Oggi l'umanità ha davanti a sé una sfida epocale: sfamare un numero crescente di persone senza esaurire le risorse che la Terra ci mette a disposizione. Non si tratta di una sfida facile, visto che i suoli agricoli sono sempre meno e che i cambiamenti climatici rendono la vita degli agricoltori sempre più difficile.

 

L'unica strada per coniugare produttività e sostenibilità è l'innovazione. Innovare significa sfruttare le conoscenze scientifiche e tecnologiche per fare in modo diverso quello che si faceva prima, con benefici a livello sociale, economico e ambientale. In agricoltura vuol dire rivoluzionare l'intero approccio al campo: dalle sementi agli agrofarmaci impiegati, dalle soluzioni per l'irrigazione alle attrezzature meccaniche, fino ad arrivare all'impiego del digitale. L'obiettivo, in fondo, è produrre di più con meno.

 

"La prima volta che si è parlato di sostenibilità in agricoltura con l'accezione che diamo oggi a questo termine è stato trenta anni fa, nel famoso Rapporto Brundtland, o meglio conosciuto come 'Il nostro futuro comune' scritto da diversi Paesi Onu", ci racconta Laura Fernández, Business partner nell'Area di Public Affairs e Sostenibilità di Bayer Crop Science, una Società che ogni anno investe qualcosa come 2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo.

 

"Grazie alle politiche europee e mondiali oggi il concetto di sostenibilità è diventato centrale e si sposa con la visione di Bayer. La nostra missione è quella di continuare a fornire agli agricoltori soluzioni innovative, in grado di mettere le aziende agricole nelle condizioni di produrre cibo buono e sano in maniera sostenibile. Sostenibile per l'ambiente, ma anche per le aziende stesse che a fine anno devono essere economicamente ripagate in termini di produttività e redditività, per premiare gli sforzi degli agricoltori".

 

La strada per coniugare produttività e sostenibilità è l'innovazione

 

Si fa presto a dire innovazione

La strada da seguire è tracciata: "Ogni investimento in innovazione è un investimento in sostenibilità", sintetizza Laura Fernández. Ma che cosa significa fare innovazione in agricoltura? Per capirlo siamo stati a Latina, presso uno dei molti centri di ricerca Bayer sparsi per il mondo. Qui si fa miglioramento genetico su colture come il pomodoro, il melone, il finocchio, l'anguria, il peperone e la melanzana.

 

A fare gli onori di casa è Elen Jones-Evans, una dei responsabili della ricerca genetica del Gruppo ed esperta di melone. "Migliorare la genetica significa avere, a parità di risorse, piante più produttive, che si ammalano meno ed in grado di resistere meglio agli stress".

 

Un esempio concreto? Il melone varietà Impero resiste agli attacchi degli afidi che quindi non sono in grado di colonizzare la pianta. Questo significa un uso più accorto degli insetticidi in campo. Oppure si può citare il portainnesto Kratofort, resistente ai nematodi galligeni. O ancora il pomodoro Rokyto, che non contrae il virus TYLCV ed è quindi in grado di offrire maggiori garanzie di portare a casa il raccolto.

 

Già, perché preservare la produttività del campo significa sia difendere il reddito dell'agricoltore, sia preservare l'ambiente. Ottimizzare la produzione rispetto alla superficie vuol dire infatti avere più cibo a disposizione per i consumatori di tutto il mondo, evitando quindi di destinare nuove terre all'agricoltura. In altre parole, produrre di più, con meno terra.

 

"Il miglioramento genetico gioca un ruolo fondamentale", continua Elen. "Pensiamo a quanto sia importante, in un contesto di cambiamenti climatici, avere piante che resistono meglio alla carenza di acqua o a stress termici. O ancora avere varietà che utilizzano al meglio le risorse produttive, come i fertilizzanti. O frutti che si conservano più a lungo, sia sulla pianta che nel frigorifero dei consumatori".

 

Nuovi agrofarmaci per un minor impatto ambientale

In Europa la tendenza odierna è di ridurre l'impiego di agrofarmaci. Ma per sfamare una popolazione in costante crescita farne totalmente a meno è impossibile. La chiave di volta sta nello sviluppo di prodotti che abbiano un minor impatto ambientale.

 

Cruciale anche in questo caso è la ricerca. Due esempi di formulazioni di origine naturale sono Serenade® Aso e BioAct® Prime. Il primo è un fungicida a base di un batterio (Bacillus subtilis, ceppo QST 713), mentre il secondo è un nematocida a base di un fungo parassitoide (Paecilomyces lilacinus, ceppo 251). In entrambi i casi si coniuga la difesa della coltura con un profilo ambientale estremamente positivo. Un altro esempio è Flipper®, un insetticida la cui formulazione deriva dall'olio di oliva di alta qualità.

 

"Gli agrofarmaci di origine biologica giocheranno un ruolo sempre più importante in futuro per consentire agli agricoltori di avere produzioni soddisfacenti pur nel rispetto delle crescenti restrizioni all'uso di prodotti convenzionali", sottolinea Laura Fernández.

 

Il digitale sblocca nuove opportunità

Genetica e agrofarmaci innovativi, ma anche digitale. "L'Agricoltura 4.0 è essenziale per ottimizzare l'uso delle risorse e massimizzare le produzioni", sottolinea Laura Fernández. "Questo nuovo paradigma è utile non solo per gestire al meglio le colture, ma anche per rendere più efficiente l'impiego della genetica e dei prodotti di difesa".

 

Ad esempio nella piattaforma per l'agricoltura di precisione di Bayer, denominata Climate FieldView, tra le tante funzionalità c'è la creazione delle mappe di prescrizione in modo da fornire input produttivi, come i fertilizzanti, a dosi variabili. Questo significa meno sprechi e produzioni omogenee all'interno del campo.

 

Diversi altri strumenti digitali (Dss, Decision Support System) in grado di aiutare l'agricoltore nell'utilizzo degli agrofarmaci sono disponibili nel catalogo Bayer. Nematool ad esempio assiste gli orticoltori nell'impiego di nematocidi, indicando il momento migliore per la loro distribuzione. GrapeVision invece affianca i viticoltori nella difesa fungicida. Mentre il servizio CroppingView di monitoraggio della cocciniglia negli impianti di uva da tavola e drupacee è utile a contrastare efficacemente questo parassita.

 

Bayer promuove la cultura della sostenibilità

L'impegno di Bayer sul fronte della sostenibilità non riguarda solo i suoi prodotti, ma anche l'Azienda al suo interno. Ad esempio il Gruppo ha stabilito di diventare carbon neutral entro la fine del decennio. Questo significa ridurre o compensare le emissioni di anidride carbonica di tutti gli uffici e le fabbriche.

 

"Anche sul sito di Latina operiamo secondo i principi della sostenibilità", ci racconta Elen. Un recente investimento in pannelli fotovoltaici ha permesso di coprire fino al 30% del fabbisogno energetico del sito. Un sistema automatizzato di gestione delle colture invece consente di fare un uso più efficiente delle risorse. Inoltre il 99% dei rifiuti prodotti viene riciclato e si tengono iniziative per "coltivare una cultura di sostenibilità".

 

"Bayer è leader di mercato nell'innovazione, nella sostenibilità e nell'agricoltura digitale e vediamo chiaramente la possibilità di aggiungere valore con la nostra ricerca e innovazione", conclude Laura Fernández. "Lavorando con gli agricoltori e i principali attori del settore contribuiamo a trasformare il futuro dell'agricoltura e a fronteggiare le sfide che abbiamo davanti. Come recita il nostro motto: Health for all, Hunger for none - Salute per tutti, fame per nessuno".