Quali sono le soluzioni e le risposte per uscire da una situazione di crisi? Qual è il giusto percorso per risolvere l'odierna situazione di difficoltà che il comparto ortofrutticolo sta vivendo? 

Per capire al meglio le cause di questa crisi e dare risposte concrete ai produttori in difficoltà abbiamo intervistato Stefano Foschi, ricercatore presso il Crpv – Centro ricerche produzioni vegetali. Il tema della nostra conversazione sono state le prospettive tecniche e di mercato per le drupacee, albicocco in primis, e suggerimenti per gli agricoltori.

 

Qual è lo scenario attuale per l’albicocco?

"Spesso la ricerca e il commercio non vanno di pari passospiega Stefano Foschi, del Crpv di Cesena. 

"Basti pensare come Sweet Cot, Pinkcot e Sylver Cot (con sapore tendenzialmente equilibrato e con buccia acidula) siano tra le più richieste dai produttori in Italia, sebbene siano state in pratica abbandonate da chi si occupa di sperimentazione e ricerca.

Il mercato infatti richiede sempre di più albicocche di buon sapore dolce ed aromatico, elevata pezzatura, forma rotondeggiante, colore di fondo aranciato e sovraccolore rosso ben esteso. tra questi parametri, essenziali per decretare il successo di una varietà sul mercato, l'aspetto qualitativo è per forza di cose in primo piano: il consumatore vuole prima di tutto qualcosa che sia buono da mangiare.

Direi che le varietà Orange Rubis® Columine* e Pieve rappresentano un valido connubio tra buon sapore dolce e bell’aspetto moderno.

Da un punto di visto tecnico-agronomico i frutti devono maturare lentamente sia sulla pianta che durante la fase di conservazione e le piante devono essere totalmente o parzialmente autofertili”. 

Ma cosa vuol dire qualità?

“Definirla con poche parole sarebbe riduttivo.

Nella mia attività di ricerca mi sto indirizzando verso l’aumento del residuo secco o grado zuccherino per dare un sapore dolce (16-17° Brix; la media oggi è 14-15° Brix), bassa acidità della buccia (<20-25 mEq/100 gr; lo standard oggi è 30-35 mEq/100 gr), polpa dura e croccante con elevata tenuta.

Il tutto supportato da una buona pezzatura e da un colore di fondo della buccia aranciato con sovraccolorazione rossa ben estesa (almeno sul 30-40% della superficie).

Questi sono gli elementi su cui bisogna concentrarsi. Questa è l’albicocca che vuole il mercato. Non possiamo permetterci, come avviene oggi, di riversare sul mercato frutti di scarso sapore: si rischia la disaffezione del consumatore.

Ne è dimostrazione il fatto che Cooperative e Op richiedono sempre di più varietà di buon sapore, anche a scapito della produttività elevata.

Fare qualità per differenziarsi, dunque, e ottenere un adeguato successo e una conseguente remunerazione economica: l'esempio principe è Candonga®Sabrosa* nella fragola. Ma qui si tratta di una specie che dura un anno, e quindi è facile tornare indietro quando si sbaglia, rispetto a un impianto fruttifero che ha una durata di dieci anni. Inoltre, l'utilizzo di piante fresche ha permesso di esaltare le caratteristiche qualitative della Candonga®".

L’innovazione varietale può da sola essere una risposta alla crisi?

“Per raggiungere validi risultati è necessario avere sia l’innovazione varietale che l’innovazione tecnica e agronomica che supporti il nuovo prodotto. Un agricoltore deve allevare bene la piante, deve fare una corretta potatura e un buon diradamento, deve fertilizzare al meglio: solo così una nuova varietà può dare il meglio.

Da solo però l’agricoltore non è in grado di farlo. E’ necessario infatti che ci sia un corretto supporto degli operatori del settore e un adeguato passaggio d’informazioni tra tecnici e produttori”. 

Frutta buona da mangiare e bella da vedere. E’ questa la via del successo?

“Produrre frutta richiesta dal mercato può essere un inizio, ma non basta.

Bisogna anche essere capaci di supportare adeguatamente l’immagine del prodotto e le sue caratteristiche. Su questo versante una corretta campagna marketing e commerciale può essere il valore aggiunto e qui i commerciali devono dare il loro contributo.

Potrebbe essere interessante creare delle linee di alta qualità supportate da un marchio, che deve essere correttamente pubblicizzato e distribuito. All’interno delle linee diverse ci sono varietà simili tra loro per aspetto e buon sapore, con periodi diversi di maturazione ma conseguenti. In questo modo si potrebbero avere buone albicocche da inizio giugno a fine luglio.

Questo vale per le albicocche ma potrebbe essere inserito anche nel contesto delle pesche, con l’aggiunta che su quest’ultima specie esiste la variabile tipologia di sapore: frutti di sapore acido, equilibrato e subacido (dolce) mentre nell’albicocco il sapore da ricercare è solo il subacido”.