L'agricoltura sta cambiando velocemente, anche in ottica fitosanitaria. Molteplici le informazioni che vanno quindi condivise al fine di restare aggiornati e fra le iniziative volute in tal senso si evidenzia il convegno "Prodotti fitosanitari: le novità 2024", Appuntamento annuale che ha trovato la propria sede abituale presso la Sala Conferenze "20 Maggio 2012" della Regione Emilia Romagna.

 

Nota: le presentazioni condivise in occasione dell'evento saranno disponibili nel volgere di alcuni giorni sul sito della Regione Emilia Romagna.

 

Tenutosi il 22 febbraio, l'incontro ha visto interventi di natura diversa: ad aprire i lavori Stefano Boncompagni, responsabile del Settore Fitosanitario e Difesa delle Produzioni della Regione Emilia Romagna, il quale ha sollecitato a una maggiore comunicazione verso la cittadinanza. Doveroso infatti, secondo Boncompagni, fare comprendere anche a chi non si occupi di agricoltura quanto sia necessario curare le piante da patogeni e parassiti

 

Tema caldo, questo, e ampiamente condiviso nel settore fitosanitario. Purtroppo il cittadino medio non comprende che come esistono i farmaci a tutela della sua salute, esistono gli agrofarmaci a tutela della salute delle piante. A conferma, la Fao aveva proclamato il 2020 "Anno internazionale della salute delle piante", dal momento che oltre il 40% delle produzioni agricole va perduto a causa delle avversità

 

Di certo, però, tale messaggio dovrebbe essere condiviso per primo dal mondo agricolo, poiché non è raro incontrare operatori del settore che il legame farmaci-agrofarmaci non lo vedono o fanno finta di non vederlo, rincorrendo ideologie che vanno forse bene dal punto di vista del marketing, ma male fanno (e tanto) all'agricoltura nel suo insieme. 

 

Pan, Sur, Psp e... 

A seguire l'intervento di Stefano Boncompagni, il contribuito di Pasquale Falzarano, del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Il tema della sua presentazione è di estrema attualità e importanza, cioè "L'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: evoluzione della normativa e indicatori di rischio armonizzati".

Al centro dell'intervento le criticità del Sur, ovvero l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ma anche la Direttiva 128/2009, il Pan (Piano di Azione Nazionale) e il Psp (Piano strategico della Pac).


Una prima puntualizzazione giunge sul cosiddetto "accordo verde" della Ue, nato l'11 dicembre 2019 tramite Green Deal, Farm to Fork e biodiversità 2030. Di fatto, contrariamente a quanto pensato a dicembre 2023, non è stata ritirata la strategia, ma è stato solo ritirato il Regolamento che imponeva la riduzione drastica degli usi di agrofarmaci. L'altra strategia, quella per la biodiversità, mira ancora al 10% di aree agricole orientate in tal senso.

 

Cronistoria di una pretesa eccessiva

Nel giugno 2022 arrivarono le proposte di Regolamento che avrebbe dovuto sostituire la Dir. 128/2009. Il tasso di riduzione degli agrofarmaci era davvero troppo ambizioso, soprattutto per l'Italia con il -62% entro il 2030. Il più alto nella Ue. Non è stato inoltre tenuto conto che fra il 2003 e il 2021 l'Italia ha già diminuito gli usi di agrofarmaci del 42%. Ulteriori riduzioni, soprattutto così drastiche, avrebbero avuto impatti devastanti sulla difesa delle colture.

 

La valutazione dell'impatto del Sur non dava però informazioni circa i suoi reali effetti, cioè più import e prezzi più elevati. Inoltre, sarebbero cresciuti gli oneri burocratici per l'applicazione della lotta integrata. Poi arrivò la guerra in Ucraina e si comprese che la sicurezza alimentare in Europa era molto più fragile di quanto si supponesse.

 

Usi elevati: ma vi è un perché

Oggi l'Italia è terza a pari livello con la Germania quanto a percentuali di usi di agrofarmaci in Europa, impiegando il 14% del totale contro il 20% della Francia e il 21% della Spagna. Vi sono differenze anche in termini di Sau, con il Belpaese che è quinto con l'8% della Sau complessiva europea, seguendo Francia (17,8%), Spagna (14,8%), Germania (10,7%) e Polonia (9,2%). Ciò sposta verso l'alto i chili di prodotti fitosanitari usati in Italia per ettaro, ma c'è anche un perché: le superfici italiane sono fortemente orientate a frutticoltura, viticoltura e altre colture in cui l'impiego di agrofarmaci è necessariamente elevato. 

 

A conferma, comparando la produzione complessiva (prezzi di base) con la Sau, l'Italia produce una ricchezza media pari a 4.400 euro all'ettaro, piazzandosi quinta dopo Olanda (15.400 euro/ettaro), Malta (11.300 euro/ettaro), Cipro (6.200 euro/ettaro) e Belgio (6.100 euro/ettaro). Va da sé che l'agricoltura italiana non è comparabile a quella maltese, cipriota o belga, mentre l'Olanda sta pagando con gravi tensioni sociali e politiche la sua super intensività colturale e di allevamento. 

 

Le restrizioni e i vincoli sono già oggi molto elevati

Data la forte compenetrazione della rete idrografica e delle aree a valenza naturalistica, gran parte della Sau è già oggi soggetta a molteplici restrizioni e vincoli

 

Per esempio, l'istituzione delle cosiddette aree sensibili, cioè le zone vulnerabili ai nitrati e quelle a Natura 2000, interessa ormai percentuali a due cifre della Sau nazionale: se la superficie a Natura 2000 tocca il 12%, le Zvn arrivano intorno al 32% medio. Vi sono infatti regioni ove si supera l'80%, come per esempio in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In Emilia Romagna le Zvn superano ormai il 60% e il Piemonte sfiora il 40%.

 

Difficile pensare che ulteriori giri di vite non avrebbero comportato tracolli nella produttività agricola interna. Ciò ha portato a chiedere una nuova valutazione di impatto e a dicembre 2022 è stato chiesto alla Commissione di redigerla. Al subentro della Svezia per la Presidenza europea la discussione è stata sì riaperta, ma non ha toccato i temi sopra esposti. Non è stata cioè rivista la valutazione precedente. Infine, è giunto il semestre a presidenza spagnola, con l'arrivo nel mese di luglio 2023 di una nuova valutazione di impatto che però non ha soddisfatto i vari Stati membri.

 

Cosa è successo dal 31 luglio al 31 dicembre 2023

Il 9 ottobre 2023 si è riunita a Bruxelles la Commissione Agricoltura, prorogando il termine al 2035 e proponendo un tetto al -35%. Da parte sua, però, la Commissione Ambiente non ha ceduto di un millimetro e ha continuato a sostenere la scadenza al 2030, con la riduzione del 65% negli usi delle sostanze attive candidate alla sostituzione.

 

Ciò è stato però bocciato dal Parlamento Europeo. Nel senso: la proposta della Commissione ambiente è stata bocciata, ma non è stata ritirata. Poi al 6 febbraio 2024 si è scatenata la rivoluzione dei trattori, ottenendo il ritiro della proposta da parte di Ursula von der Leyen. Il nuovo Regolamento, a dir poco suicida, finisce quindi qui. Almeno per il momento.

 

Stando infatti ad alcuni sondaggi, l'80% degli intervistati si è detto favorevole alla protesta degli agricoltori, ma solo il 33% ha approvato il ritiro del Sur, vedendo nella protesta degli agricoltori una mera volontà di usare "più pesticidi". 

 

Di certo, per continuare nella discesa negli usi di agrofarmaci la Ue dovrà muoversi anche nei confronti delle modifiche genetiche alle colture. A oggi vi sono aperture solo verso le cosiddette Tea, tecniche di evoluzione assistita. Queste possono fare molto, conferendo alcune resistenze a diverse patologie, ma al momento nulla possono contro i parassiti, sensibili invece agli ogm transgenici tradizionali. Una maggiore apertura in tal senso renderebbe molto più agevole l'accettazione di ulteriori restrizioni negli usi di agrofarmaci.

 

L'Italia è già la più virtuosa in Europa

Nonostante il masochistico tiro al bersaglio contro l'agricoltura italiana, oggi lo Stivale è già fra le migliori nazioni d'Europa per qualità dei programmi di difesa, nonché delle produzioni.

 

A conferma, i monitoraggi dei residui sugli alimenti nazionali sono i migliori del Vecchio Continente, con solo lo 0,8% di campioni irregolari contro una media Ue del 2,5%

 

Un occhio al Pan

Il Pan, entrato in vigore il 12 febbraio 2014, non è affatto "scaduto" al 2019 come talvolta qualcuno pensa. Diversi Stati Membri europei, fra cui l'Italia, ne hanno infatti prorogato le scadenze. Il Pan vale quindi ancora, con tutte le norme che ne conseguono, comprese quelle regionali. 

 

Purtroppo, non erano stati inizialmente fissati gli obiettivi quantitativi, cioè l'aumento della produzione integrata, biologica, o la diminuzione della presenza nelle acque, etc. Ora tal obiettivi sono stati fissati, anche se l'argomento "fasce di rispetto" ha rallentato l'iter e se ne sta ancora discutendo. In estrema sintesi siamo però attualmente in linea con gli obiettivi dell'Uso sostenibile voluto dalla Ue. 

 

Gli indicatori di rischio armonizzato HRI1 e HRI2

Permangono gli indicatori di rischio HRI1 e HRI2. Il primo dei due è calcolato da Istat sulla base di quantitativi di agrofarmaci venduti e mostra le tendenze nel tempo rispetto al periodo 2011-2013, fatto questo pari a 100. In tal senso, nel 2021 si era scesi a 56 rispetto all'iniziale 100 preso a dato di riferimento nel triennio iniziale. 

 

L'HRI2 è invece calcolato dal Ministero della Salute, segue la medesima logica ma include anche le autorizzazioni in deroga ai sensi dell'art. 53 del Reg. 1107/2019. Viene ottenuto moltiplicando le quantità per un coefficiente variabile da 1 a 64. Anche in tal caso l'indice oggi è 74 rispetto al 100 iniziale. 

 

Giusto come termine di paragone, la media europea dei due indici è di 65 e 141 rispettivamente. 

 

Si può fare (molto) meglio

Il calcolo dell'indice è però decisamente grossolano: le sostanze considerate a basso rischio (10 molecole) hanno un coefficiente 1 contro un coefficiente moltiplicativo pari a 8 per le 350 molecole al momento autorizzate che non sono considerate a basso rischio ma che non sono nella lista di sostituzione. Poi si sale a 16 per le sostanze attive in lista di sostituzione (circa 70) e infine a 64 per le sostanze autorizzate in deroga, dl numero variabile in funzione dell'anno. Analizzando gli indicatori le sostanze vendute in deroga incidono per oltre il 40% sul valore finale dell'indice.

 

Detta in altri termini, una sostanza attiva autorizzata nel 2024 in deroga contribuisce all'indice in ragione di 64. Se poi nel 2025 viene poi autorizzata in via definitiva il suo coefficiente scende a 8, così come il suo contributo per chilo nella valutazione dell'indice. Se poi dovesse essere una molecola a basso rischio scenderebbe addirittura a 1. 

 

Urge quindi un nuovo approccio al calcolo dell'indice HRI2, anche perché il suo secondo difetto è quello di penalizzare molecole dal rischio pressoché nullo, ma che necessitano di alte dosi di impiego. Per esempio i bicarbonato di potassio, oppure lo zolfo. Vi sono quindi ampi margini di miglioramento, per usare un eufemismo. 

 

Gli altri interventi del convegno

Oltre al contributo di Pasquale Falzarano, altri approfondimenti interessanti sono giunti da Gisella Manzocchi, del Ministero della Salute, con la presentazione della "Procedura e requisiti per il permesso alla sperimentazione di prodotti fitosanitari applicati con drone aereo: lavori in corso". 

 

L'opportunità di usare droni appare infatti ogni giorno più interessante e merita quindi non solo più approfondimenti tecnici, bensì anche nuovi approcci normativi.

 

Le presentazioni delle aziende di settore

Infine la sessione dedicata alla presentazione delle novità (o delle conferme) proposte dalle aziende produttrici di settore. 

 

  • "LaDIVA (halauxifen-metile, picloram, aminopyralid): nuovo prodotto per il diserbo post emergenza del colza". Luca Vieri - Corteva Agriscience
  • "Halvetic (glifosate): formulazione innovativa con tecnologia Bgt (Better glyphosate technology®). Marco Rigato - Ciech Group
  • "Intuity Pro (mandestrobina): nuovo fungicida per il controllo della monilinia nelle drupacee". Emanuel Battel - Sumitomo-Chemical
  • "Remedier (Trichoderma asperellum e gamsii): una soluzione naturale con nuove opportunità d'impiego in rapido sviluppo". Matteo Paganelli - Gowan Italia Srl.
  • "Vacciplant® (laminarina): estensione d'etichetta su kiwi per la difesa della batteriosi". Andrea Bergamaschi - Upl
  • "Folpan Energy (folpet e fosfonato di potassio): un nuovo formulato per il controllo della peronospora della vite". Luca Mirossevich - Adama
  • "Enervin® System (ametoctradin e fosfonato di potassio): il nuovo antiperonosporico sistemico per vite e orticole". Marco Pancaldi - BASF Italia Spa
  • "Idrox 25 WG (rame idrossido): nuovo anticrittogamico a disposizione dal 2024". Antonio Slaviero - Manica Spa
  • "Yukon® (rame+zolfo): soluzione innovativa per la difesa di vite e barbabietola da zucchero". Andrea Bergamaschi - Upl Italia
  • "Cabrio® WG (pyraclostrobin): le nuove estensioni di impiego per le colture orticole". Marco Pancaldi - BASF Italia Spa
  • "Triario (Trichoderma harzianum T-22): un innovativo biofungicida per colture a pieno campo". Nicola Vicario - Koppert Italia
  • "Univoq (fenpicoxamid - prothioconazole): risultati nel controllo di fusariosi, ruggini e septoria nell'anno 2023". Luca Vieri - Corteva Agriscience
  • "BIOGARD® e BioPlanet: strategie di bioprotezione con mezzi biologici sinergici e compatibili". Massimo Benuzzi - BIOGARD® Divisione CBC (Europe)
  • "Vynyty: la nuova soluzione per la confusione sessuale di Grapholita molesta e Tuta assoluta". Silvano Locardi - Bayer Cropscience Srl
  • "Exployo Vit - confusione sessuale spray: flessibilità nel controllo della Lobesia botrana della vite". Stefano Venieri - Syngenta Italia Spa
  • "Oikos (azadiractina): estensioni di etichetta su drupacee e olivo e nuove strategie sull'afide lanigero del melo". Stefano Ciannamea - Sipcam Italia
  • "Eradicot Max (maltodestrine): nuove estensioni di impiego su pero e vite". Alessandro Arbizzani - Certis Belchim
  • "Milbecknock (milbemectina): nuove estensioni di etichetta e campi d'impiego". Roberto Barotti - Certis Belchim
  • "Kaimo Sorbie (lambda-cialotrina): nuove acquisizioni per il controllo di forficula su pesco e albicocco". Roberto Balestrazzi - Nufarm
  • "Prevam (olio essenziale di arancio dolce): nuove esperienze di strategie per il controllo di avversità in colture frutticole, orticole e vite". Michaela Sacchetti - Ascenza Italia Srl
  • "Verimark® e Benevia® (Cyazypyr®): soluzioni innovative per la difesa delle orticole". Stefano Pasquini - FMC Agro Italia Srl
  • "Tetrago (Phytoseiulus persimilis): tecnologie brevettate K-Kit e Zefiro per la distribuzione a pieno campo". Nicola Vicario - Koppert Italia
  • "Metarex One (metaldeide): la nuova generazione di esche lumachicide". Elisa Simonetti - De Sangosse Italia

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