Lunedì 5 ottobre e lunedì 19 ottobre, due date importanti per i produttori di latte. Il primo appuntamento è a Bruxelles, dove i ministri dell’Agricoltura della Ue si incontreranno in via informale per discutere i problemi del latte. Era stata richiesta la convocazione di un Consiglio straordinario per dibattere di questi argomenti, ma mancavano i tempi tecnici per la convocazione formale e la gravità della situazione impone di non perdere tempo inutilmente. Poi la discussione si sposterà, il 19 e il 20 ottobre, a Lussemburgo per il “normale” Consiglio. A Bruxelles prima e a Lussemburgo poi, uno degli argomenti più “caldi” sarà l’esame del documento Franco-Tedesco con le nuove proposte per uscire dalla crisi del settore lattiero caseario. Gli interventi già decisi dalla Ue (se ne parla anche nel precedente numero di Agronotizie) si fermano agli aiuti per l’ammasso di latte in polvere e burro e all’anticipo a ottobre degli aiuti Pac, altrimenti riscossi a dicembre. Sul tavolo ci sono poi le proposte del Commissario Mariann Fischer Boel, fra i quali l’acquisto di quote da parte dei singoli Stati, la concessione di aiuti (nazionali) sino a 15mila euro per azienda, cui si aggiungono altri 600 milioni per le misure di mercato.

 

Misure insufficienti

Quanto deciso sino a oggi per sostenere il settore lattiero-caseario è giudicato insufficiente a frenare una crisi profonda e che coinvolge non solo l’Europa ma si allarga a tutto il mondo. Per di più le misure anticrisi sin qui decise hanno ben scarsa efficacia per la situazione italiana, che non ha interesse allo stoccaggio di latte in polvere e burro. Meglio sarebbe avere aiuti per l’ammasso privato di formaggi, una richiesta avanzata dall’Italia e raccolta come proposta dalla Commissione agricoltura e ora presente anche nel documento “anti-crisi” franco-tedesco, firmato nei giorni scorsi anche dal nostro ministro dell’Agricoltura. Ma vediamo in sintesi quali sono i punti chiave del documento che il ministro francese all'Agricoltura, Bruno Le Maire, ha presentato al suo collega italiano Luca Zaia. Al primo posto restano gli aiuti al latte in polvere e al burro (che interessano e molto Francia e Germania), ma si chiede anche che gli stock di questi prodotti possano tornare sul mercato solo a crisi risolta. Infine è riportato il ripristino degli aiuti all’ammasso privato dei formaggi, clausola che interessa da vicino l’Italia e il cui inserimento è stato richiesto dal ministro Zaia. Ma non basta. Il mercato del latte è divenuto molto volatile ed è necessario, si legge nel documento “anti-crisi”, che gli attuali strumenti di gestione del mercato siano messi a punto o creati se necessario, per diventare più flessibili, efficaci e reattivi. Anche i rapporti contrattuali nella filiera del latte devono essere migliorati, prendendo come esempio i modelli già applicati in alcuni settori quali l’ortofrutta o il vino. Innovazione, ricerca, diversificazione e strategie di segmentazione del mercato sono altri aspetti da incoraggiare con il sostegno pubblico per favorire la competitività delle aziende. Infine, altro punto sul quale l’Italia sta facendo forte pressione, la trasparenza e l’informazione ai consumatori, da attuare attraverso l’indicazione in etichetta della origine dei prodotti. E il documento precisa anche che questa indicazione può avvenire su base volontaria e senza essere introdotta come norma comunitaria.

 

Sarà un “libro dei sogni”?

Con la firma dell’Italia, che arriva a pochi giorni di distanza da quella della Polonia, il memorandum franco-tedesco “anti-crisi” ha il consenso di 20 Paesi della Ue, dunque una maggioranza qualificata che potrebbe preludere a una rapida attuazione dei provvedimenti richiesti. Ma forse non sarà così. Ne è convinto il presidente della Commissione agricoltura, Paolo De Castro, che liquida le proposte contenute nel documento come un “libro dei sogni”. "Il ministro francese Bruno Le Maire - ha affermato De Castro a margine del Summit di Confagricoltura che si è svolto in Sardegna - animato da grande entusiasmo, ha girato tutte le capitali europee raccogliendo le firme di 20 ministri. Il problema è - ha rilevato De Castro - che ogni volta che incontra un ministro lo fa firmare e cambia il testo. Non sappiamo, quindi, se i primi ministri che lo hanno firmato sono d'accordo con gli ultimi. Ci auguriamo che ci possa essere al suo interno qualche proposta concreta”.

Non resta che aspettare gli appuntamenti di ottobre per sapere quali saranno i provvedimenti che saranno effettivamente presi. Meglio non farsi troppe illusioni sulla dichiarazione dell’origine in etichetta, ma ci sono buone probabilità che l’emendamento per gli aiuti all’ammasso dei formaggi possa essere confermato dal Consiglio agricolo, anche in forza dell’approvazione già riscossa per questa proposta dal Parlamento europeo.