Il Punteruolo ferruginoso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) è un coleottero appartenente alla famiglia dei curculionidi, parassita di molti generi di palme, tra cui Phoenix, Washingtonia e Trachycarpus. In Italia la sua presenza è stata accertata dal 2004 e le segnalazioni sono quasi esclusivamente a carico di esemplari del genere Phoenix.
Compie la maggior parte del suo ciclo di sviluppo come endofita all'interno delle palme attaccate. Gli adulti, lunghi fino 4 cm, sono attratti in particolar modo da piante danneggiate (ad esempio: da tagli di potatura mal eseguiti o eseguiti in epoca non idonea, rotture da neve o vento, malattie…), dove depongono le uova attraverso fori praticati con il rostro. Le larve apode (senza zampe), di colore biancastro con capo fortemente indurito ed arrotondato, di colore scuro superano i 5 cm di lunghezza. Si sviluppano all'interno del peduncolo fogliare e del tronco scavando lunghe gallerie, compromettendo di conseguenza la vitalità e la stabilità delle piante. Arrivate a maturità si imbozzolano e successivamente compiono la metamorfosi. In primavera gli adulti fuoriescono e si diffondono, infestando altre piante nel raggio di qualche chilometro.
La dannosità del Punteruolo ferruginoso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) è tale che, per le palme in cui è stata accertata la sua presenza, è prescritto l'abbattimento. In alternativa è possibile una copertura integrale con rete antiinsetto a maglia sottile, per tutelare le piante circostanti. Certo non è possibile recuperare una pianta una volta che l'infestazione ha preso piede, in quanto i parassiti riescono a penetrare in profondità nel fusto, dove gli insetticidi non riescono ad arrivare. Nemmeno l'endoterapia sembrerebbe efficace, anche se su questo argomento vi sono pareri contrastanti. Per le piante sane situate in zone dove è stata accertata l'infestazione, invece, sono consigliati trattamenti preventivi, oltre ad una corretta gestione delle operazioni agronomiche (potatura, rasatura del tronco, irrigazione...). I trattamenti preventivi hanno lo scopo di intercettare gli adulti e prevenire l'ovoposizione. Sono effettuati mediante irrorazione da indirizzare alla corona fogliare. Pertanto è necessario l'ausilio di un mezzo elevatore. Hanno l'intento di imbibire, fino a saturazione, la fibra vegetale che si sviluppa alla base dei piccioli e dello stipite. Vanno effettuati almeno 3 interventi l'anno in maggio-giugno-luglio. I prodotti vanno scelti tra quelli registrati e possono appartenere a diverse famiglie chimiche: neonicotinoidi (acetamiprid, clothianidin, imidacloprid, thiametoxam), piretroidi (bifentyrin, cipermetrina, deltametrina, lamba-cialotrina, zetacipermetrina, ecc.), esteri fosforici (clorpirifos), fosforganici (dimetoato). Si possono usare in associazione. Anche a livello preventivo sono contrastanti i pareri sull'efficacia dell'endoterapia, considerata la difficoltà dei vasi conduttori della palma a veicolare il trattamento nelle zone più critiche. Nel caso si decida comunque di ricorrervi, la stessa andrà considerata in un contesto di lotta integrata.
Infestazione del Punteruolo ferruginoso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) a Wadi Feiran.
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Wadi Feiran è la lunga valle del Sinai che parte dalla parte sud-occidentale a circa 2/3 del percorso verso la punta della penisola e porta verso l'altopiano interno dove si trova S. Caterina, la Valle del Vitello d'Oro e il Monte di Mosè. Nella tradizione locale, Wadi Feiran è considerato una specie di Eldorado perché scavando si trova qualche falda d'acqua e ci sono orti, mandorli e soprattutto palme da datteri (Phoenix dactylifera).
La palma dà da vivere alla gente del posto, impiega molto tempo a crescere, deve essere fecondata a mano, deve essere protetta da periodi troppo lunghi di siccità, si alleva con difficoltà. Wadi Feiran è accreditato come "oasi da 30.000 palme" e per questo è la più grande oasi del Sinai.
Nella foto si vedono 4 palme attaccate dal punteruolo. Si vede anche che altre palme sono già morte e che l'intero palmeto è abbandanato perché, evidentemente, una volta perdute un certo numero di palme, i beduini pensano che non vale più la pena di tenerlo da conto.
Se il danno da punteruolo pregiudicasse il raccolto dei datteri, si potrebbe avere un problema serio nel Mediterraneo non solo nei viali alberati dei nostri lungomare, ma soprattutto come occasione di nuovi flussi migratori. Forse varrebbe la pena di valutare la situazione a fondo e mettere in atto, se del caso, un programma di assistenza ai paesi del Sud del Mediterraneo per aiutarli a mantenere i palmizi, per i datteri, per le stuoie, per il turismo, per la loro storia.
A cura di Luca Di Lorenzo, dottore agronomo - Fitobenefit
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Fonte: Fitobenefit.it