Sui polifenoli si è detto molto. Magari non tutto, ma molto. La maggior parte delle informazioni circolanti focalizzano sui benefici che queste sostanze organiche apporterebbero alla salute umana, ma esistono anche altri benefici che si evidenzierebbero anche a favore della fisiologia vegetale.
I tannini, per esempio, sono dei polifenoli capaci di facilitare lo sviluppo radicale delle colture, regolando l'espressione dei fattori essenziali per la risposta agli stress. Tale risposta migliora quindi la capacità delle piante di vegetare e produrre anche a fronte di condizioni esterne difficili, riuscendo a captare comunque dal terreno più acqua e nutrienti rispetto alle condizioni di non trattato.
Cosa sono i polifenoli
Partiamo dal fenolo, che altro non è se non un anello benzenico in cui uno dei sei idrogeni è stato sostituito da un Oh, ovvero un gruppo ossidrilico. Per esempio i flavonoidi, appartenenti ai polifenoli, presentano una struttura che consta di tre di questi anelli legati fra loro. La lignina, invece, ne contabilizza un numero molto più elevato, componendo macromolecole dalla struttura tridimensionale complessa.
Meno "imponente" rispetto a quella della lignina appare la struttura dei tannini, suddivisibili a loro volta in idrolizzabili e condensati. I primi sono dei polioli idrolizzabili da soluzioni acide o alcaline, producendo zuccheri e acidi fenolici. I tannini condensati, invece, altro non sono che più unità base di flavonoidi connesse fra loro da legami carbonio-carbonio, insensibili quindi alla scissione per idrolisi.
Somministrare al terreno una bilanciata miscela di tannini, idrolizzabili e condensati, permette quindi di agire su due step sequenziali, ovvero una prima disponibilità, di tipo immediato, assicurata dai tannini idrosolubili, supportata nel tempo dal rilascio graduale da parte dei tannini condensati.
Oltre a stimolare una più florida emissione di capillizio radicale, i tannini favoriscono anche l'attività dei microrganismi presenti nella rizosfera, generando un percorso virtuoso che coinvolge piante e suolo. Ciò permette non solo di estrarre più acqua, grazie al maggior volume esplorato dalle radici, bensì anche di contare su una maggiore disponibilità di nutrienti già presenti nella matrice.
L'utilizzo più consigliabile di tannini è quindi tramite gli impianti di fertirrigazione, i quali assicurano l'ottimale localizzazione in prossimità delle radici, minimizzando al contempo la quantità di prodotti da impiegare.
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Fonte: Agronotizie