Gli agricoltori potrebbero dover presto scegliere fra pagamenti Pac a ettaro (sostegno di base al reddito per la sostenibilità) e agrivoltaico (Tipo 2). Il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) infatti ha chiarito la sua posizione rispondendo alle osservazioni che Confagricoltura aveva recapitato al Ministero: l'agrivoltaico di Tipo 2 non è compatibile con i pagamenti diretti Pac perché non è rispettata la prevalenza delle attività agricole.
Citando la risposta del Masaf: "Quando la superficie agricola è utilizzata anche per attività non agricole, essa può essere considerata utilizzata prevalentemente per attività agricole se l'esercizio delle attività agricole non è seriamente ostacolato dall'intensità, dalla durata e dal calendario delle attività non agricole", e poi, in conclusione, "si ritiene che la presenza di un impianto agrivoltaico di Tipo 2 rappresenti una struttura permanente che interferisce con lo svolgimento dell'ordinario ciclo colturale, pertanto non possa garantire il pieno rispetto delle condizioni per l'accesso ai pagamenti diretti Pac". Ne consegue ovviamente che non c'è accesso neanche agli Ecoschemi, all'accoppiato, al sostegno complementare e via via a tutti i pagamenti a ettaro.
L'antefatto è una bozza di circolare Agea con la quale l'ente pagatore si era espresso proprio in questa direzione, bozza alla quale a tutt'oggi non è seguito alcun documento definitivo e ufficiale e che quindi non abbiamo potuto visionare personalmente.
Qual è però l'agrivoltaico di Tipo 2? Per rintracciare lo schema bisogna ricorrere alle famose "Linee guida impianti agrivoltaici" del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) uscite nel 2022 ed elaborate da Crea, Enea, Gse e Rse. Si tratta di quegli impianti agrivoltaici che non consentono, per l'altezza dei moduli da terra, di poter svolgere attività agricole al di sotto dei moduli. "Si configura una condizione nella quale esiste un uso combinato del suolo, con un grado di integrazione fra l'impianto fotovoltaico e la coltura più basso rispetto al Tipo 1" (citazione dalle "Linee guida impianti agrivoltaici", Ndr).

Sistema agrivoltaico in cui la coltivazione avviene tra le file dei moduli fotovoltaici non al di sotto di essi (Tipo 2)
(Fonte foto: Alessandra Scognamiglio di Enea)
La risposta del Masaf a Confagricoltura ha allarmato, sui social, gli operatori energetici. Durante il weekend scorso il dibattito si è animato in particolare dopo la diffusione della risposta del Ministero a Confagricolatura da parte di Alessio Pinzone, fondatore di ResFarm, azienda specializzata nel mondo delle rinnovabili, con un focus proprio sull'agrivoltaico. A questo link è possibile leggere il suo post, le reazioni e scaricare la risposta del Masaf a Confagricoltura.
Che valore ha però questa pronuncia del Masaf? "Sulla base degli elementi in nostro possesso oggi, con la risposta del Ministero che conferma l'impostazione della bozza di circolare Agea, non ci sono margini di manovra. Mi aspetto quindi la conferma dell'impostazione che esclude dai pagamenti diretti Pac i terreni con agrivoltaico di Tipo 2" ci ha detto Roberta Papili, responsabile Clima ed Energia di Confagricoltura. "Il Tipo 2 - ha continuato - è anche il più interessante per il mondo agricolo, per i numeri ma anche in prospettiva. Oggi, non essendoci più la possibilità di accedere ai benefici Pnrr per l'agrivoltaico avanzato e non essendoci nuovi meccanismi di incentivi (il FER X Transitorio di fatto stabilizza solo il prezzo dell'energia), l'agrivoltaico di Tipo 1 (con altezza minima dei moduli studiata per consentire la continuità delle attività agricole anche sotto i moduli, Ndr) ha costi di realizzazione e gestione più alti".
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A meno di colpi di scena, quindi l'agrivoltaico di Tipo 2 sembra avviato all'incompatibilità con i contributi Pac a ettaro. Per chi stesse pensando a un contributo a ettaro che si limiti solo al terreno coltivato fra le fila, la risposta è ancora no. "Si perde il diritto agli aiuti anche per il terreno che si trova fra le fila di pannelli e che è coltivato" ci ha detto ancora Roberta Papili di Confagricoltura. "Nel nostro quesito, avendo chiara la prospettiva di un agrivoltaico avanzato che avrà scarsa diffusione, avevamo proposto proprio di considerare ai fini del contributo Pac, per l'agrivoltaico di Tipo 2, non il 100% dell'area agricola interessata dall'impianto ma forfettariamente il 70% della superficie. D'altra parte, nelle 'Linee guida impianti agrivoltaici' Mase è previsto che almeno il 70% dell'area sia adibita a coltivazione, quindi si va dal 70% in su di terreno coltivato, anche in presenza dell'agrivoltaico di Tipo 2. La nostra proposta però non è stata recepita". Speranze di recupero di una parte di superficie ai fini degli aiuti Pac a ettaro spente sul nascere, quindi.
E sul web serpeggia anche il timore che quest'impostazione che nega i pagamenti Pac ai terreni impegnati con l'agrivoltaico di Tipo 2 possa più avanti estendersi anche agli altri agrivoltaici (Tipo 1 e Tipo 3, quello con moduli disposti verticalmente). "La bozza di circolare Agea cita esplicitamente i terreni con agrivoltaico di Tipo 1 e 3 come ammissibili ai fini Pac. Ad oggi non abbiamo la certezza matematica che l'impostazione del Ministero e di Agea sarà confermata dal documento ufficiale, ma è quello che ci attendiamo", ha concluso Roberta Papili di Confagricoltura.






























