I bovini nella Ue

Restano stabili nei primi giorni di maggio le quotazioni della carne bovina sui mercati europei, che possono così mantenersi al disopra dei prezzi dello stesso periodo dell'anno precedente.
Dalle rilevazioni di mercato della Commissione europea, spicca la forte crescita del prezzo dei vitelli, un dato che può celare una spinta da parte degli allevatori a incrementare le rimonte interne nel tentativo di cogliere la ripresa dei consumi.

E' questo lo scenario che si attende con l'allentarsi della pandemia e dei vincoli che essa ha imposto. Ma non va sottovalutato al contempo il calo registrato nel segmento dei vitelli a disotto degli otto mesi di vita.
Un effetto della congiuntura ancora in atto o già un segno di cedimento della ripresa?
Sarà interessante monitorare con attenzione quale sarà l'evoluzione nei prossimi giorni.
 


C'è meno carne

Nel frattempo non occorre molto impegno per comprendere quali siano le spinte che hanno portato a questa impennata dei prezzi per le carni bovine.
L'esame della produzione europea nel primo mese di quest'anno mostra una caduta di oltre il 15%, cosa che non avveniva da tempo con tanta evidenza e velocità.
Per l'Italia la flessione è meno significativa (meno 11,4%), ma comunque allineata alla media europea.
Non meno importante il contemporaneo allentarsi delle importazioni, scese nel periodo gennaio-febbraio a poco oltre le 30mila tonnellate, mentre l'anno precedente nello stesso periodo erano entrate nella Ue più di 41mila tonnellate di carne bovina.
 

Andamento della produzione di carne bovina nella Ue, confronto annuale (gennaio 2021/gennaio 2020)
(Fonte: © Commissione europea)
 

I bovini in Italia

Il mercato italiano della carne bovina è allineato a quello europeo.
I rilievi di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agroalimentare) sui mercati all'origine indicano per aprile prezzi sostanzialmente stabili o in leggera ripresa per vitelloni e scottone.
In questo caso però il confronto con i prezzi dell'anno precedente mostra un dato tendenziale negativo per i vitelloni.
Cosa che dovrebbe invitare gli allevatori a non spingere eccessivamente sulla produzione.
Invece gli aumenti di prezzo per i vitelli da ristallo sembrano indicare una propensione a produrre di più, che potrebbe poi frenare l'auspicabile ripresa del mercato nel post-pandemia.
 

Andamento del prezzo medio dei vitelloni
(Fonte: © Ismea)


Suini, la crisi non rallenta

Resta pesante la situazione del mercato europeo delle carni suine, che perde ancora posizioni.
Il prezzo medio del macellato a inizio maggio si ferma poco oltre i 161 euro al quintale, aumentando il divario con i prezzi dello scorso anno (-10,4%), arretrando anche rispetto al mese precedente (-1%).
Nel grafico che segue si nota la caduta a precipizio dei prezzi per tutto il 2020.
La curva dei prezzi del 2021, dopo un buon tentativo di ripresa nelle prime settimane dell'anno, mostra una pericolosa inversione di tendenza.
Fra le possibili cause l'aumento della consistenza del patrimonio suinicolo europeo, che a fine 2020 risultava cresciuto del 2,1%.
 


Suinicoltura italiana in affanno

Flessioni in aprile anche in Italia per il mercato dei suini, con gli animali da macello quotati in media 1,21 euro al chilogrammo di peso vivo, con un calo dell'1,7% rispetto al mese precedente.
Ma contrariamente al mercato europeo, il confronto con il 2020 è in questo caso positivo (+5,2%).

Come evidenzia il grafico che segue, l'andamento del mercato è tutt'altro che stabile e mostra picchi verso l'alto e verso il basso che pongono molte incertezze sulla possibile evoluzione.
Motivo in più per suggerire prudenza a investire sui ristalli, come invece sta avvenendo.
Se ne ha conferma dall'andamento del prezzo dei suinetti che in aprile quotano in media 2,92 euro al chilo di peso vivo, con un aumento rispetto al mese precedente di quasi l'8%.
 

Andamento del prezzo medio dei suini da macello
(Fonte: © Ismea)


Vola l'avicoltura europea

Numeri positivi per il settore avicolo europeo che vede ancora quotazioni in crescita per i broiler nella prima settimana di maggio.
Oltre all'aumento congiunturale sul mese precedente, pare significativo il dato tendenziale, riferito allo scorso anno, con un differenziale positivo di quasi il 13%.
La curva delle quotazioni, come si apprezza nel grafico che segue, prosegue ininterrotta verso l'alto da inizio anno.
Interessante notare il divario rispetto all'andamento dei 12 mesi precedenti, ma in quel caso si era all'inizio degli effetti della pandemia sui consumi di carne.
 


Avicoltura, settore evoluto

Nella tenuta dei prezzi delle carni avicole gioca un ruolo importante la capacità del settore (dove è diffusa l'integrazione verticale) di programmare le produzioni in funzione dell'andamento dei consumi.
Già oggi sono disponibili le previsioni su come evolveranno queste due componenti del mercato.
Dal grafico che segue si nota come l'andamento della produzione segua quello dei consumi.
Va tuttavia tenuto conto che il settore ha superato l'autosufficienza e questa è prevista in aumento (dal 108% al 113%) e senza un adeguato sfogo sui canali di esportazione, questo surplus potrebbe farsi sentire in modo pesante sui prezzi nella parte finale del 2021.
 
 

In recupero l'avicoltura italiana

Meno florida, rispetto a quella europea, la situazione del comparto avicolo in Italia.
Il prezzo medio dei polli calcolato da Ismea per il mese di aprile (1,03 euro per chilo di peso vivo) segna un aumento del 3,9% rispetto al mese precedente, ma un anno fa i prezzi erano più alti del 2,3%.
Un andamento, come evidenzia il seguente grafico, dove i punti di caduta coincidono con l'acuirsi delle restrizioni dettate dall'andamento della pandemia.
Il che lascia supporre che l'attuale fase di recupero sia destinata a protrarsi.
 

Andamento delle quotazioni medie mensile dei polli
(Fonte: © Ismea)

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.