Dopo la clamorosa approvazione degli oli minerali, che con un tocco di bacchetta magica ha rovesciato l'iniziale proposta di “non inclusione”, il Consiglio dell'Unione Europea ritorna alla normalità confermando sostanzialmente le proposte iniziali riguardanti metam, difenilammina, tetraconazolo, bifentrin e triazoxide e che per vari motivi non avevano raggiunto la maggioranza qualificata alle riunioni dello Standing Committee on the Food Chain and Animal Health – SCFCAH – sezione Plant Protection Products – Legislation.
 
La particolarità tutta europea di sottoporre al voto decisioni di carattere tecnico-scientifico suscita da sempre moti di contemporanea perplessità e ammirazione nelle autorità dei paesi extraeuropei, che da una parte plaudono (o “sorridono” ?) per la trasparenza e “democraticità” del processo decisionale ma dall'altra parte non si capacitano su come decisioni riguardanti aspetti tipicamente oggettivi come le valutazioni tecnico-scientifiche possano essere soggette a votazione. In realtà qualunque decisione scientifica sulla proibizione di una sostanza è soggetta, a meno che non vengano scoperte verità catastrofiche sul suo conto, a una valutazione costi/benefici che tiene conto dei risvolti occupazionali e sociali in genere e, inutile nasconderlo, dell'immancabile attività di lobby attuata non solo da chi ha interessi economici diretti nel mantenimento sul mercato di una data molecola o da chi la considera un indispensabile mezzo tecnico (ad esempio le associazioni di produttori agricoli) ma anche, e in senso contrario, dalle autorità di molti paesi nordeuropei i quali perseguono la loro crociata, spesso solo ideologica, “per un ambiente più pulito”. Ovviamente ciò che rende unica la realtà europea è la necessità di far accordare 27 paesi membri: nel resto del mondo, almeno nei paesi più importanti, si adottano gli stessi ragionamenti costi/benefici, ma le procedure sono più snelle anche se forse non altrettanto trasparenti. Ma veniamo alla cronaca.
 
Nella riunione del 13 luglio scorso si sono discusse cinque proposte riguardanti altrettanti principi attivi (metam, difenilammina, tetraconazolo, bifentrin e triazoxide, quest'ultimo di scarso interesse per l'Italia) e solamente per due di queste (metam e tetraconazolo) il Consiglio ha espresso una maggioranza qualificata. Sulle rimanenti tre (difenilammina, bifentrin e triazoxide) è rimasto il disaccordo e, in virtù del'articolo 5 della decisione 1999/468 del 28 giugno 1999, la Commissione attuerà la proposta originale di non inclusione.
 
Metam: revocato sì, ma con usi essenziali. Nonostante la non inclusione a maggioranza qualificata con il voto contrario di Danimarca, Irlanda, Romania e Slovenia e l'astensione (che equivale a voto contrario) del Belgio, il popolare fumigante del terreno si avvantaggia delle disavventure del bromuro di metile e ottiene una proroga per usi essenziali sino a tutto il 2014 in ben 15 paesi: Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito. In Italia le proroghe riguardano gli usi su riso, lattuga e simili, pomodori, peperoni, melanzane, cucurbitacee, ortaggi a bulbo, ortaggi a stelo, patate, tabacco, reimpianto di vigneti e frutteti, floreali.
 
Tetraconazolo: salvo sì, ma a che prezzo! Il fungicida triazolico, che tanto ha contribuito allo sviluppo internazionale dell'italianissima Isagro, vince la propria durissima battaglia a prezzo di significative limitazioni d'impiego: perdita della vite e del melo (in Italia rimangono pero e pesco tra i fruttiferi) e possibilità di utilizzo sulle rimanenti colture erbacee a patto che sullo stesso appezzamento non vengano distribuiti più di 100 grammi di principio attivo ogni tre anni. L'approvazione e le relative limitazioni, che entreranno in vigore a Luglio del 2010, sono state ottenute a maggioranza qualificata con il voto contrario di Danimarca, Italia, Irlanda, Paesi Bassi e l'astensione della Svezia, presidente di turno.
Niente da fare per Bifentrin, Difenilammina e Triazoxide. Per queste sostanze attive verrà quindi applicata la proposta originale della Commissione, che prevede la “non inclusione” delle sostanze attive nell'allegato 1 della direttiva 91/414 e la successiva revoca delle registrazioni dei formulati che le contengono. Con tutta probabilità il 2010 sarà l'ultimo anno in cui queste sostanze attive rimarranno sul mercato, a meno che i notificanti non ripresentino domanda di iscrizione in annex 1, sulla falsariga di decine di altri principi attivi “non inclusi” più o meno volontariamente.