In molti in questi giorni avranno notato questa pianta, dal fusto alto e i fiori gialli, magari cresciuta e fiorita ai bordi di una strada o di un campo o in qualche incolto a elevarsi sul resto della vegetazione già secca.

Si tratta dell'enotera o onagra, nome scientifico Oenothera biennis L., una pianta della famiglia delle Onagraceae, che cresce spontaneamente nei nostri climi e resiste bene sia alla poca acqua che al freddo. 

Alcuni apicoltori e chi si interessa di insetti si saranno chiesti se sia una pianta nettarifera, così come altri si saranno chiesti se sia velenosa o utilizzabile in qualche modo. Ma in ogni caso, se la si è vista, è difficile non averla notata.

Ed in effetti è una pianta molto interessante, alle volte usata anche come alimento, e si dice, in antichità anche per aromatizzare del vino (da cui la radice eno- dal greco oinos, vino). Ma questa pianta, e altre del genere Oenothera, è stata studiata anche dal punto di vista genetico per la sua capacità di avere mutazioni e dare origine velocemente a nuovi genotipi.

E arrivando alle api la risposta è sì, è nettarifera. Ma il suo rapporto con le api e altri insetti pronubi è anche molto più interessante. Un gruppo di ricercatori israeliani infatti ha scoperto che una altra specie di Oenothera, la Oenothera drummondii Hook, molto diffusa nel Sud del Mediterraneo è in grado di ascoltare le api, e sentendone il ronzio in vicinanza, aumentare la concentrazione di zucchero nel nettare.

I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Lilach Hadany dell'Università di Tel Aviv, hanno osservato che le piante, dopo aver sentito un'ape nelle vicinanze, aumentavano il contenuto di zucchero nel nettare del 20% nel giro di tre minuti, come pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Ecology letters.

Per verificarlo sono stati fatti esperimenti anche in laboratorio sottoponendo le piante al suono registrato del ronzio di api ottenendo gli stessi risultati. Risultati che invece non si avevano facendo ascoltare alle piante suoni con frequenze diverse da quello del volo dei pronubi.

Un ronzio che la pianta percepisce con i petali, come hanno dimostrato i ricercatori usando un vibrometro laser.

In ambiente naturale, nello specifico sulla spiaggia di Tel Aviv, questo "comportamento" della pianta portava un reale vantaggio: le piante attorno a cui erano volate delle api nel giro di sei minuti venivano visitate nove volte di più dai pronubi rispetto a quelle attorno a cui non era volato nessuno.

Questa strategia che permette alla pianta di aumentare l'efficienza di attrarre impollinatori, mettendo a disposizione nettare solo quando sono vicini, in modo da risparmiare acqua e zuccheri, cose molto preziose soprattutto in climi aridi.

Ma l'enotera si può anche coltivare, sia l'Oenotera biennis, sia altre specie e varietà, disponibili anche presso molti vivaisti, che presentano anche una gamma di colore dei fiori che vanno dal bianco al rosa, passando ovviamente per il giallo.

L'enotera preferisce terreni sabbiosi e leggeri ed è molto rustica adattandosi sia a situazioni siccitose, che a terreni poveri che al freddo. La pianta infatti rimane vitale con i suoi rizomi nel terreno e può resistere fino a temperature intorno ai -20°C.

Insomma una pianta interessante, sia da produrre per i vivaisti, sia da coltivare magari inserendola nei progetti di "verde apistico" assieme ad altre piante nettarifere e pollinifere che sempre di più vengono coltivate sia per la loro bellezza che per la loro utilità per gli insetti pronubi.