L'Università Statale di Milano ha scoperto in Puglia una varietà di grano duro selvatico geneticamente simile a una tipologia utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, la Senatore Cappelli, abbandonata anni fa perché meno produttiva di altri ibridi commerciali. Grazie allo studio genetico di questo nuovo grano selvatico, viene gettata nuova luce su questa storica variante italiana che, negli ultimi anni, ha attirato l'interesse di coltivatori e produttori di semole. Lo ha reso noto ieri, 23 ottobre 2023, l'Università Statale di Milano con una nota diffusa alla stampa.
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Stessa sequenza genetica, ma diverse altezze e misure delle radici: una nuova varietà di grano duro, imparentata con la varietà Senatore Cappelli, è stata scoperta nel Sud Italia e potrebbe essere utilizzata per rilanciare ulteriormente l'interesse e la coltivazione di questa cultivar, che fu ottenuta nel Centro Sperimentale di Cerealicoltura di Foggia nel 1915 dal genetista Nazareno Strampelli per selezione genealogica dalla popolazione del Nord Africa Jenah Rhetifah e utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta del secolo scorso, quando venne sostituita da varietà più produttive.
La scoperta è stata realizzata da un gruppo di scienziati del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali coordinati da Fernando Tateo, già ordinario di Scienze e tecnologie Alimentari, e Filippo Geuna, docente di Miglioramento Genetico e Arboricoltura che si è occupato del sequenziamento genetico della nuova varietà di grano.
La ricerca è stata recentemente pubblicata su Plos One e menzionata anche da Nature Italy. Fernando Tateo ha individuato nel 2018 in Sud Italia la presenza della nuova varietà di grano denominandola TB2018 e, caratterizzandola chimicamente, ha intuito che poteva trattarsi di una landrace riferibile a Senatore Cappelli. Il reimpianto ha confermato la somiglianza dei semi con quelli storicamente ascrivibili al grano duro di questa varietà, evidenziando anche una significativa riduzione dello stelo.
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Grazie alla collaborazione del gruppo di genetisti, agronomi e tecnologi alimentari e al sequenziamento genomico della nuova varietà di grano, si è evidenziato che la nuova varietà TB2018 potrebbe essere derivata spontaneamente da quella precedente, ma avrebbe sviluppato tratti genetici differenti che potrebbero renderla più interessante dal punto di vista agronomico.
Coltivando la nuova varietà in condizioni controllate, i ricercatori hanno confermato di poter ottenere un fusto di altezza media di 110 centimetri, inferiore all'altezza media di 135 centimetri del fusto del Senatore Cappelli e quindi più resistente al fenomeno dell'allettamento.
Dalle analisi morfologiche e da quelle delle proteine solubili ottenute dalle farine, è emersa inoltre la somiglianza genetica con la varietà storica, rilevando anche che le radici emergenti dai semi nelle prime fasi di crescita sono più corte di quelle del Senatore Cappelli. Una caratteristica che ne faciliterebbe l'allevamento con una densità di semina maggiore di quella utilizzata per la Senatore Cappelli, unitamente alla minor lunghezza del fusto, incrementandone così la resa per ettaro.
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"Per studiare il genoma di TB2018 - spiega Filippo Geuna - abbiamo deciso di risequenziarlo utilizzando un genoma di riferimento per la specie più che utilizzare metodologie basate solo su marcatori molecolari che possono esplorare posizioni specifiche del genoma, e andava quindi realizzata un'analisi più completa. Nello specifico, per il grano duro abbiamo preso come riferimento il genoma della varietà Svevo, sequenziato per la prima volta nel 2019".