L'Autorità uropea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato sul proprio portale le nuove linee guida per la valutazione del rischio degli agrofarmaci per le api e gli altri pronubi, nell'ambito di una serie di azioni promosse dalla Commissione europea, iniziate nel 2009 con un'indagine sulle morie di api verificatesi negli anni precedenti in Europa e nel mondo e che prevedono anche l'organizzazione di un seminario per gli addetti ai lavori il prossimo 9 Settembre a Parma.

La linea guida segue lo schema dei precedenti documenti Efsa (ad esempio quello sulla valutazione del rischio per uccelli e mammiferi) e prevede l'effettuazione di nuovi studi per cercare di prevenire alla fonte fenomeni come quelli che hanno portato al temporaneo bando dell'utilizzo dei neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais.
Vediamo i principali aspetti del documento di 266 pagine.

Non solo api
La valutazione del rischio interessa, oltre alle api da miele, anche bombi e api solitarie, a sottolineare che la protezione è rivolta non a un settore specifico (la produzione del miele), ma a un importantissimo componente dell'ecosistema dove apicoltori e maiscoltori non hanno interessi contrapposti ma sono entrambi beneficiari dell'indispensabile opera dei pronubi.

Non solo tossicità acuta
Agli ormai canonici studi di tossicità orale e di contatto, la linea guida richiede anche informazioni sulla tossicità cronica sugli adulti (con particolare riferimento agli effetti sulle ghiandole ipofaringee – dedite alla produzione della pappa reale e quindi responsabili del mantenimento della colonia), sulle larve e su potenziali effetti cumulativi. Da segnalare una cauta apertura che dovrebbe consentire una certa riduzione dei costi per l'effettuazione delle sperimentazioni: è consentito in generale calcolare la tossicità di un formulato contenente due sostanze attive a partire da quella dei componenti.

Quattro vie di esposizione
Il notificante dovrà dimostrare che l'agrofarmaco che intende registrare o rinnovare è sicuro per le api non solo per contatto diretto, ma anche attraverso i residui eventualmente presenti sulla coltura oggetto del trattamento e in quelle adiacenti, nelle piante infestanti, nel polline, nel nettare e nell'acqua, compresa quella di guttazione.
Gli esperti del gruppo di lavoro dell'Efsa hanno analizzato numerosi studi effettuati su differenti colture e hanno ricavato dei coefficienti dai quali è possibile estrapolare, a partire dalla dose e dalla modalità d'impiego, i residui sulle piante, sulle infestanti, su polline e nettare (compresi i metaboliti) e nelle acque. Ovviamente la stima così ottenuta è molto prudenziale e sono previsti raffinamenti successivi qualora l'impiego non risultasse sicuro.

Meccanismo “step by step”
Inizialmente la stima del rischio prevede un semplice calcolo dell'esposizione a partire dalla dose e dalle modalità d'impiego che viene confrontata con i valori tossicologici.
Se il rischio è accettabile, la valutazione può anche concludersi subito, ma sono situazioni non molto frequenti.
Se invece la stima iniziale non evidenzia un uso sicuro, si rendono necessarie misure di mitigazione del rischio (ad esempio divieto di trattare quando i pronubi sono in attività) o l'effettuazione di studi più approfonditi come prove in campo, dal costo e dalla complessità non sempre abbordabili.

Prossimi sviluppi
Come spesso succede sono rimasti aperti alcuni interrogativi quali la necessità di valutare gli effetti subletali, che sembra abbiano giocato un ruolo molto importante nella vicenda neonicotinoidi, ma che sono ancora privi di una metodologia sperimentale validata e che sicuramente saranno oggetto di un aggiornamento futuro.

Per saperne di più

European Food Safety Authority. “EFSA Guidance Document on the Risk Assessment of Plant Protection Products on Bees (Apis Mellifera, Bombus Spp. and Solitary Bees).” EFSA Journal 11, no. 7 (July 4, 2013): 266. doi:10.2903/j.efsa.2013.3295.