Si chiamano enzimi chimera, ossia comprendono in sé materiale genetico di altri organismi, e sono stati creati in laboratorio combinando il corredo di enzimi di tre diversi batteri: essi rappresentano la chiave per trasformare comuni microrganismi in autentiche miniere per la futura produzione di biocarburanti.

La scoperta è stata fatta nei laboratori dell’Università di Berkeley (Usa) da un gruppo di ricercatori coordinato dal professor Michelle Chang che ha ricostruito un complesso completamente nuovo di enzimi necessari alla produzione del biocarburante all’interno dal batterio molto comune, l’Escherichia coli. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Nature Chemical Biology

A spingere i ricercatori su questa strada è stata la constatazione che i biocarburanti sono prodotti in natura soltanto in quantità esigue. E' il caso del butanolo, prodotto dal batterio Clostridium acetobutylicum, punto di partenza dei ricercatori che hanno analizzato gli enzimi utilizzati dal batterio: ne hanno studiato il comportamento e hanno individuato una strada per potenziarli. Il risultato è una chimera biochimica, ossia un complesso costruito combinando enzimi appartenenti a tre diversi organismi: Clostridium acetobutylicum, Escherichia coli e Saccharomyces cerevisiae.

L’enzima chimera ha permesso di ottenere una produzione di 4,65 grammi di butanolo per litro, equivalente al 30% di resa che si ottiene dalla fermentazione del glucosio.