Si è conclusa la seconda fase  del Piano di controllo ufficiale predisposto dal Ministero della salute, in collaborazione con la Regione Campania, per la determinazione dell'ampiezza del fenomeno di contaminazione da diossina della mozzarella di bufala prodotta in detta regione. Il Programma di campionamento, approvato dalla Commissione Europea, prevedeva: una prima fase il controllo degli allevamenti conferenti il latte bufalino nei caseifici ubicati nelle province di Caserta, Napoli ed Avellino; una seconda fase di  controllo del latte bufalino nelle province di Salerno e Benevento; una terza fase, sulla base dei riscontri analitici, il controllo di altre filiere produttive quali la bovina ed ovicaprina.
A conclusione di questo percorso, effettuato in tempi veramente brevi, i risultati hanno evidenziato che il 'problema diossina' esiste in modo circoscritto  e comunque in  misura ridotta rispetto a qualche anno fa, quando i riflettori dei mass-media, della comunità nazionale e internazionale, non erano puntati sulla Regione Campania, attirati dall'emergenza rifiuti urbani. Le attività di controllo ufficiale, condotte in Campania, hanno permesso, grazie alle negoziazioni condotte dal ministero degli Affari Esteri, sulla base delle informazioni e della documentazione fornita dal ministero della salute, di limitare, da subito,  le ripercussioni negative legate alla commercializzazione dei prodotti lattiero caseari provenienti dall'intero territorio italiano, quali ad esempio Corea del Sud, Cina, Giappone, Hong-Kong  e Taiwan.
Il ministero della Salute è intervenuto, inoltre, sulle Autorità di quei Paesi terzi, nostri partner commerciali, con cui sono stati instaurati rapporti improntati a reciproca fiducia, quali: Argentina, Australia, Bielorussia, Brasile, Canada, Cile, Croazia, Emirati Arabi Uniti, Federazione Russa, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Stati Uniti d'America, per fornire tutte le informazioni disponibili; ciò ha fatto si che detti Paesi non adottassero alcun provvedimento. Grazie all'impegno profuso, da tutti i soggetti coinvolti nella predisposizione ed attuazione del Piano (ministero, regione, servizi veterinari delle aziende sanitarie della Campania) è stato scongiurato il pericolo dell'applicazione della 'clausola di salvaguardia' nei confronti dell'Italia da parte della Commissione europea. Non va dimenticato il ruolo svolto dagli Istituti zooprofilattici sperimentali di Napoli e di Brescia  e dell'Istituto Superiore di Sanità e del Centro di referenza nazionale per le diossine dell'Istituto di Teramo, nonché del Consorzio Interuniversitario Nazionale 'La chimica per l'ambiente' di Porto Marghera e di  un laboratorio privato di Amburgo, proposto dalla stessa Commissione Ue, che hanno fornito la loro piena collaborazione ai fini dell'attuazione di detto Piano favorendo il raggiungimento degli obiettivi nel più breve tempo possibile.
Nel corso della prima fase, che ha coinvolto le province di Napoli, Caserta e Avellino, sono stati prelevati in  173 caseifici  271 campioni di latte, provenienti da  646 diversi allevamenti. Alla luce dell'interpretazione degli esiti analitici, effettuata dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'IZS dell’Abruzzo e Molise, Laboratorio nazionale di referenza per le diossine, sono risultati conformi 232 campioni, pari all'85,6%, mentre 39 campioni (pari al 14,4% degli esaminati) sono risultati non rispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie. Ciò ha permesso di individuare 102 allevamenti potenzialmente contaminati  che sono stati già posti sotto sequestro sanitario.
Nella seconda fase del piano di campionamento, che ha interessato le province di Salerno e Benevento, sono stati prelevati 116 campioni di latte da 67 diversi caseifici, interessando 313 allevamenti. Tutti i campioni analizzati sono risultati conformi. Ciò ha confermato che tali province non sono state interessate dal fenomeno della contaminazione da diossina.
Negli allevamenti conferenti latte ai caseifici in cui è stato riscontrato il superamento dei limiti fissati, sono in corso gli opportuni approfondimenti  che prevedono, tra l’altro, il prelievo di campioni di latte e di alimenti zootecnici in ogni singolo allevamento conferente, il divieto di cessione o commercializzazione, a qualsiasi titolo di latte e prodotti lattiero-caseari da essi provenienti, e il divieto di movimentazione degli animali di qualsiasi specie, ivi presenti.
Per quanto riguarda inoltre i controlli effettuati sugli 83 allevamenti posti sotto sequestro, che avevano fornito il latte ai 25 caseifici  i cui prodotti erano risultati positivi per diossina  nel mese di marzo, n. 48 sono risultati negativi alle analisi condotte su campioni di latte e mangime, 31 sono risultati positivi alle analisi sul latte  e 4 sono risultati positivi alle analisi sul latte e mangimi.
In conclusione, oggi,  tutti i nostri prodotti lattiero-caseari, mozzarella di bufala campana inclusa, possono essere commercializzati liberamente sul mercato internazionale, senza sottostare a rafforzamenti di controlli alle frontiere degli altri Paesi. Nei Paesi in cui sono state fatte analisi per la ricerca di diossina in mozzarelle, come ad esempio il Belgio, i prodotti sono risultati tutti conformi.