L’incontro è organizzato dal Creso – Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese e dal Cra - Istituto sperimentale per la frutticoltura, coordinatore dell’omonimo Progetto nazionale Mipaaf – Regioni, con il patrocinio della Soi – Società orticola italiana.
L’evento è stato presentato da Ugo Palara, pesidente della Sezione frutticoltura Soi e direttore ASTRA Innovazione e Sviluppo, ricordando l’impegno della Soi nell’attività di divulgazione delle informazioni e nella collaborazione con questo progetto. Successivamente sono saliti sul palco Celestino Costa e Silvio Pellegrino, rispettivamente presidente e direttore del Creso, che hanno dato il benvenuto ai circa 250 partecipanti.
Ha poi proseguito Sebastiano Massa, assessore all’Agricoltura della Provincia di Cuneo, sottolineando l’importanza che le coltivazioni frutticole rivestono nell’ambito dell’economia cuneese. Uno degli obiettivi che la Provincia si è riproposta in questi anni è stato quello di costituire un vero e proprio “Distretto della frutta fresca”, per consentire al 'sistema frutta' cuneese di conseguire e mantenere livelli d’eccellenza, affrontando una concorrenza sempre più agguerrita.
Luisa Ricci, dirigente del Settore ricerca dell’assessorato Agricoltura della Regione Piemonte ha rimarcato che “la ricerca è un motore di innovazione e di sviluppo, ma è fondamentale che abbia alla base criteri di razionalizzazione, per raccogliere e concretizzare le richieste del mondo agricolo, senza perdere di vista il contesto in cui si opera”.
La sessione tecnica del convegno si è aperta con la presentazione del professor Silviero Sansavini, direttore del Dca dell’Università di Bologna e coordinatore dei Gruppi di lavoro “Melo e Pero” del Progetto Liste varietali, che ha illustrato l’attività necessaria alla creazione della filiera di informazioni. Lo stesso Sansavini ha voluto presentare le principali novità inserite nel mercato melicolo.
Lorenzo Berra, responsabile dell’innovazione varietale del Creso, ha proseguito con un esame della melicoltura piemontese, valutando il rapporto tra superficie e capacità produttiva (da una superficie di poco più di 5000 ha si ottengono quasi 140.000 t) e le caratteristiche del territorio (un areale pedemontano la cui altitudine media oscilla tra i 400 e i 600 m s.l.m). Berra ha poi descritto l’evoluzione varietale nell’ambiente piemontese (è diminuito il peso di Golden Delicious a favore del gruppo mele rosse, Red Delicious prima e Gala in un secondo momento) per poi passare alla sua ripartizione varietale. Il principale gruppo varietale è quello delle Red Delicious (34%), seguono le Golden Delicious (30%) e le Gala (28%). Le Fuji, dopo l’entusiasmo dei primi anni, rappresentano solo il 4% della produzione piemontese.
Per quanto riguarda le Liste di programmazione per l’anno in corso, Berra ha poi elencato le cultivar ammesse nell’ambito dei gruppi varietali. “Per il melo – ha detto - molte sono le varietà che rispetto allo scorso anno sono state escluse dal progetto perché ritenute non più valide e idonee alla coltivazione, e molte sono quelle inserite per la prima volta, perché valide ed interessanti”. Ad esempio, l’estensione del sovraccolore e la presenza di striatura, parametri importanti per le Gala. il clone di riferimento e i nuovi cloni in osservazione per le Red Delicious.
Tra le novità genetiche appena introdotte, le più interessanti sono Juanami Diwa®, Nicoter Kanzi®, Caudle Camela®, e Ambrosia® e Coop 39 Crimson Crisp®, tra le novità genetiche attualmente in prova.
Vincenzo Ancarani, del Cmvf (Centro di miglioramento varietale in frutticoltura) del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna, ha illustrato le caratteristiche delle cultivar di pero inserite nel progetto, con particolare attenzione a quelle di più recente introduzione. “Per quanto riguarda il pero – ha detto Ancarani – non si riscontra un rinnovamento varietale e le principali cultivar coltivate risultano essere quelle standard quali Abate Fetel, William, Conferente, Decana del Comizio, Kaiser e Coscia. In questo contesto risulta difficile l’inserimento di nuove varietà che non mostrano caratteri innovativi o migliorativi rispetto alle varietà presenti, e che al massimo possono ampliare l’attuale calendario di maturazione, in particolare nel periodo precoce e invernale. Tra le novità principali di recente introduzione sul mercato si ricorda Angelys, che sarà commercializzata attraverso l’utilizzo di un club”.
Walther Faedi ha fatto il punto sulle modalità di diffusione delle nuove cultivar, partendo dall’esperienza diretta della propria istituzione, il Cra - Centro per la ricerca in frutticoltura) e del Dca dell’Università di Bologna, nella costituzione di nuove cultivar di fruttiferi. Ha illustrato il funzionamento dei club varietali, che, soprattutto nel caso del melo, a partire da Cripps Pink Pink Lady®, è diventato il metodo più comune di immissione sul mercato delle nuove cultivar.
Un centinaio le cultivar e selezioni avanzate esposte nella mostra pomologica allestita nel corso della giornata.
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