Tre anni fa avevamo dedicato un articolo alla malattia di Pierce, affermando che fortunatamente il batterio agente causale (Xylella fastidiosa fastidiosa) non era presente in Europa. Oggi invece arriva la notizia che in Portogallo sono state ritrovate delle viti infettate proprio da questo ceppo, che negli Usa causa ogni anno milioni di dollari di danni.

 

Il settore vitivinicolo europeo è in allarme in quanto, se il batterio dovesse espandersi nelle regioni vocate alla viticoltura, potrebbe complicare ancora di più la difesa della vite, già oggi tra le colture più complesse da gestire nel panorama agricolo europeo. Il timore è che anche nei vigneti si ripeta la scena vista in Salento, dove il batterio ha devastato le coltivazioni di olivo.

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Xylella fastidiosa: un batterio, tanti ceppi e ospiti

Xylella fastidiosa è un batterio estremamente dannoso per il settore agricolo ed è inserito nella lista degli organismi da quarantena dell'Unione Europea. In Puglia, a causare il disseccamento degli olivi è stata la sottospecie X. fastidiosa pauca, in grado di contagiare anche le piante di agrumi. C'è poi la sottospecie multiplex, che colonizza i vasi xilematici di pesco, susino, mandorlo e altre specie ancora.

 

Ed infine c'è la Xylella fastidiosa fastidiosa, il batterio agente causale della malattia di Pierce (dal nome dell'agronomo statunitense che nel 1980 descrisse per la prima volta questa malattia nei vigneti a Sud di Los Angeles). Un batterio che può colpire anche mandorlo, acero, ciliegio, erba medica e molte altre piante. In tutto, le varie sottospecie di Xylella possono infettare oltre seicento specie differenti, di interesse agrario e non.

 

Il microrganismo che dunque ha colpito gli olivi nel Salento appartiene ad una sottospecie differente rispetto a quella che colpisce la vite, e questo spiega il perché in Puglia i vigneti non siano stati coinvolti dalla morìa che invece ha interessato gli olivi. Eppure, il fatto che la sottospecie agente della malattia di Pierce sia presente nell'Europa continentale impensierisce i viticoltori e ha allertato i servizi fitosanitari di mezza Europa.

 

Vite, una epidemia possibile

Come ha dimostrato la situazione pugliese, eradicare la Xylella una volta insediatasi in un territorio è pressoché impossibile, visto che è un batterio che può riprodursi in un gran numero di piante ospiti, coltivate, ornamentali e selvatiche. A complicare la situazione c'è il fatto che non esiste una cura in grado di debellare il patogeno una volta penetrato in un ospite, ma l'unica soluzione è prevenire il contagio ed eradicare le piante infette.

 

Un ruolo fondamentale lo giocano poi i vettori del batterio. In Puglia Xylella fastidiosa si è diffusa grazie alla mosca sputacchina (Philaenus spumarius), mentre negli Stati Uniti la sottospecie fastidiosa si propaga tramite la cicalina Homalodisca vitripennis, non presente però in Europa.

 

I ricercatori stanno ora cercando di capire se e quali insetti presenti nel Vecchio Continente possano essere vettori del batterio e possano dunque giocare un ruolo nel diffondere la malattia da vite a vite.

 

In uno studio pubblicato nel 2022 (Xylella fastidiosa in Europe: From the Introduction to the Current Status) viene sottolineato come tutti gli insetti che si nutrono succhiando la linfa grezza dai vasi xilematici delle pianta siano potenzilmente vettori del batterio.

 

Xylella si insedia infatti nei vasi xilematici e lì si moltiplica, producendo sostanze dannose per la pianta ospite ed inducendo delle risposte fisiologiche che causano l'occlusione dei vasi e il disseccamento del vegetale. Dunque un insetto che si nutre dallo xilema può entrare in contatto con il batterio, ma questo non significa che il microrganismo sia in grado di sopravvivere nell'insetto e di essere rilasciato efficacemente in un'altra pianta ospite.

 

Nel paper sopra citato viene riportato come il batterio possa essere trasportato da specie appartenenti alla famiglia delle Aphrophoridae (le sputacchine), delle Cicadellidae (le cicaline, a cui appartiene anche Scaphoideus titanus, la cicalina vettore della flasvescenza dorata) e delle Membracidae (famiglia scarsamente presente in Europa). Ora la sfida è comprendere quale specie sia effettivamente un vettore efficace per X. fastidiosa fastidiosa in modo da approntare un migliore contenimento del patogeno.