Un incremento della produzione, accompagnato da un buon andamento dell’export e da un alleggerimento delle scorte finali.
Sono i movimenti che nel 2006 hanno caratterizzato il comparto dei formaggi in Italia, secondo le stime elaborate dall’Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Un settore, il primo in termini di fatturato tra quelli alimentari, che ha spinto la produzione a 1 milione e 24 mila tonnellate, lo 0,6% in più rispetto al 2005. Mentre le esportazioni (215.000 tonnellate) avrebbero fatto segnare nell’intera annata trascorsa un incremento del 5,1%. Ancora più marcata la crescita delle importazioni (+6,7%), mentre i consumi interni (apparenti), ammontati a 1,23 milioni di tonnellate, avrebbero chiuso il 2006 con una crescita dello 0,5%. Rallenta il passo la produzione di latte alimentare scesa dello 0,8% (da 2,9 a 2,88 milioni di tonnellate). Ancora più netta la battuta d’arresto del burro, con la produzione (121.000 tonnellate scarse) che l’anno scorso si è ridotta di quasi il 3%, scendendo sotto i livelli del 2004. Un comparto - sottolinea l’Ismea - penalizzato in tutta Europa dalla riduzione dei prezzi di intervento e dei tagli di Bruxelles sulle restituzioni all’export. Decisioni, adottate nell’ambito del Wto, che hanno pesantemente influenzato anche i flussi di interscambio con l’estero, riducendo del 17% le importazioni italiane e di quasi il 40% l’export.