Segugi antitarlo e nasi elettronici per stanare il tarlo asiatico che, da anni, sta provocando danni ingenti al verde cittadino e al settore del florovivaismo.  I tecnici non hanno dubbi sull'efficacia di queste nuove tecniche e le hanno presentate al seminario internazionale 'New tools for predicting, detecting and fighting - how to save our forests and our urban spaces'; una tre giorni di incontri e studi sul tarlo asiatico e sulle possibili strategie di contrasto alla sua propagazione organizzata dalla Direzione generale dell'Assessorato all'Agricoltura e da Ersaf a Milano. Hanno partecipato oltre 200 partecipanti ed esperti internazionali provenienti da 15 Paesi.

Ha aperto i lavori Giulio De Capitani, assessore regionale all'Agricoltura, sottolineando l'impegno della Regione Lombardia, attraverso il Servizio fitosanitario, nel combattere il tarlo asiatico.

 

Il disastro ambientale in Lombardia

I dati e i rilevamenti dicono che nella sola Lombardia sono oltre 25.000 gli alberi colpiti dal tarlo asiatico. Disastri ancor maggiori sono segnalati in altre parti del mondo, a partire dalla Cina, dove le piante colpite sarebbero ben oltre la cifra di 50 milioni, mentre in Canada la cifra tocca 12.000. Noccioli, acero, betulla e Carpine le specie più colpite.

 

Approvati due piani triennali di lotta

De Capitani ha voluto sottolineare l'impegno della Regione Lombardia: "Garantire la sanità delle produzioni lombarde e, di conseguenza, la competitività del nostro comparto florovivaistico, proteggere il verde pubblico e privato dai danni arrecati dalla presenza degli insetti".

La lotta all'Anoplophora chinensis è particolarmente onerosa e per tale motivo Regione Lombardia, al fine di assicurare continuità all'applicazione delle misure fitosanitarie, si è dotata di un preciso strumento programmatorio approvando con delibera di Giunta due piani triennali.

Il primo piano di lotta, realizzato tra il 2008 al 2010, del valore complessivo di 10 milioni di euro, ha permesso di tagliare tutte le piante infestate presenti in Lombardia e migliorare le conoscenze scientifiche riguardanti l'insetto.

Nel settembre 2011 è stato approvato il secondo piano triennale, del valore complessivo di 6 milioni di euro. "Il piano - ha spiegato De Capitani - finanzia l'abbattimento di tutte piante riconosciute infestate durante l'attività di monitoraggio, la devitalizzazione delle ceppaie, l'eliminazione del legno di risulta attraverso cippatura e il suo utilizzo per scopi energetici".

 "Complessivamente - ha proseguito l'assessore - nei sei anni di programmazione saranno investiti circa 16 milioni di euro".

 

Tra le soluzioni anche 'piante sentinella'

Tra le altre attività, ha concluso De Capitani, ci sarà "la riqualificazione del territorio sottoposto alla lotta contro Anoplophora, utilizzando essenze non ospiti dell'insetto, l'estensione delle piante sentinella e la sperimentazione di nuove tecniche di controllo integrato, al fine di ridurre gli abbattimenti di alberi, limitare la diffusione dell'insetto e mantenere il più integro possibile l'ecosistema dei parchi cittadini".

 

Un momento del Seminario internazionale sul tarlo asiatico