struttura di Ezhou i maiali si muovono attraverso ascensori. I primi due piani sono destinati allo stoccaggio degli alimenti e ospitano le strutture di controllo, mentre dal terzo piano in su sono allevati i suini. Mille animali per piano per un totale di ventisei piani per due grattacieli. In totale si stima che l'impianto sia capace di produrre 1,2 milioni di maiali all'anno.
Ad ogni piano sono presenti sensori che controllano la temperatura, l'umidità e la presenza di gas dannosi, come l'ammoniaca. Mentre sensori sulle linee di distribuzione del cibo effettuano controlli sulla qualità e quantità di cibo fornita agli animali.
L'obiettivo è avere il controllo totale di tutti i fattori produttivi al fine di massimizzare la produzione e minimizzare gli sprechi. E anche il benessere animale rientra in questa logica. Se l'opinione pubblica cinese non si cura (ancora) di questo aspetto, gli allevatori sanno che il benessere animale è un fattore che contribuisce alla redditività dell'azienda.
Leggi anche Cina, l'agricoltura corre veloce