Si riparte da zero con i biocarburanti. Si riparte dalla Svizzera dove a cavallo del ferragosto 300 esperti mondiali si sono dati appuntamento all’Energy Center dello Swiss Federal Institute of Technology di Losanna (Epfl), per discutere e definire gli standard che caratterizzeranno le coltivazioni destinate a produrre il nuovo petrolio. Il punto è evitare l’eccessiva speculazione sulle materie prime che già lo scorso inverno ha portato alle impennate dei prezzi di riso e grano ma anche tutelare chi le coltiverà evitando che siano sia le risorse sia i coltivatori ad essere sfruttati.
E dunque per non mollare la presa su quello che sembra possa essere l’unica alternativa valida al petrolio destinato a sostenere il settore dei trasporti e della logistica, la commissione internazionale ha studiato un ventaglio di standard che dovranno essere adottati dai Paesi coltivatori. L’elenco è appena allo stato embrionale e sono state appena definite le linee guida su cui ogni sotto gruppo di esperti dovrà poi approfondire e pone, tra l’altro attenzione ai diritti umani, alla conservazione della biodiversità, alla tutela del suolo, dell’acqua e dell’aria.
A coordinare la squadra Charlotte Opal che è convinta che in futuro si potranno ottenere biocarburanti senza affamare il Pianeta e senza aggravare con emissioni di CO2 l’inquinamento e il riscaldamento globale. Ha detto la Opal in un intervistra rilasciata a TCS: 'Nei Paesi tropicali cresce la jatropa, una specie arborea che ha bisogno di pochissima acqua e fertilizzanti. La si raccoglie a mano, ciò che crea posti di lavoro. Anche la canna da zucchero del Brasile fornisce generalmente un eccellente rendimento. Permette di utilizzare il terreno in modo ottimale e senza sprechi d’acqua. Ma attenzione: si può anche coltivare la jatropa e la canna da zucchero in modo non sostenibile. Da qui l’interesse ad avere standard di qualità. Il nostro standard sarà sperimentato da attori economici e politici implicati nel processo di produzione dei biocarburanti. Ne testeranno i diversi criteri e ci indicheranno le correzioni da apportare. Una moltitudine di imprese private partecipano a questo processo, banche, costruttori automobilistici, multinazionali dell’alimentazione e del petrolio, come pure governi'.