Certificazione come strumento per qualificare le produzioni, valorizzare i prodotti e tutelare il consumatore. E' attorno a questo concetto-chiave che si è sviluppato, oggi 26 maggio 2010, all'Istituto Agrario di San Michele all'Adige il convegno promosso da Aqa Certificazioni della Fondazione Edmund Mach e Csqa, ente di certificazione leader nell'agroalimentare in Italia che opera a livello internazionale.
Il vicepresidente dell'Istituto Agrario, Gabriele Calliari, il direttore generale, Alessandro Dini e il presidente di Csqa, Luigino Disegna, hanno spiegato l'importanza del nuovo accordo che darà più servizi e supporto alle aziende trentine (presenti molti rappresentanti di esse), anche in termini di informazione e formazione, sulle materie legate alla certificazione per valorizzare il sistema organizzativo aziendale e la qualità delle sue produzioni.
Tra i principali messaggi scaturiti dalla tavola, la crescente attenzione alle nuove tipologie di certificazione volte alla sostenibilità ambientale, la necessità di razionalizzare gli strumenti di certificazione e di rafforzare la comunicazione e l'immagine aziendale, la preoccupazione per la continua proliferazione degli schemi che rischiano di creare confusione e non creano ulteriori vantaggi per l'azienda.
"La certificazione ormai è un prerequisito per proporre con più forza i propri prodotti all'esterno" ha spiegato Massimiliano Gremes di Melinda, mentre Fausto Peratoner della cantina Lavisha sottolineato che quello del vino è un settore che prima di altri ha avvertito la necessità di ricorrere a questo strumento. "Certificazione come valore aggiunto" per Andrea Merz che ha portato Trentingrana a sfruttare sito internet, packaging, brochure aziendali per trasmettere al consumatore il concetto di sicurezza alimentare e di affidabilità. Secondo Diego Coller di Astro le certificazioni in futuro saranno "sempre più specializzate, spostando l'attenzione sulla qualità del prodotto e sulla sua origine" mentre per Mario Tonina della Federazione provinciale allevatori in questo momento di difficoltà per i prezzi e la concorrenza dall'estero la certificazione ha consentito di distinguere e qualificare meglio la carne trentina.
"Contare su produzioni certificate significa offrire una maggiore garanzia di qualità - ha detto Mauro Fezzi, dirigente del Dipartimento agricoltura della Provincia - questo porta un grande vantaggio, anche in termini di immagine, per l'intero comparto agroalimentare. E' in questa direzione che si muove anche il marchio 'Qualità trentino', logo che distinguerà sul mercato le produzioni agroalimentari trentine che rispettano specifici protocolli di produzione".
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige